Mohammad Kazem Shariatmadari, Grande Ayatollah (in persiano محمد کاظم شريعتمداري, Moḥammed Kāẓem Sharīʿatmadārī, anche chiamato Shariat-Madari; Tabriz, 5 gennaio 1906[1] – Teheran, 3 aprile 1986[2]), è stato un importante esponente religioso sciita, partecipe della Rivoluzione Iraniana.
Nato da famiglia azera, fu uno tra i più rilevanti esponenti religiosi, conosciuto per le sue idee liberali moderate.[3] Con la morte del Grande Ayatollah Borujerdi (che era un Marjaʿ Muṭlaq), diviene uno dei Marjaʿ, punto di riferimento politico e religioso non solo dell'Iran ma anche dell'Iraq, Pakistan, India e degli Stati del Golfo Persico del Sud dove più significativa è la presenza sciita.
Attivo rivoluzionario, già dal 1978 affianca l'Ayatollah Khomeini nel rovesciamento dell'allora Scià iraniano Mohammad Reza Pahlavi.
Qualche mese dopo la vittoria della rivoluzione, a causa della sua tendenza moderata che era in forte contrasto con quella radicale del clero rivoluzionario sotto la guida di Khomeini[4], viene messo agli arresti domiciliari tra le violente proteste dei suoi seguaci della natia Tabriz.
Muore agli arresti domiciliari nella sua casa di Teheran nel 1986.
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