Il nome generico (Stipa) deriva da una parola greca il cui significato è "stoppa, lino, fibra, cordame" in riferimento alle infiorescenze piumose o plumose di alcune specie di questo genere.[2] L'epiteto specifico (tirsa) deriva da un nome vernacolare della specie usato nella steppa russa meridionale.[3]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico ed entomologo russo, nato in Finlandia, Christian von Steven (Fredrikshamn, Finlandia, 1781 - Simferopol, Crimea, 1863) nella pubblicazione "Bulletin de la Société Imperiale des Naturalistes de Moscou. Moscow" (Bull. Soc. Imp. Naturalistes Moscou 30(2): 115) del 1857.[4]
Queste piante arrivano ad una altezza di 4 - 10 dm. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee densamente cespugliose, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.[5][6][7][8][9][10][11]
La parte aerea del fusto è eretta (spesso incurvata all'apice); alla base è avvolta da fibre biancastre. I culmi in genere hanno 5 nodi. Gli internodi dei culmi sono glabri distalmente.
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole; è inoltre glabra.
Ligula: la ligula, nelle foglie basali, è breve o quasi nulla; nelle foglie cauline è lunga 1 mm. I bordi della ligula sono cigliati.
Lamina: le foglie sono rigide (hanno uno strato continuo di sclerenchima sulla faccia inferiore) con lamina filiforme, capillare e conduplicata, con apice sottile e più o meno aristato. In sezione trasversale si presenta con 2 - 3 coste per lato con forme arrotondate (2 - 3 volte più larghe che alte); la pelosità si presenta su tutta la superficie delle coste. Diametro delle foglie rotonde: da 0,3 - 0,4 mm a 1 - 2 mm.
Le infiorescenze sonoInfiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, formate da alcune spighette solitarie, hanno la forma di una pannocchia lineare e contratta. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Alla base le infiorescenze sono abbracciate dalle foglie. Lunghezza della pannocchia: 35 – 55 cm.
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, con forme lanceolate e affusolate, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un fiore fertile senza estensione della rachilla. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto il fiore fertile. Lunghezza della spighetta: 40 – 80 mm.
Glume: le glume sono diseguali con delle reste che superano la lunghezza del fiore; le glume sono persistenti.
Palea: la palea è un profillo meno lungo del lemma.
Lemma: i lemmi sono molto grandi con la linea dorsale dei peli (vedi immagine) più lunga di quelle subdorsali, mentre le linee marginali non raggiungono l'apice. I lemmi terminano con delle lunghe reste. Lunghezza del lemma: 15 - 18 mm.
Il perianzio è ridotto e formato da tre lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).
Distribuzione: in Italia questa specie è rara e si trova con discontinuità al Nord. Fuori dall'Italia, nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimento delle Alpes-Maritimes). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Monti Balcani e nei Carpazi.[13] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo questa specie si trova nell'Europa Centrale e Orientale (esclusa la parte settentrionale); si trova anche nella Transcaucasia e in Anatolia.[14] Fuori dall'Europa questa specie si trova in Asia temperata (Siberia, Asia centrale sovietica, Caucaso e Asia occidentale).[11]
Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i pascoli aridi e sassosi. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[13]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare da 200 a 1.200 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.
La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Stipa fa parte della sottofamiglia Pooideae e raccoglie un centinaio di specie distribuite nelle zone temperate in tutto il mondo (soprattutto Asia e Europa).[5][6]
Il genere di questa specie (Stipa) fa parte della supertribù Stipodae L. Liu, 1980 (tribù Stipeae, Clade I Eurasiatico). La supertribù Stipodae è il quarto nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri tre sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae e Melicodae).[15]
La specie di questa voce fa parte del Gruppo di Stipa pennata; un gruppo polimorfo costituito da diverse specie che si distinguono soprattutto per la pelosità delle foglie e dei lemmi. I caratteri principali del gruppo sono: il portamento è densamente cespuglioso con culmi eretti (alla base sono avvolti da fibre biancastre); le foglie sono rigide (hanno uno strato continuo di sclerenchima sulla faccia inferiore) con lamina sottile e conduplicata; la ligula è breve o quasi nulla; le pannocchie hanno delle forme lineari e sono pauciflore; le spighette hanno un solo fiore; le glume sono diseguali con reste; i lemmi hanno delle lunghe reste piumose (20 – 30 cm). Gli habitat tipici per queste specie sono i prati aridi steppici.
Nella flora spontanea italiana, oltre alla S. tirsa, il gruppo è formato dalle seguenti specie:
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 13 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).