Poupée de cire, poupée de son | |
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Artista | France Gall |
Autore/i | Serge Gainsbourg (musica e testi) |
Genere | Yéyé (musica) |
Data | 1965 |
Poupée de cire, poupée de son ("Bambola di cera, bambola di pezza") è stata la canzone vincitrice dell'Eurovision Song Contest 1965, scritta da Serge Gainsbourg e cantata, in francese, da France Gall, in rappresentanza del Lussemburgo.
Ispirata al 4° movimento (Prestissimo in FA minore) della Sonata per pianoforte n. 1 di Ludwig van Beethoven, è stata la prima canzone vincitrice dell'Eurovision a non essere una ballata. È considerata una delle canzoni più celebri e amate della manifestazione.
Come è comune nei testi di Gainsbourg, sono presenti numerosi doppi sensi e giochi di parole.
La canzone venne eseguita per sedicesima nella serata, in seguito alla Danimarca (con Birgit Brüel) e prima della Finlandia (rappresentata da Viktor Klimenko).
Al termine della votazione, ricevette 32 punti, piazzandosi prima su diciotto partecipanti totali.
Il pubblico francese si sentì quasi rimproverato da France Gall (cantante francese e non lussemburghese) e dall'autore della canzone Gainsbourg per aver rappresentato (e vinto) per il Lussemburgo e non per la Francia.
Il giorno dopo la sua vittoria all'Eurovision, il singolo vendette 16 000 copie in Francia e, quattro mesi più tardi, si arrivò alla vendita di oltre 500 000 copie.
L'immagine centrale della canzone è l'identificazione della cantante con una bambola di cera (poupée de cire), o una bambola di pezza (poupée de son). Il suo cuore è inciso nelle sue canzoni; vede la vita attraverso gli occhiali rosa e luminosi delle sue canzoni. Ma lei è meglio o peggio di una bambola alla moda (poupée de salon)?
Le sue registrazioni sono come uno specchio, in cui chiunque può vederla; attraverso queste, poi, la sua voce è frammentata ovunque e contemporaneamente.
Gall si riferisce, in seguito, ai suoi ascoltatori, anch'essi bambole di pezza, che ridono (poupées de chiffon), danzano nella musica, e si lasciano sedurre.
Ma l'amore non è solo nelle canzoni, e di qui la domanda della cantante su che canto sia adatto all'amore, anche se lei non ne sa nulla.
I due versi conclusivi sembrano riferirsi a se stessa. Gall in essi, afferma che non è altro che una bambola di cera, una bambola di pezza, sotto il sole dei suoi capelli biondi. Ma un giorno, questa bambola di (cera/pezza), sarà in grado di vivere la realtà delle proprie canzoni, senza temere i ragazzi.
Nel corso degli anni la canzone, per la sua fama, è stata tradotta in moltissime lingue: