Notothenia microlepidota

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Notothenia microlepidota
Disegno di N. microlepidota di Tony Ayling
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
OrdinePerciformes
FamigliaNototheniidae
GenereNotothenia
SpecieN. microlepidota
Nomenclatura binomiale
Notothenia microlepidota
F. W. Hutton, 1875
Sinonimi

Paranotothenia microlepidota (Hutton, 1875)[1]

Notothenia microlepidota (F. W. Hutton, 1875) è una specie di pesce attinopterigo della famiglia dei Nototenidi. È nativa delle acque del Pacifico attorno alla Nuova Zelanda e all'Isola Macquarie.

Notothenia microlepidota fu descritto formalmente per la prima volta nel 1875 dal naturalista neozelandese (ma nato in Inghilterra) Frederick Wollaston Hutton, con il tipo nomenclaturale raccolto vicino a Dunedin, in Nuova Zelanda[2]. Il nome specifico microlepidota significa "piccole scaglie", un riferimento alle sue minuscole e numerose scaglie che la differenziano dalla N. angustata, che Woolaston descrisse nello stesso articolo[3].

Allo stato giovanile Notothenia microlepidota ha la pinna caudale chiaramente biforcata, caratteristica che perde nell'età adulta. Il colore del corpo è argento, giallo e rossiccio, ricoperto da piccole scaglie. Sono presenti due linee laterali che si sovrappongono in modo considerevole[4]. La prima pinna dorsale, che presenta una base ridotta, possiede 6 o 7 raggi spinosi, la seconda ne ha 27 o 28 raggi mentre la pinna anale solamente 23-24. Questa specie può raggiungere una lunghezza massima di 70 centimetri[1].

Distribuzione, habitat e biologia

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Notothenia microlepidota si trova solamente nell'area compresa tra la Nuova Zelanda e l'Isola Macquarie nel Pacifico sudoccidentale[1]. Se nelle acque delle coste delle Isole Campbell si possono trovare a pochi metri di profondità, durante delle operazioni di pesca a strascico sono stati rinvenuti anche a 1.000 metri in profondità in mare aperto[5]. Nel Plateau Campbell, le salpe sono la loro preda più cacciata, seguita dagli anfipodi (in particolare Parathemisto gaudichaudii, percofidi e Granchi come il portunide Nectocarcinus bennetti[6], mentre sono oggetto di preda delle foche[4]. Essendo una specie subantartica, N. microlepidota possiede alcuni fattori di adattamento, come la presenza di proteine antigelo nel sangue, così come uno spesso tessuto adiposo che compensa la mancanza della vescica natatoria, conferendogli una capacità di galleggiamento neutra[7][8]. In Nuova Zelanda e Asia questa specie possiede un certo interesse commerciale, grazie alla sua carne grassa ma non considerata pesante e al suo alto apporto di proteine e Omega-3.

  1. ^ a b c Rainer Froese e Daniel Pauly (a cura di), Notothenia microlepidota, su FishBase, 2021. URL consultato il 1º febbraio 2024.
  2. ^ (EN) William N. Eschmeyer, "Species in the genus Notothenia", in Catalog of Fishes, California Academy of Sciences.
  3. ^ (EN) Christopher Scharpf e Kenneth J. Lazara (a cura di), Order Perciformes: Suborder Notothenoididei: Families Bovichtidae, Pseaudaphritidae, Elegopinidae, Nototheniidae, Harpagiferidae, Artedidraconidae, Bathydraconidae, Channichthyidae and Percophidae, in The ETYFish Project Fish Name Etymology Database, Christopher Scharpf and Kenneth J. Lazara, 12 aprile 2021. URL consultato il 10 ottobre 2021.
  4. ^ a b (EN) Fish, Small Scaled Black Cod, su marinelife.ac.nz, Marine Life Database. URL consultato il 24 September 2021.
  5. ^ (EN) McMillan, Francis, Paul, Marriott, Mackay, Baird, Griggs, Sui e Wei, New Zealand fishes. Volume 1: A field guide to common species caught by bottom and midwater fishing, collana New Zealand Aquatic Environment and Biodiversity Report, vol. 68, 2011, p. 247.
  6. ^ (EN) Malcolm R. Clark, The food and feeding of seven fish species from the Campbell Plateau, New Zealand, in New Zealand Journal of Marine and Freshwater Research, vol. 19, n. 3, 1985, pp. 339–363.
  7. ^ Zulema L. Coppes Petricorena e George N. Somero, Biochemical adaptations of notothenioid fishes: Comparisons between cold temperate South American and New Zealand species and Antarctic species, in Comparative Biochemistry and Physiology A, vol. 147, 2006, pp. 799–807.
  8. ^ Joseph T. Eastman e Arthur L. DeVries, Buoyancy Studies of Notothenioid Fishes in McMurdo Sound, Antarctica, in Copeia, vol. 1982, n. 2, 1982, pp. 385–393.

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