Philip James Bailey (Nottingham, 22 aprile 1816 – Nottingham, 6 settembre 1902) è stato un poeta inglese.
Philip James Bailey nacque a Nottingham il 22 aprile 1816.
Il giovane Bailey ricevette una buona istruzione nella sua città natale, compreso l'insegnamento dei classici, oltre che quello degli scrittori inglesi quali George Gordon Byron,[1] fino al suo sedicesimo anno di età, quando si iscrisse all'Università di Glasgow; tuttavia, non si laureò, ma si trasferì nel 1835 a Londra, dove iniziò gli studi di giurisprudenza presso gli uffici di un avvocato e l'anno seguente entrò nella Lincoln's Inn.[2][1]
Dopo di che soggiornò a Basford (Nottingham) e per tre anni fu impegnato con la scrittura di Festus.[2]
Bailey fu un poeta noto soprattutto per il suo poema drammatico Festus (1839), una versione della leggenda del Faust, ispirato dal Faust di Goethe,[3] che comprese cinquanta scene di dialoghi in versi, circa ventiduemila in tutto nella prima edizione e quarantamila nell'ultima, e fu pubblicata per la prima volta in forma anonima.[2] Guidato dalla sua convinzione della funzione purificatrice del male, Bailey terminò il Festus con la redenzione di Lucifero.[4]
Il Festus ricevette un'accoglienza entusiastica e grazie a questo successo, Bailey, compose una seconda edizione, data alle stampe nel 1846, molto ampliata rispetto alla prima.[3]
Il padre di Bailey, che ha pubblicato l'opera, ha posseduto e curato dal 1845 al 1852 il Mercurio di Nottingham.[2]
Bailey proseguì la sua carriera letteraria anche se non raggiunse più i vertici di popolarità e successo avuti con l'opera d'esordio; in seguito pubblicò Il mondo degli angeli (The Angel World, 1850), Il mistico (The Mystic, 1855), L'età presente (The Age, 1858), nella quale i protagonisti furono l'autore, un critico e un amico, L'inno universale (The Universal Hymn, 1867).[3]
Bailey fu il fondatore e membro dei poeti della "scuola spasmodica", la cui estetica, basata su idee romantiche di associazione e intuizione, si opponeva al controllo della forma letteraria su regole rigide.[2][4]
La definizione di "scuola spasmodica" fu attribuita ironicamente da William Edmonstoune Aytoun nel suo Firmilian (1854)[3]; la scuola comprese, tra gli altri, Sydney Thompson Dobell e Alexander Smith, i quali, ispirandosi alla guerra di Crimea, scrissero a quattro mani il libro di Sonetti alla guerra (Sonnets on the War).[3]
«L'immaginazione è l'aria della mente.[5]»
All'età di ottantacinque anni, Bailey ricevette il titolo di dottore honoris causa dall'Università di Glasgow.[1]
Negli ultimi anni Philip James Bailey viaggiò molto e visse a Londra e nel Devon prima di tornare alla sua città natale. Un attacco di influenza si rivelò fatale e morì il 6 settembre 1902 all'età di ottantasei anni e fu sepolto nel cimitero di Nottingham Rock.[1]
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