Deriva da Narcisus, una variante poco frequente del latino Narcissus, a sua volta dal greco Ναρκισσος (Narkissos)[1][2]; così come avviene oggi, anche tra gli elleni il nome richiamava chiaramente un fiore (in greco ναρκισσος, narkissos)[1][3][4], ma mentre in italiano moderno si tratta del narciso (Narcissus), in greco era forse un tipo di iris o di giglio[9]. Etimologicamente, ναρκισσος viene spesso rincodotto a ναρκη (nárkē, "sonno", "torpore", da cui anche il vocabolo "narcotico")[2][5][6][8]; questa è però un'antica paretimologia, legata anche al fatto che la pianta era usata per produrre sedativi e ipnotici: il termine ha invece origini pregreche non decifrabili[1][3][9].
Il nome è portato da un celebre personaggio della mitologia greca, Narciso, giovane tanto bello quanto vanesio, trasformato alla sua morte proprio nel fiore (da lui viene il termine "narcisismo")[1][2][3][4][5][6]. Si diffuse ampiamente tra gli schiavi, i liberti e i cristiani in età imperiale[3][5]; venne così portato da alcuni fra i primi santi, incluso un patriarca di Gerusalemme, e appare brevemente anche nel Nuovo Testamento (Ro 16:11[10])[2][5]. La sua diffusione è proseguita, almeno in ambienti cristiani, grazie al culto dei vari santi così chiamati[2]; non è però trascurabile una ripresa rinascimentale o moderna della figura mitologica, specialmente di matrice letteraria[3][4].