La donna della domenica (film)

La donna della domenica
Titoli di testa del film
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1975
Durata105 min
Generegiallo
RegiaLuigi Comencini
SoggettoFruttero e Lucentini
SceneggiaturaAgenore Incrocci, Furio Scarpelli
ProduttoreRoberto Infascelli, Marcello D'Amico
Casa di produzionePrimex Italiana (Roma), Production Fox Europa (Parigi)
Distribuzione in italiano20th Century Fox
FotografiaLuciano Tovoli
MontaggioAntonio Siciliano
MusicheEnnio Morricone
ScenografiaMario Ambrosino arredamento di Claudio Cinini
CostumiMario Ambrosino
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La donna della domenica è un film del 1975 diretto da Luigi Comencini.

È tratto dall'omonimo romanzo del 1972 di Carlo Fruttero e Franco Lucentini.

Il commissario Santamaria (Marcello Mastroianni) e Massimo Campi (Jean-Louis Trintignant) in un fotogramma del film
Il commissario De Palma (Pino Caruso)
Lello Riviera (Aldo Reggiani) in una scena

Torino, inizio degli anni settanta. Il commissario Santamaria, capo della Squadra Mobile, si trova a indagare sull'assassinio di un individuo volgare ed equivoco, l'architetto Garrone, un professionista fallito che vivacchia ai margini della Torino bene, da cui è tollerato ma disprezzato. L'omicidio viene scoperto dal geometra Bauchiero, che rientrando la sera tardi dalla passeggiata con il suo cagnolino, vede l'uscio dell'appartamento del Garrone aperto, entra, e ne trova il cadavere: la vittima sembra essere stata uccisa con un grosso fallo di terracotta. Quasi contemporaneamente all'interrogatorio del Bauchiero, i domestici appena licenziati di Anna Carla Dosio, moglie annoiata di un ricco industriale, portano alla Polizia la bozza di una lettera mai spedita, in cui la Dosio propone all'amico Massimo Campi, rampollo anch'egli di una famiglia della Torino che conta, di "fare fuori il Garrone».

Al Commissario Santamaria viene chiesto dal Questore, preoccupatissimo delle conseguenze per la propria carriera, di muoversi con "guanto di velluto" sembrando l'indagine dovere coinvolgere individui di ceto elevato, e presumibili altrettanto elevate 'conoscenze'. Ciascuno dei sospettati, pur non sembrando avere un vero proprio movente per arrivare all'assassinio del Garrone, ma piuttosto una spiccata antipatia, non ha un alibi convincente per il giorno e l'ora del delitto.

L'americanista Bonetto (Franco Nebbia)

Mentre l'indagine sembra non trovare sbocchi, Santamaria assiste ad una conferenza del Bonetto, soprannominato "l'americanista", un intellettuale dai toni affettati, incentrata sugli antichi lavatoi del torinese; durante la conferenza viene proiettata per errore anche una fotografia che ritrae il Garrone accanto a uno di questi manufatti; al termine della conferenza il Commissario, che è romano, chiede al Bonetto cosa c'entri la 'cattiva lavandera' citata dal conferenziere, con le pere[1]: gli viene così spiegato che in piemontese la pera è la pietra, non il frutto. Accanto all'indagine della Polizia, ne viene condotta una parallela dal giovane impiegato comunale Lello Riviera, 'amante a ore' di Massimo Campi, che vuole trovare delle prove che scagionino quest'ultimo, di cui il Riviera vuole riconquistare le 'attenzioni' ultimamente intiepiditesi. Nonostante l'ammonimento di Santamaria a non mettere il naso dove 'altri' non vogliono, egli non si da per vinto, e rovistando nelle pratiche dell'Ufficio Tecnico comunale, riesce a mettere le mani su una 'pratica' che potrebbe avere a che fare con il delitto. Dà perciò un appuntamento al mercato del Balon[2][3] al presunto assassino per trovare la conferma dei suoi sospetti, ma proprio lì verrà ucciso con un pestello per mortaio che poco prima aveva suscitato la curiosità di uno degli altri sospettati. Sì, perchè, curiosamente, al Balon, quella stessa mattina sono presenti, chi con un pretesto, chi con altro, tutti i personaggi che ruotano intorno alla vicenda. L'epilogo non è sicuramente un congegno perfetto alla Agatha Christie, ma l'intento del romanzo, e poi, più sinteticamente, del film, era quello di fare un ritratto, a volte grottesco, a volte decisamente comico, di una Torino 'vecchio stile' ancora legata alla sua subalpinità, nonostante l'immigrazione e l'industrializzazione.

Il questore (Giuseppe Anatrelli)

«Da un romanzo che ha avuto uno straordinario successo letterario, un film che sta avviandosi ad un medesimo successo stando agli incassi delle sale. E non poteva essere diversamente con un regista come Comencini e due sceneggiatori come Age e Scarpelli a confezionare un prodotto filmico corrispondente. Il film mantiene in sostanza quello che promette, e l'ingarbugliata vicenda gialla, un poco sfrondata di episodi collaterali, e di motivi secondari, si scioglie progressivamente secondo le regole di tal genere di prodotti. C'è da osservare che nel film manca quella "torinesità" che invece costituiva il fascino del romanzo...»

Incasso accertato a tutto il 31 dicembre 1976 £ 1.019.425.000. In seguito il film è stato trasmesso in televisione più volte, in particolare in prima serata su Rai 3 il 16 gennaio 2012, per ricordare Carlo Fruttero, scomparso il giorno prima.

  • Mastroianni ritornerà ad impersonare il ruolo del commissario Santamaria nel 1994, recitando nella miniserie TV in due episodi A che punto è la notte, trasposizione del romanzo omonimo di Fruttero e Lucentini, ad opera di Nanni Loy (sua ultima regia).
  • Nei titoli di testa è presente un grossolano errore di datazione in numeri romani del copyright: 1975, infatti, è riportato come MCMDXXV invece che MCMLXXV. La D sta infatti per 500, mentre la L sta per 50 (che sommata a XX dà 70).
  1. ^ Bonetto cita un vecchio detto torinese:"La cativa lavandera treuva mai la buna pera" (la cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra).
  2. ^ Il Balon è un'area del centro storico torinese, tradizionalmente dedicata alla vendita di oggetti usati di tutti i tipi: qualcosa di analogo alla Porta Portese di Roma
  3. ^ Pronuncia in italiano: balùn.
  4. ^ Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano 1975/76
  • Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano 1975/76

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