Meliodas (noto anche col nome di Meliodas ap Ffelig) è un personaggio delle saghe arturiane, dove è il fratello (o il cognato, a seconda delle versioni) del malvagio re Marco di Cornovaglia, e il padre del cavaliere Tristano.
Secondo la leggenda, sarebbe stato re del paese immaginario di Lyonesse, una terra situata a ovest della Cornovaglia e ora sprofondata nel mare, di cui le Isole Scilly costituirebbero l'unica parte emersa.
Meliodas è più famoso come il padre di Tristano, ma è anche il protagonista del romanzo francese Meliadus, rielaborato da Rustichello da Pisa[1][2]. Compare anche nel Tristano Riccardiano con il nome di Felissi.
David Nash Ford, pur considerandolo un personaggio leggendario, fa di Meliodas un figlio di re Merion e un discendente dei sovrani di Dumnonia[3].
Il romanzo francese Meliadus deriva dall'opera del XIII secolo originariamente intitolata Palamedes, una serie di racconti basati sulle leggende di Tristano e Lancillotto, ma risalenti agli eroi della generazione precedente.
Nella narrazione, Uther Pendragon, padre di Artù, è ancora vivo, così come i padri di Erec e Tristano. Il titolo si riferisce al cavaliere saraceno Palamede, il cui ruolo è svolto anche dal padre Esclabor. Alcuni manoscritti identificano Palamede come una delle figure centrali, ma egli appare raramente e Meliodas e il suo compagno Guiron le Courtois sono i personaggi più importanti.[4] La Compilazione di Rustichello da Pisa, è una successiva rielaborazione della leggenda incentrata su Meliodas come personaggio centrale. Alcune versioni, comprese le edizioni a stampa del primo Cinquecento prodotte a Parigi, sono divise in due parti, con la prima intitolata Meliadus de Leonnoys e la seconda Gyron le Courtoys.[5]
La prima parte inizia con l'arrivo di Esclabor, padre di Palamede, alla corte del giovane Artù, e successivamente di Faramondo, re dei Franchi, e del chevalier sans peur. Meliodas appare solo dopo una serie di episodi che coinvolgono questi personaggi. È, a sua volta, coinvolto in varie imprese che includono il rapimento della regina di Scozia, l'essere lui stesso catturato e poi liberato da Artù, per aiutarlo nella sua guerra contro gli Anglosassoni. Suo figlio Tristano appare nella storia come bambino.[6] La versione più completa di Rustichello da Pisa termina con i cavalieri più anziani che vengono liberati dalla prigionia e Meliodas acclama la farina de toute chevalerie[non chiaro] alla corte di Artù.[7]