Fu uno dei massimi, se non il più grande, degli scultori del tardobarocco, dominatore del panorama scultoreo romano alla fine del XVIII secolo, noto per aver portato a termine con la sua arte la famosa Fontana di Trevi.
Pietro Bracci nasce a Roma il 16 giugno 1700 da Bartolomeo Cesare Bracci (scultore in legno) e da Anna Lorenzoni. Entra nella bottega di Camillo Rusconi dove lavora per 6 anni e studia la scultura di Giuseppe Bartolomeo Chiari. Nel 1721 realizza nello studio del Rusconi un crocefisso in argento su commissione del principe Boncompagni come dono nuziale al suocero, doge di Venezia.
Numerose sono le sue opere eseguite nel corso di una lunga carriera. Artista piacevole, solenne e virtuoso, dotato di ottima tecnica ma non propriamente innovativo, Pietro Bracci fu il caratteristico rappresentante dell'ottimo livello raggiunto dalla scuola romana del XVIII secolo, che proseguiva nella linea barocca di Gian Lorenzo Bernini temprandone il dinamismo nella solenne ed eclettica compostezza derivata dagli insegnamenti pittorici di Carlo Maratta.
Scultore acclamato nel suo tempo, viene denigrato dai critici dopo l'avvento della nuova realtà politica seguita alla dominazione francese.
Colpevole di aver operato in un tempo, successivamente considerato decadente, viene dimenticato in Italia a favore della nuova arte che vede nel Canova e Camuccini i suoi massimi esponenti.
La sua lunga carriera si svolge a cavallo tra due stili ed egli ne è l'elemento di cerniera.
Antonio Canova muove i suoi primi passi aiutato proprio dal figlio Virginio[1].
Le idee illuministe che lo permeano sono poi riprese da Virginio Bracci nella costruzione della città di Servigliano, una volta Villa Clementina, unica opera realizzata in Italia di città a pianta unica secondo le moderne dottrine illuministiche.
Muore a Roma nel 1773 e viene sepolto nel Pantheon.
Moltissime e di grande importanza le sue opere di cui la più nota è senza dubbio l'intero gruppo statuario, al centro della Fontana di Trevi, con la maestosa statua di Oceano (altezza 6 metri) alla guida del cocchio a forma di conchiglia, trainato dai cavalli alati con code di pesce, uno iroso e l'altro placido (rappresentanti il mare calmo e agitato), frenati e guidati da due tritoni; le statue laterali della Salubrità e dell'Abbondanza sono invece di Filippo della Valle. La fontana di Trevi voluta da Papa Clemente XII era stata progettata circa trent'anni prima da Nicola Salvi nel 1731 e viene affidata al Bracci nel 1759, dopo la morte del Salvi (1751), e dopo la breve parentesi dell'incarico a Giuseppe Pannini. La fontana fu ultimata nel 1762. Influenzato dalle idee illuministiche francesi, Bracci reinterpreta i primi bozzetti eseguiti da Giovanni Battista Maini, per realizzare l'opera. Molte le simbolizzazioni allegoriche (mito del carro e dell'auriga).
La fontana è universalmente riconosciuta quale capolavoro dell'architettura tardobarocca. È la mostra dell'Acquedotto Vergine e poiché costruita in epoca più tarda alle altre fontane romane doveva superarle tutte in grandiosità.
Tra le opere più apprezzabili è la statua di Clemente XII (Lorenzo Corsini) posta a Ravenna il 12 aprile 1738, in cui Bracci imprime un profondo carattere al volto e una vigorosissima disposizione decorativa della figura.
La statua, che forse era destinata alla tomba del Papa nella cappella Corsini della Basilica di San Giovanni in Laterano, fu collocata in Piazza Maggiore (ora del Popolo) a Ravenna, poi fu più volte spostata prima col governo napoleonico, poi con l'unità d'Italia. Ora si trova in un chiostro del complesso benedettino della Basilica di San Vitale, sede del Museo nazionale di Ravenna.
restauro dell'arco di Costantino, al quale aggiunse una statua di Barbaro, le teste di altri sette barbari, otto Teste di Costantino, e altre quattro teste mancanti (1732)
restauro di torso marmoreo ellenico trasformato in Apollo cui aggiunse testa, braccia, cosce e gambe, con cascate di panni e base con tronco, Villa Albani (1742)
tre colossali statue per la serie delle 39 figure di Santi fondatori degli Ordini e Congregazioni religiose poste nelle nicchie dei poderosi pilastri della navata centrale della Basilica di San Pietro: nella navata di mezzo San Vincenzo de' Paoli; nella tribuna destra san Gerolamo Emiliani; nella tribuna sinistra san Norberto (1754-1756)
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