Durante la Seconda guerra mondiale, fu arruolato nella United States Army Air Corps in Asia e continuò ad interessarsi del quadrante del Pacifico anche dopo la fine della guerra[2]. Dal 1959 fu un corrispondente per le riviste Time e Life. Presente in Vietnam nel luglio 1959 quando i primi americani vennero uccisi dai Viet Cong, venne posto in una lista nera che lo indicava come uno dei maggiori oppositori del presidente statunitense Richard Nixon.
Nel 1983 pubblicò Storia della guerra del Vietnam[3] e partecipò all'organizzazione di programmi televisivi riguardanti la guerra indocinese. Scrisse inoltre altri libri incentrati sulla dittatura comunista di Mao Zedong in Cina e sugli sviluppi della politica americana nelle Filippine. Visse a Washington fino alla morte[4] ed era riconosciuto[5] come uno dei maggiori storici americani degli ultimi anni[6].
Storia della guerra del Vietnam (Vietnam: A History, 1983; II ed. revised and updated, 1997), ed. italiana a cura di Piero Bairati, Collana Storica, Milano, Rizzoli, 1985, p. 544, ISBN978-88-17-33463-1. - BUR, 1989-2006; Collana I Classici della Storia, Mondadori, 2011.
^Mcfadden R., Stanley Karnow, 87, journalist and author. International Herald Tribune [serial online]. 2013.
^Lewis A. 'The end is inevitable, but not predictable': two-time Pulitzer prize winner and former New York times columnist Anthony Lewis, NF '57, remembers Stanley Karnow, NF '58. Nieman Reports [serial online]. 2013;(4):52.
^North, Don. "An interesting man in interesting times: Stanley Karnow: restless, skeptical, petulant and compulsively inquisitive, to the end." Vietnam, 2013, p. 46.