Mario Torelli (Roma, 12 maggio 1937 – Palermo, 15 settembre 2020[1]) è stato un archeologo e funzionario italiano. Allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, fu a lungo docente di Archeologia e Storia dell'arte greca e romana all'Università di Perugia.
Ricoprì numerosi incarichi nel corso della sua vita professionale,[2] iniziando come assistente presso il Centro per la storia dell'arte antica di Roma (1960 - 1962), per diventare poi ispettore archeologo presso la Soprintendenza all'Antichità dell'Etruria Meridionale con incarico presso il Museo di Villa Giulia a Roma (1964 - 1969), Veio e Gravisca.
Nel 1969 fu nominato docente di Archeologia e di Storia dell'Arte greca e romana presso l'Università di Cagliari, cattedra da lui tenuta fino al 1973. Dal 1975 al 2010 fu docente di Archeologia e Storia dell'Arte greca e romana presso l'Università di Perugia.
Diresse gli scavi del santuario etrusco di Minerva a Santa Marinella (1964 - 1966), del santuario etrusco di Porta Cerere di Veio (1966 - 1969), del santuario greco di Gravisca, dell'antico porto di Tarquinia (1969 - 1979), del santuario extra-urbano di Afrodite a Paestum (1982 - 1985), del santuario di Demetra e dell'agorà di Heraclea (1985 - 1991) presso Policoro.
Fu Visiting Professor presso diverse istituzioni all'estero, tra cui: Università del Colorado[non chiaro] (1974); Università del Michigan (1978); Università della California (1979); Scuola Normale Superiore di Parigi (1984); Università di Parigi La Sorbona (Paris I: Panthéon Sorbonne), 1985; Collegio di Francia (1986), Università dell'Alberta, Canada (1986); Oxford (1988); Università di Bristol (1993). Nel 1982 Torelli divenne membro dell'Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey) e del Getty Center per la Storia dell'arte e scienze umane a Los Angeles (1990 - 1991).
Curatore scientifico del Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona, fu membro ordinario dell'Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici a Firenze, nonché socio corrispondente del Mitglieder del Deutsches Archäologisches Institut[3], dell'Accademia delle Scienze di Torino[4], dell'Academia Europæa, dell'Accademia Nazionale dei Lincei[5]. Membro dell'équipe internazionale del "Thesaurus rituum et cultus antiquorum", fece parte del comitato scientifico della Revue archéologique (Parigi) e dell'"Archivo Español de Arqueología" (Madrid) e diresse, dal 1992, la rivista di antichistica "Ostraka".
Ricevette la Laurea honoris causa dalle Università di Tübingen (Germania) e di Jaén (Spagna).
Curò l'allestimento di numerose mostre archeologiche in Italia e all'estero, tra cui Gli Etruschi a Palazzo Grassi a Venezia (26 novembre 2000 - 1º luglio 2001)[6] e L'Iliade tenutasi a Roma, al Colosseo, nel 2006[7].
Fu autore di molti articoli per quotidiani e periodici, tra cui La Repubblica, Il Messaggero di Roma e La Stampa di Torino.
L'8 settembre 2014 ottenne il Premio Balzan [8] per l'archeologia classica con la seguente motivazione: "Per il carattere profondamente innovatore dei suoi studi in tutti i principali ambiti della cultura antica, da quello greco a quello etrusco a quello romano, per la grande rilevanza delle sue sperimentazioni metodologiche e delle sue scoperte archeologiche, per l'originalità della sua opera in cui convergono in una salda visione globale l'indagine storico-epigrafica, l'analisi iconologica, la valutazione storico-religiosa, la ricerca antropologica, sempre sostenute da una sensibile attenzione alle strutture economiche e sociali e agli aspetti ideologici e istituzionali delle culture antiche". Il premio gli fu consegnato il 20 novembre 2014 a Roma dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
È morto il 15 settembre 2020, all'età di 83 anni, a Palermo.
A lui è intitolato il Museo archeologico nazionale di Venosa.
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