«Avevo finito di girare il mio primo film
Bob & Carol & Ted & Alice e stavo scrivendo il mio secondo film,
Il mondo di Alex, che parla di un grande regista di successo che inizia a sognare nello stile di altri grandi registi . In una scena, il regista sogna di incontrare Fellini. Così mandai un telegramma a Federico che diceva più o meno così: «Caro Fellini, mi chiamo Mazursky, sono un regista, ho fatto Bob & Carol... vorrebbe recitare in un paio di scene del mio film? Non le ruberei che un paio di giorni». E lui mi ri spose: «Non so chi sia lei, non ho mai visto il suo film, inoltre non recito mai in film di altri registi, comunque se venisse a Roma, sarei lieto di incontrarla». Così il giorno dopo presi un aereo, atterrai a Roma e fissai con il suo assistente un appuntamento, se non ricordo male, alle 20 presso il Grand Hotel. Lì aspettai Fellini che entrò nella hall con il suo gran cappello nero e il cappotto. Quando mi vide scoppiò a ridere e disse: « Ma perché si è precipitato qui?». «Lei mi ha scritto che, se fossi stato a Roma, ci saremmo potuti incontrare». Trascorsi quattro serate con Fellini che tentava di convincermi a usare pupazzi, gnomi o giganti, qualunque cosa volessi. Alla fine però, acconsenti. Così, sei mesi dopo, ritornai a Roma e andammo a Cinecittà a girare nella sala di montaggio. C'era anche il suo montatore con cui stava allora montando
I clowns. È stata un'esperienza straordinaria. Io ero molto intimorito da Fellini, proprio come il regista del mio film. Federico è una persona affascinante. [...] È stato divertente e semplice. La scena si svolge così: Fellini è seduto al banco di montaggio. A un certo punto Donald Sutherland entra da un lungo corridoio. Fellini si alza e chiede: «Cosa ne pensa, se nella scena anch'io percorro quel corridoio?». «No, no - ribadisco - sono io il regista, le dico io cosa deve fare. Lei stia seduto qui». Federico ha anche improvvisato. Fellini è un grande attore, veramente dotato.
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