Il marito della parrucchiera (Le mari de la coiffeuse) è un film francese del 1990 diretto da Patrice Leconte.
Il dodicenne Antoine, stregato dalla prorompente femminilità di una opulenta parrucchiera alsaziana, si ripresenta con eccessiva frequenza da lei col pretesto del taglio dei capelli, ma in realtà per spiarne, turbato, le forme, e abbandonarsi con precoce morbosità alle prime esperienze olfattive e tattili.
Ormai cinquantenne, è ancora in preda a tali turbamenti adolescenziali, a spiare i gesti e le forme della bella Mathilde, anche questa parrucchiera. La sposa e trascorre il proprio tempo dentro le quattro anguste pareti del locale dove Mathilde lavora, senza mai distogliere lo sguardo da lei, che ne ricambia i sorrisi, e contrappuntandone di soppiatto, appena può, i gesti carezzevoli fra shampoo e lozioni, forbici e pettine intorno alla testa del cliente di turno, con morbose manipolazioni sul corpo di lei, che ne è estasiata. Unica alternativa le buffe contorsioni di Antoine, che distrae i clienti con le sue esibizioni di goffo danzatore.
Lo spazio chiuso del locale diventa così il loro habitat diurno e notturno e l'unica cornice dei loro rapporti amorosi, alternati da stravaganti orge a base di colonia e dopobarba, ma anche la prigione dentro la quale diventa ossessivo quel loro concentrarsi unicamente sull'erotismo, fino a farne un assoluto. Improvvisamente Mathilde si suicida annegandosi, ossessionata dal terrore che un giorno possa accaderle di non esser più desiderata[1]. L'uomo, inconsapevole o distrutto dall'evento, rimarrà comunque nel salone ad aspettarla intrattenendo i clienti di passaggio nell'attesa del suo ritorno.
«Mon amour,je m'en vais avant que tu t'en ailles. Je m'en vais avant que tu ne me désires plus,parce-que alors on ne nous restera que la tendresse et je sais que ça ne serait pas suffisante. Je m'en vais avant d'etre malheureuse. Je m'en vais en emportant le goût de nos étreintes, en emportant ton odeur, ton regard, tes baisers. Je m'en vais en emportant le souvenir des plus belles années de ma vie, celles que tu m'as donné. Je t'embrasse longuement, jusqu'à mourir. Je t'ai toujours aimé. Je n'ai aimé que toi. Je m'en vais pour ke tu ne m'oublies jamais. Mathilde»
«Amore mio, ti lascio prima che mi lasci tu, prima che tu cessi di desiderarmi: perché allora non ci resterebbe che la tenerezza, e so che non sarebbe sufficiente. Me ne vado prima di essere infelice. Porto con me il sapore dei nostri abbracci; porto con me il tuo odore, il tuo sguardo, i tuoi baci; porto con me il ricordo dei più begli anni della mia vita, quelli che tu mi hai dato. Ti bacio tanto, tanto da morire: ti ho sempre amato, non ho amato che te. Me ne vado perché tu non mi dimentichi mai più. Mathilde.»