Raffaele Sansone

Raffaele Sansone
Sansone nel 1936 al Bologna
NazionalitàUruguay (bandiera) Uruguay
Italia (bandiera) Italia (dal 1932)
Italia (bandiera) Italia (dal 1946)
Altezza170 cm
Peso70 kg
Calcio
RuoloAllenatore (ex mezzala)
Termine carriera1946 - giocatore
1953 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1924-1931Central? (?
1931Peñarol? (?)
1931-1933Bologna52 (8)
1933-1934Peñarol? (?)
1934-1944Bologna229 (32)
1945-1946Napoli1 (0)
Nazionale
1932-1939Italia (bandiera) Italia3 (0)
Carriera da allenatore
1945-1947Napoli
1951Bologna
1952-1953Bari
Palmarès
 Coppa Internazionale
Argento1931-1932
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Raffaele Sansone (Montevideo, 20 settembre 1910Bologna, 11 settembre 1994) è stato un allenatore di calcio e calciatore uruguaiano naturalizzato italiano, di ruolo mezzala.

Secondo alcune fonti[1] il suo nome di battesimo originale era Raphael. Altre fonti lo riportano invece come Rafael.[2][3]

Central Montevideo

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Nato in una famiglia agiata della media borghesia di Montevideo, da Pantaleone Sansone (che lavorava in Borsa) e Angela Volpi, fu fin da giovanissimo un promettente giocatore.[4] All'età di quattordici anni, nel 1924, venne ingaggiato dal Central Montevideo,[5] squadra a cui rimase fedele fino al 1931, salvo una breve parentesi di quattro mesi al club argentino dell'Estudiantil Porteño,[6] dove trovò come compagno di squadra Atilio Demaría. Col Central alternò buoni campionati, con alcune retrocessioni seguite da pronte risalite nella massima serie. Nel 1926, sedicenne, fu chiamato per la prima volta a un allenamento della nazionale,[7] e negli anni seguenti entrò in competizione per un posto nella Celeste con "El mago" Héctor Scarone, pluricampione olimpico e campione mondiale nel 1930. Nel febbraio del 1930, a soli vent'anni, venne incluso nella prima lista di giocatori selezionati per l'imminente campionato del mondo,[8] assieme a Francisco Fedullo e Francesco Occhiuzzi, futuri compagni di squadra al Bologna. Rimase in lizza per la convocazione fino ai 30 giocatori uruguaiani che avrebbero gareggiato ai Mondiali del 1930, in virtù anche degli apprezzamenti della stampa locale che definì il trio meraviglia Fedullo-Sansone-Petrone ideale per la Nazionale.[9]

Nel 1931, dopo una breve disputa tra Nacional e Peñarol per ingaggiare Sansone, la spuntarono proprio gli aurinegros del Peñarol.

Dopo che il suo nome era stato accostato a quello della Fiorentina, su suggerimento di Petrone, che lo riteneva utile per dargli la palla come gli serviva, dopo essere stato contattato da Ivo Fiorentini all'ultimo momento fu ingaggiato dal Bologna; l'allenatore del Bologna Felsner era infatti passato alla Fiorentina portandosi dietro Pitto e Busini III e voleva per la squadra una mezzala connazionale[9], formando con Fedullo, anch'egli uruguaiano di origini salernitane, una coppia di interni apprezzata dai tifosi[10] ed affiatatissima[9] che aiutò Schiavio a diventare capocannoniere nella stagione 1931-1932[9]; alla fine della stagione 1932-1933 ci fu però la rottura tra lui e la società, per litigi sul contratto e per nostalgia di casa.[9]

Il ritorno al Peñarol

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Torna così in Uruguay, alla sua ex squadra con cui era ancora tesserato, avendo giocato in Italia senza nullaosta; ma anche in patria ebbe problemi.[9]

Il ritorno al Bologna

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Il nuovo presidente del Bologna, Renato Dall'Ara, lo comprò quindi definitivamente dal Peñarol per l'allora considerevole somma di 500 pesos.[9]

Passò quindi al Napoli, giocandovi una sola partita prima del suo ritiro, cui seguì una breve esperienza come allenatore dei partenopei, che guidò nella stagione 1945-1946 al 1º posto nel Campionato misto A e B del Centro-sud, risultato che diede la promozione in Serie A, ed al 5º posto nel Girone Finale di Divisione Nazionale.

In virtù del padre salernitano poté giocare con gli azzurri[10], con cui debuttò il 20 marzo 1932 al Prater di Vienna contro il Wunderteam di Matthias Sindelar, in Austria-Italia 2-1; il 27 ottobre 1935 debuttò inoltre nell'allora Nazionale B, in Italia-Cecoslovacchia 3-1,[10] con cui ebbe 3 presenze. Riportò un secondo posto nel Coppa Internazionale 1931-1932.

