Nella Chiesa cattolica, Libera me è un responsorio cantato durante l'Ufficio dei Morti ed è una preghiera recitata al momento dell'assoluzione del defunto accanto alla bara, subito dopo la Messa da Requiem e prima della sepoltura. Il testo chiede a Dio di avere pietà del defunto nel Giudizio Universale.
Oltre al canto gregoriano nel graduale romano, molti compositori hanno scritto varianti del testo: Tomás Luis de Victoria, Anton Bruckner (due composizioni), Giuseppe Verdi, Gabriel Fauré, Maurice Duruflé, Igor' Stravinskij, Benjamin Britten, Sigismund von Neukomm, Orlande de Lassus, Krzysztof Penderecki, Antonio Salieri, Lorenzo Perosi, Arnold Rosner e Patrick Gowers (soltanto la prima stanza). Anche la band thrash tecnica cristiana Believer ha utilizzato l'intero testo nella sezione cantata in modo operistico di "Dies Iræ (Day of Wrath)" nel loro album del 1990 Sanity Obscure.
Il responsorio è iniziato da un cantore, che canta i versicoli da solista, mentre le risposte sono cantate dal coro. Il testo è scritto in prima persona singolare , "Liberami, o Signore, dalla morte eterna in quel giorno spaventoso", sostituzione drammatica in cui il coro parla a nome del defunto.[2]
Nell'ufficio tradizionale, il Libera me si recita anche nel Giorno dei morti (2 novembre) e ogni volta che si recitano tutti e tre i notturni del Mattutino dei Morti. Altre volte il nono responsorio del Mattutino dei defunti inizia con il Libera me, ma prosegue con un testo diverso (Domine, de viis inferni...).[2]