Leona Vicario Fernández de San Salvador (Città del Messico, 10 aprile 1779 – Città del Messico, 24 agosto 1842) è stata una rivoluzionaria messicana del XIX secolo.
Nata da una famiglia creola altolocata, rimase orfana di entrambi i genitori all'età di diciotto anni, ragione per la quale venne affidata allo zio. In quel periodo conobbe Andrés Quintana Roo, un impiegato nell'azienda dello zio. Tutti e due si innamorarono subito, e Andrés chiese presto la mano di Leona, ottenendo una risposta negativa da parte di suo zio, poiché era povero. Questo motivò spinse Leona a fuggire di casa per unirsi a Quintana Roo e a partecipare con lui alla rivoluzione.
Leona si trasferì nella cittadina di Tacuba, dove organizzò un gruppo di donne che appoggiavano la causa dell'indipendenza. Finanziò con la propria fortuna la rivoluzione. Servì come messaggera dei rivoluzionari e anche come spia a Città del Messico, assieme ad altre persone che formavano un'organizzazione segreta chiamata Los Guadalupes.
Venne arrestata il 13 gennaio 1813 essendo stata scoperta la sua partecipazione alla rivoluzione, venne condannata a essere reclusa nel convento di Belen de las Mochas. Ma grazie all'aiuto di tre rivoluzionari travestiti da ufficiali dell'esercito spagnolo riuscì a scappare verso Tlalpujahua dove riuscì finalmente a sposarsi con Andrés Quintana Roo.
Leona Vicario, suo marito Quintana Roo e sua figlia Genoveffa furono infine catturati dalle truppe spagnole nel 1818, e successivamente liberati grazie all'indulto concesso dalla Spagna.
Nel 1925, i suoi resti furono spostati alla Colonna dell'indipendenza. Il suo nome è scritto con lettere d'oro nel muro d'onore del Palazzo Legislativo di San Lazzaro, sede del Congresso dell'Unione del Messico.
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