Dopo il ritiro

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Lasciato il calcio giocato si trasferì definitivamente a Bologna, la città dove nel 1936 sposò una bolognese da cui ebbe due figli,[9] diventando consulente del mercato dello storico presidente Renato Dall'Ara, allenatore delle giovanili (con cui vinse il torneo di Viareggio nel 1967) ed osservatore, scoprendo Pascutti, Capra, Haller, Furlanis, Tumburus e Renna.[9]

Cronologia presenze e reti in nazionale

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Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
20-3-1932 Vienna Austria Austria (bandiera) 2 – 1 Italia (bandiera) Italia Coppa Internazionale 1931-1932 -
28-10-1932 Praga Cecoslovacchia Cecoslovacchia (bandiera) 2 – 1 Italia (bandiera) Italia Coppa Internazionale 1931-1932 -
26-3-1939 Firenze Italia Italia (bandiera) 3 – 2 Germania (bandiera) Germania Amichevole -
Totale Presenze 3 Reti 0

Competizioni nazionali

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Bologna: 1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, 1940-1941

Competizioni internazionali

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Bologna: 1932, 1934
Bologna: 1937
  1. ^ Storia sociale del calcio in Italia, di Antonio Papa e Guido Panico, Società editrice il Mulino, ISBN 88-15-08764-8
  2. ^ (EN) Uruguay, Civil Registration Index Card, 1900-1937, su familysearch.org. URL consultato il 18 novembre 2018.
  3. ^ (EN) Davide Rota, List of Uruguayan Players in Italy before 1945, su Rsssf.com, Rec.Sport.Soccer Statistics Foundation, 2 gennaio 2005. URL consultato il 21 giugno 2016.
  4. ^ Articolo tratto da "Il Calcio Illustrato" n. 42 del 14 ottobre 1936: «Quando abbia cominciato a tirar quel primo calcio al pallone che inizia una vocazione, non si sa. Sappiamo che a dieci anni fa parte di una squadra scolastica. Una squadra allenata da un prete, perché in Uruguay il clero è direttamente interessato al pallone rotondo. Qui si assiste alle lotte di rione contro rione. In Uruguay (ed anche in alcune città argentine) cozzan tra loro le parrocchie. Sansone, decenne, è vanto ed orgoglio di una parrocchia. Alla mattina tutti a messa, al pomeriggio tutti sul campo a fare il tifo per «Lellino.»
  5. ^ Articolo tratto da "Il Calcio Illustrato" n. 42 del 14 ottobre 1936: «[..] Il buon prete vaticinia: — Emulo di Scarone! Facile profezia! Lo si coccola emulo del grande Héctor quando ha solo tredici anni. Non son storie: a quattordici anni Raffaele Sansone è accolto da una società di massima Divisione, il Central di Montevideo. Quattro sole partite nelle squadre minori e poi il gran salto. Eccolo in prima squadra. Ormai è la mezz'ala dell'avvenire. Una mezz'ala che sa giocare centrattacco all'occorrenza. I giornali sono pieni di fotografie dell'emulo di Scarone.»
  6. ^ Articolo tratto da "Il Calcio Illustrato" n. 42 del 14 ottobre 1936: «[..] Dovrebbe essere felice lo stesso, non è vero? Invece se la prende e… pianta il Central ed i tifosi. Emigra. Oh, un piccolo viaggetto. La traversata del Rio de la Plata. Eccolo a Buenos Aires dove è già giunta l’eco delle sue prodezze. Lo accoglie l’Estudiantil Porteño e si trova vicino a Demaria, mezz’ala sinistra. Ma dopo quattro mesi si riconcilia con Montevideo, e riattraversa lo stretto.»
  7. ^ Articolo tratto da "Il Calcio Illustrato" n. 42 del 14 ottobre 1936: «Sportivi italiani che conoscete la storia dei fanciulli prodigio: Meazza, Piola e Borel; sportivi italiani che rammentate come Renzo De Vecchi, il «figlio di dio», ora nostro beneamato «osservatore», sia andato in Nazionale a sedici anni e mezzo, non allargate le pupille se vi diciamo che Sansone, a sedici anni, è stato chiamato ad un allenamento della squadra nazionale. Il rione dove risiede il Central è in ebollizione. Alla sera, rientrando a casa dopo la selezione, Sansone trova una piccola folla davanti al portone. Due ore dopo mezzanotte deve accorrere alla finestra perché una completa orchestra lo festeggia con una serenata che sembra non finisca più! Eppure in nazionale non gioca. Son sulla bilancia, lui e Scarone. Si vorrebbe tentare il gran lancio, ma, al momento buono, chi s’azzarda a toccare il divo Scarone, allora «in floribus? ». Toccare Scarone è lo stesso che allungare un ceffone all‘opinione pubblica. E la decisione è questa: Scarone titolare, Sansone riserva!»
  8. ^ (ES) Futbol. Uruguay se prepara a presentar un gran equipo en el Campeonato del Mundo, su hemeroteca.mundodeportivo.com. URL consultato il 19 novembre 2018.
  9. ^ a b c d e f g h i A.Mirkot, Archivio TIMF:Rafael Sansone, su archiviotimf.blogspot.it, 5 gennaio 2009. URL consultato il 21 giugno 2016.
  10. ^ a b c Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Volume 2 di Marco Sappino

Collegamenti esterni

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