Shahram Shabpareh

Shahram Shabpareh
شهرام شب‌پره
NazionalitàIran (bandiera) Iran
GenerePop
Dance
Rock
Periodo di attività musicale1964 – 2023
EtichettaTaraneh Records
Caltex Records
Avang Records
Pars Video
MZM Records
Tapesh Records
Sito ufficiale

Shahram Shabpareh (in persiano شهرام شب‌پره‎; Teheran, 6 febbraio 1948) è un cantautore e attore iraniano.

Tra i più noti interpreti della scena pop iraniana, nel corso di una carriera pluridecennale ha venduto milioni di album in tutto il mondo[1].

Inizia la carriera nei primi anni sessanta, all'età di 13 anni, suonando la batteria. A 17 anni forma un proprio gruppo denominato Rebels.[1]

Ha l'opportunità di lavorare con il giovane Ebi (Ebrahim Hamedi) e con Siavash Ghomeishi, due famose popstar iraniane già come membri dei Rebels negli anni sessanta. Negli anni settanta diventa uno dei solisti più noti. Shahram ha avuto la possibilità di recitare in patria in un paio di film che mostravano le giovani generazioni iraniane nel corso degli anni settanta.

Emigrato in California nel corso degli anni settanta, dopo la rivoluzione islamica del 1979 Shahram non avrà più l'opportunità di tornare in patria, poiché il nuovo regime della Repubblica islamica dell'Iran ne mette al bando la musica. Da allora vive negli Stati Uniti. Dopo la rivoluzione, ha condotto un proprio show televisivo su diverse emittenti radiotelevisive in lingua persiana di Los Angeles.

Dopo 40 anni di carriera è ancora uno degli artisti più popolari nella società iraniana.[1] Il suo spettacolo, Diyar ("patria" in persiano), è ancora in corso[Quando?].

Oltre al caratteristico stile della sua musica, Shahram è considerato il miglior batterista iraniano[1] e gli viene riconosciuto il merito di aver contribuito alla crescita della musica pop iraniana attraverso la promozione di molti giovani artisti di talento, divenuti molto popolari, come Shams Siavash e Andy Madadian.

Ha lavorato con molti artisti, come Ebi, Leila Forouhar e Googoosh[1].

In ambito italiano è conosciuto principalmente per un video apparso su YouTube nel 2008, in cui una delle sue canzoni più famose, Pariyah (پریا) del 1986, viene sottotitolata con parole in italiano non correlate al testo originale, ma che ne ricordano il suono, secondo il fenomeno del mondegreen. Tale video (noto coi titoli di Esce ma non mi rosica e Hey lascia entrare Ascanio) ha conosciuto una crescente popolarità, fino a diventare un vero e proprio fenomeno di costume[2][3] con tanto di feste a tema che ricorrono ogni 8 gennaio: la scelta di tale data è dovuta al fatto che, nel video dell'italianizzazione, i primi due versi recitano: Hey lascia entrare Ascanio/Dall'8 di gennaio. Nel 2020 un concorrente italiano, Walter Carluccio, si è peraltro presentato a Persia's got Talent, versione iraniana del format di talent show ideato da Simon Cowell, e ha proposto questa singolare versione alle audizioni, senza superarle.[4][5]

  • Rock & Roll (1977)
  • Deyar (1980)
  • Gorg o Bareh (1980)
  • Baghe Alefbaa (1980)
  • Didar (1980)
  • Madresseh (1986)
  • Telesm (1986)
  • Hich Kodja Iran Nemisheh (1986)
  • Pariyah (1986)
  • Shaparak (1987)
  • Khejalati (1989)
  • Shagerd-e-Aval (1990)
  • Summer 92 (1992)
  • Summer 94 (1994)
  • Story (1995)
  • Rhythm of the Night (1998)
  • Shahr Eshgh (1999)
  • Donya (2001)
  • Fire (2005)
  • Tapesh (2008)
  • Tar Ta Guitar (2012)
  • Ragheeb (2013)
  1. ^ a b c d e (EN) Shahram Shabpareh, su kodoom.com. URL consultato il 12 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2010).
  2. ^ La storia di "Lascia entrare Ascanio", uno degli inni dell'internet italiano, su vice.com. URL consultato il 9 settembre 2020.
  3. ^ È l'8 di gennaio: riusciremo anche quest'anno a fare entrare Ascanio?, su Wired, 8 gennaio 2020. URL consultato il 9 settembre 2020.
  4. ^ ExitWell, "Esce ma non mi rosica" a Persia's Got Talent. Ecco Walzer, su ExitWell, 11 febbraio 2020. URL consultato l'8 gennaio 2021.
  5. ^ Un legnanese a Persia's Got Talent porta "Lascia entrare Ascanio" sul palco, su VareseNews, 13 febbraio 2020. URL consultato il 9 settembre 2020.

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