Il termine Missa brevis (plurale: Missae breves) è il termine latino per "messa breve". Il termine si riferisce normalmente ad una messa costituita soltanto da una parte del testo dell'ordinario della messa che di solito è impostato per la musica in una messa completa (missa tota), o perché il suo tempo di esecuzione è relativamente breve.
L'approccio conciso si trova nelle ambientazioni per lo più sillabiche del XVI secolo, e nell'usanza del "telescoping" (o del canto simultaneo di diverse voci) nelle messe del XVIII secolo. Dopo il periodo in cui tutta la musica da chiesa veniva eseguita a cappella, un breve periodo di esecuzione implicava generalmente anche modeste forze per l'esecuzione, a parte le messe nel genere "brevis et solemnis".
Per compositori del periodo classico come Mozart il significato di missa brevis e di "breve durata" – in opposizione a "missa longa" (messa lunga), un termine che Leopold Mozart usò per la messa K. 262 di suo figlio[2] – rendendo le parole complete della liturgia. Poiché le parole erano ben note, alcuni compositori avevano parti vocali diverse che recitavano simultaneamente sezioni diverse di testi lunghi. Ciò è particolarmente caratteristico delle messe austriache nel Gloria e nel Credo.
Messe parziali sono presenti sia nella tradizione cattolica romana che in quella luterana, dove molte opere sono composte da Kyrie e Gloria. Queste messe vennero chiamate Missae breves perché avevano un testo più breve, il contrario di Missae totae (messa completa).
Anche nella prima metà del XVIII secolo le messe Kyrie–Gloria erano presenti indifferentemente sia nella tradizione cattolica che in quella luterana, ad esempio con Johann Sebastian Bach, che trasformò in una messa Kyrie-Gloria la messa "tota" a cappella di Palestrina destinata ad una funzione della chiesa luterana,[7] ma compose anche la Messa per la corte di Dresda destinata alla corte cattolica di Dresda.
Jan Dismas Zelenka compose e acquistò molte messe Kyrie–Gloria per la corte di Dresda, poi tutte trasformate in Missa tota o in Missa senza credo.[4] Per esempio, intorno al 1728 Zelenka espanse la messa di Caldara, Missa Providentiae, in una Missa tota, basando il Sanctus e l'Agnus Dei sulla composizione di Caldara aggiungendo un Credo di sua composizione[8]
^"[...] was die alte Kirche zu Lob der Heiligen Drey-Einigkeit weiter hinzu gethan hat."; Gottfried Vopelius. Neu Leipziger Gesangbuch. Leipzig: Christoph Klinger, 1682, p. 421.