Johann von Leers Omar Amin von Leers عمر أمين يوهان فون | |
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Von Leers con la divisa delle Waffen-SS | |
Nascita | Karbow-Vietlübbe, 25 gennaio 1902 |
Morte | Il Cairo, 5 marzo 1965 (63 anni) |
Cause della morte | Naturale |
Etnia | Tedesca |
Religione | Neopaganesimo Islam |
Dati militari | |
Paese servito | Germania nazista |
Forza armata | Schutzstaffel |
Corpo | Waffen-SS |
Anni di servizio | 1933–1945 |
Grado | Sturmbannführer |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Altre cariche | Professore universitario Giornalista |
fonti nel testo | |
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Johann Jakob von Leers, nome musulmano dopo la conversione Omar Amin von Leers (in arabo عمر أمين يوهان فون?; Karbow-Vietlübbe, 25 gennaio 1902 – Il Cairo, 5 marzo 1965), è stato un militare, politico, esoterista e filosofo tedesco naturalizzato egiziano, Alter Kämpfer e Sturmbannführer onorario nelle Waffen-SS della Germania nazista, dove era un professore noto per polemiche antisemite durante il nazionalsocialismo. Nel mondo intellettuale del nazismo, aveva un dottorato di ricerca in giurisprudenza e una cattedra universitaria all'Università di Jena, da cui gli appellativi di professor von Leers o dottor von Leers[1]
In gioventù si occupò di giurisprudenza ma anche di studi linguistici, come la slavistica; divenne un poliglotta: imparò il russo e il polacco, ma anche lo yiddish degli ebrei aschenaziti dell'Est Europa e del Mitteleuropa, l'ungherese e il giapponese; scriveva correntemente in latino.
Fu un importante ideologo per il Terzo Reich (seppur di secondo piano come apparizioni pubbliche), fautore della realpolitik (chiese per tre volte l'esenzione, per le minoranze razziali non-ebraiche, dalle severe norme delle leggi di Norimberga[2]) e del movimento Völkisch, funzionario per il Ministero della Propaganda di Joseph Goebbels e conoscente di Adolf Hitler e Heinrich Himmler, suo capo nelle SS.
Per evitare la cattura e una possibile imputazione al processo di Norimberga per responsabilità "morale" in crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come successo agli altri propagandisti Julius Streicher e Alfred Rosenberg (principali ideologi del razzismo scientifico nazionalsocialista, impiccati nel 1946 come corresponsabili dell'Olocausto), nel 1945 von Leers scappò in Italia e dopo cinque anni, emigrò in Argentina. Più tardi, rifugiatosi in Medio Oriente, collaborò col dipartimento egiziano per le informazioni, un servizio segreto fondato nel 1954.[3]
Oltre che per Goebbels, pubblicò articoli propagandisti antisemiti, nazionalisti e poi antisionisti per il governo dell'Argentina di Juan Domingo Perón e soprattutto per Gamal Abd el-Nasser in Egitto, che allora era in guerra col giovane stato d'Israele.
Avversario del pessimismo storico di Oswald Spengler, anticristiano influenzato da Nietzsche e Julius Evola, vicino al misticismo nazista, all'etenismo politeista e alla religione solare classica (assorbiti dal cristianesimo dopo Eliogabalo, Aureliano e Giuliano), collaborò anche con Savitri Devi, agente segreta nazista e scrittrice greca di religione induista e atonista (anche von Leers era interessato alla devozione ad Aton e Amon-Ra nell'antico Egitto), fautrice dell'arianesimo indoeuropeo.
Dopo la partenza per i paesi arabi, nei suoi ultimi anni von Leers si convertì infine all'Islam sunnita, nel cui monoteismo aniconico vedeva un baluardo anti-giudeocristiano e la vera continuazione dei culti del Sole enoteisti occidentali di ogni tempo.[4]
Assunse il nome arabo di Omar Amin e condusse trasmissioni radiofoniche di intonazione antisionista e nazionalista araba dopo le preghiere musulmane dell'emittente statale del regime nasseriano. Il suo interesse per il mondo islamico in sé risaliva ad anni prima. Jeffrey Herf riferisce che nel dicembre del 1942 von Leers pubblicò un articolo sulla rivista Die Judenfrage ("La questione ebraica") un periodico appartenente al mondo intellettuale antisemita, intitolata "Giudaismo e Islam come opposti". Come indica il titolo, la prospettiva dell'autore è hegeliana, presentando ebraismo e islam in termini di tesi e antitesi. Questo saggio rivela anche l'aggravante prospettiva nazionalsocialista che von Leers proiettava sul passato islamico, nonché l'intensità del suo odio per l'ebraismo come religione. Il seguente passaggio fa parte del testo originale:
«L'ostilità di Maometto verso gli ebrei ha avuto una conseguenza: gli ebrei orientali (NDR: in questo caso non intende gli aschenaziti ma i sefarditi) sono stati totalmente paralizzati. La loro assise è stata distrutta. Il giudaismo orientale non ha partecipato alla straordinaria ascesa in potenza del giudaismo europeo nel corso degli ultimi due secoli. Disprezzati nelle sporche viuzze del Mellah (NDR: il quartiere ebraico fortificato di una città marocchina, analogo al ghetto europeo), gli ebrei vi vegetavano. Questi ebrei hanno vissuto sotto una legge speciale, quella di una minoranza protetta che contrariamente all'Europa non permette loro di praticare usura né traffico di mercanzie rubate, e li mantiene nell'oppressione e nell'angoscia. Se il resto del mondo avesse adottato una politica simile, noi non avremmo la questione ebraica ("Judenfrage"). L'Islam ha reso un servizio eterno al mondo: ha impedito la conquista minacciosa dell'Arabia da parte degli ebrei. Ha vinto, grazie a una religione pura, il mostruoso insegnamento di Jèhovah. È questo che ha aperto a numerosi popoli la via verso una cultura superiore.»
La presenza e l'attività di Leers contribuì a sviluppare l'antisemitismo e il negazionismo in Egitto[6]. Von Leers morì al Cairo nel marzo 1965, sebbene alcuni, tra cui Jorge Camarasa, un membro del Centro Simon Wiesenthal (forse in confusione con Alois Brunner, morto in Siria a 98 anni nel 2010), sostengono che avesse finto la morte per sfuggire al Mossad (motivo per alcuni del cambio di nome[7]). È sepolto dal giugno 1965 in Germania, trasferito dopo la sua morte a spese dello stato egiziano e lì inumato a Schutterwald con rito islamico.
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