Un preludio corale è una composizione musicale liturgica per organo che utilizza la stessa melodia di un corale dato. Molto diffusa nella Chiesa luterana, in particolare fra i compositori tedeschi del XVII secolo, di cui erano stati esponenti, fra gli altri, Pachelbel e Buxtehude, ebbe il suo apice nell'opera di Johann Sebastian Bach, che ne scrisse oltre 125, di cui 20 nella terza parte del Clavier-Übung.[1] Tuttavia tale composizione è una forma musicale il cui uso si è protratto nei secoli e che rimane ancora oggi.
La funzione liturgica di un preludio corale nel XVII secolo è dibattuta. Una ipotesi è che fossero delle introduzioni strumentali al corale che stava per essere cantato durante la messa luterana.
In uno stile singolare i preludi corali appaiono per primi nell'opera di Dieterich Buxtehude (1637-1707), di cui ci sono pervenuti 48 preludi corali.[2] Questa forma ebbe il suo apice nell'opera di Johann Sebastian Bach, che ne scrisse oltre 125, di cui 20 nella terza parte del Clavier-Übung.[1]
Vi sono numerosi esempi di Preludi corale nell'Ottocento e nel Novecento, fra cui le opere di Johannes Brahms, di cui si ricordano il Preludio corale e fuga su “O Traurigkeit, o Herzeleid„ WoO 7 (1858, preludio rielaborato nel 1882) e gli 11 preludi corali op. post. 122 (1896), i lavori di Max Reger e Samuel Barber.[3] Opere simili a queste continuano ancora oggi ad essere scritte, come i quattro volumi di preludi corali di Helmut Walcha[4] e i sette di Flor Peeters.[5]
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