Outsider music | |
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Origini stilistiche | varie |
Origini culturali | Stati Uniti nei primi anni del Novecento |
Strumenti tipici | voce, vari strumenti |
Popolarità | nasce nei primi anni del Novecento, ma diviene più conosciuto negli anni sessanta ed è utilizzato ancora oggi |
Generi correlati | |
musica demenziale - avant-garde - musica sperimentale - anti-folk |
Sotto la definizione di outsider music, termine coniato dal giornalista statunitense Irwin Chusid, viene classificato un insieme di generi musicali fuori dagli standard o dalle convenzioni liriche. I musicisti outsider non sono parte dell'industria musicale e scrivono composizioni anticonvenzionali e fuori dai canoni della musica commerciale perché non hanno un'educazione musicale formale, o anche perché dissentono dalle regole. La guida di AllMusic descrive l'outsider music come "una nebulosa categoria che contiene la bizzarria, l'incomprensibilità, l'immaginazione, l'inclassificabilità, il territorio musicale che non hai mai sognato che esistesse".[1]
L'outsider music, spesso bizzarra e completamente emotiva, ha pochi sbocchi di mercato; esecutori o registrazioni sono spesso promosse a voce o per mezzo di chat, spesso presso comunità di collezionisti di musica e intenditori di musica. I musicisti outsider hanno molto "maggiore controllo individuale sulla creatività finale", sia per il budget limitato, sia per la loro "incapacità o mancanza di volontà di collaborazione" con produttori o con etichette discografiche.[2]
Anche se un piccolo numero di musicisti outsider è divenuto noto, come per esempio Florence Foster Jenkins, la maggioranza degli artisti è conosciuta per la loro arte unica e intransigente.
Gina Vivinetto sottolinea che tra i musicisti outsider include Wesley Willis, uno "schizofrenico ex persona di strada da Chicago con una dozzina di registrazioni e un culto di fan appassionati al suo seguito". Lei considera il clan dei musicisti outsider "un gruppo d'élite" ed elenca Syd Barrett (Pink Floyd), Brian Wilson (Beach Boys) e Skip Spence (Moby Grape) come parte di questo gruppo.[3]
Ci sono alcuni collegamenti tra l'outsider music e l'anti-folk: la completa emotività, la mancanza di educazione musicale e l'umorismo. Jeffrey Lewis cita Daniel Johnston come una maggiore influenza, Syd Barrett influenzò il tono anti-folk britannico, e ci sono somiglianze tra lo stile di canto stonato di Wesley Willies e Paul Hawkins. Tuttavia, una grande differenza è che mentre i musicisti outsider sono famosi reclusi, i musicisti anti-folk sono raggruppati in collettivi.
Il libro Songs in the Key of Z, scritto dal giornalista di musica e conduttore radiofonico Irwin Chusid, è una esauriente guida all'outsider music. Il libro traccia i profili di alcuni musicisti outsider conosciuti e ha ispirato due CD compilation, vendute separatamente.
I musicisti outsider variano da musicisti inesperti le cui registrazioni sono lodate per la loro onestà, alle complesse composizioni di gruppi avant-garde.