Neofito VI | |
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Patriarca ecumenico di Costantinopoli | |
Elezione | 27 settembre 1734 agosto 1740 |
Fine patriarcato | maggio 1743 marzo 1744 |
Predecessore | Serafino I Paisio II |
Successore | Paisio II |
Nascita | Patmo |
Morte | Patmo 1747 |
Neofito VI (in greco Νεόφυτος ΣΤ΄?; Patmo, ... – Patmo, 1747) è stato un arcivescovo ortodosso greco, patriarca ecumenico di Costantinopoli dal 1734 al 1740 e dal 1743 al 1744.
Neofito nacque sull'isola greca di Patmo e quando Geremia, metropolita di Cesarea, fu eletto patriarca ecumenico, Neofito prese il suo posto nella metropolia[1]. Da metropolita di Cesarea il suo atto più importante fu quello di ristrutturare nel 1728 il monastero di San Giovanni il Precursore a Zincidere in Cappadocia[1].
Fu scelto patriarca di Costantinopoli il 27 settembre 1734[2] supportato dal dragomanno della sublima porta, il fanariota Alessandro Ghikas[3]. La sottomissione di Neofito al dragomanno fece sì che il gran visir ne ordinò la deposizione sei anni dopo, nell'agosto 1740[4]. Neofito regnò di nuovo per un secondo breve periodo dal maggio 1743 al marzo 1744[2] e durante questo periodo gli fu ordinato dal gran visir di non avere alcun contatto con Alessandro Ghikas[4].
Il suo regno patriarcale non fu segnato da alcun evento particolare e Neofito si occupò principalmente di questioni monastiche. Intraprese corrispondenza con Nikolaus Ludwig von Zinzendorf, il riformatore della Chiesa morava, ma non ottenne alcun risultato[5]. Dopo la sua seconda e ultima deposizione fu esiliato a Patmo dove morì nel febbraio o marzo del 1747[2].