Tageteae Cass., 1819 è una tribù di piante spermatofite dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1]
Il nome della tribù deriva dal suo genere più importante Tagetes L. (sottotribù Pectidinae Less.) che a sua volta deriva, secondo la documentazione fornitaci dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708), da "Tages" o "Tagus", dio etrusco degli inferi e nipote di Giove.[2][3]
Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico e naturalista francese Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione "Journal de Physique, de Chimie, d'Histoire Naturelle et des Arts - 88: 162." del 1819.[4]
La tribù comprende prevalentemente specie erbacee, annuali o perenni, ma anche specie arbustive e in rari casi arboree o acquatiche. Queste piante sono ricche di sostanze volatili aromatiche (monoterpeni) che producono un caratteristico odore. Alcune specie (generi Flaveria e Pectis) usufruiscono di una via differente per la fissazione della CO2 chiamata fotosintesi C4 o Ciclo C4.[5]
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alternato o opposto; la forma delle lamine varia da filiforme a ampiamente ovata; il contorno può essere semplice, pennato o bipennato; possono essere presenti delle ghiandole traslucide.
Le infiorescenze sono formate da capolini, solitamente di tipo radiato (raramente discoidi), terminali o raggruppati in aperti panicoli. I peduncoli talvolta sono fistolosi. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse squame (o brattee) al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Gli involucri, con forme da cilindriche a emisferiche oppure campanulate, sono composti da più ranghi (1–5) di brattee; a volte alla base è presente un calice esterno. Le brattee sono subuguali oppure scalate in altezza; possono essere libere oppure fuse; la superficie può essere ricoperta da ghiandole di diversi tipi. Il ricettacolo, con forme da piatte a coniche, è usualmente privo di brattee ("epaleato"), oppure in alcune specie è provvisto di minute scaglie o setole; inoltre nella maggior parte delle specie è ricco di sacche ghiandolari.
Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi), raramente possono essere tetrameri oppure esameri. I fiori del raggio sono femminili, sono ligulati (zigomorfi) con corolla biloba, di colore per lo più giallo, in alcuni casi bianco o rosso-arancio. I fiori del disco sono ermafroditi (raramente sono funzionalmente maschili), sono actinomorfi ed hanno corolle tubolari a 5-6 lobi, talora con 1-2 lobi più grandi degli altri, di solito di colore giallo. Il calice è ridotto ad una coroncina di squame.[7]
L'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.[7] Le antere sono fortemente sclerificate (raramente possono essere prive di sclerite). Le appendici delle antere hanno una forma deltata e sono glabre (sono prive di tricomi ghiandolari). Le celle dell'endotecio hanno in genere 1 - 2 (raramente 2 - 4) ispessimenti polari.
Il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli sincarpici.[7]. Lo stilo è unico e con due stigmi conforme da acute a strettamente affusolate nella parte apicale. Le superfici stigmatiche sono ampie e parallele e usualmente non confluiscono all'apice. Le appendici degli stigmi, mancanti o poco sviluppate, sono papillose, ma non vascolarizzate. Raramente i bracci dello stilo sono corti o arrotondati e fusi ad eccezione degli apici sempre presenti.
I frutti sono acheni, di forma grossolanamente da cilindrica a strettamente fusiforme, raramente sono compressi; sono a coste o striati; nella maggior parte delle specie è presente un pappo con poche o tante scaglie o setole; a volte è presente solo un anello di scaglie; raramente è assente.[1] Gli acheni sono caratteristicamente provvisti di uno strato di fitomelanina, una sostanza organica che garantisce resistenza contro gli attacchi batterici e da parte degli insetti.[8]
La famiglia di appartenenza del gruppo (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale e comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). La sottofamiglia (Asteroideae) è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Tageteae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Tageteae a sua volta è suddivisa in 6 sottotribù (più alcuni generi incertae sedis)
Nella sua storica classificazione delle Asteraceae del 1819 Cassini inquadra le Tagetinee come sottoraggruppamento della tribù Heliantheae. Nel 1981, Harold Ernest Robinson, basandosi su caratteri morfologici microscopici dei flosculi propone una suddivisione delle Heliantheae in 35 sottotribù e incorpora le Tagetinae nella sottotribù Pectidinae.[11]
Più recentemente studi filogenetici hanno portato a scorporare le Tageteae, elevandole al rango di tribù a sé stante.[12][13] Assieme a Heliantheae sensu stricto, Bahieae, Chaenactideae, Coreopsideae, Madieae, Millerieae, Neurolaeneae, Perityleae, Polymnieae ed Eupatorieae formano il clade Phytomelanic cipsela, caratterizzato dalla presenza nella cipsela di uno strato di fitomelanina.
I rapporti filogenetici tra le varie tribù di tale raggruppamento sono illustrati dal seguente cladogramma:[14]
Phytomelanic cipsela clade |
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La tribù delle Tageteae risulta monofiletica. All'interno della tribù, da un punto di vista filogenetico, si individua un gruppo di taxa (i quattro generi incertae sedis e le sottotribù Clappiinae e Pectidinae) che può essere considerato il "core" delle Tageteae; la sottotribù Flaveriinae risulta “gruppo fratello” di questo gruppo centrale. Le altre sottotribù si trovano in una posizione più "basale".[15] Il cladogramma tratto dalla pubblicazione citata e semplificato dimostra la conoscenza filogenetica attuale (2015) della tribù.
La tribù Tageteae comprende 32 generi e circa 300 specie, raggruppate in 6 sottotribù:[13][16][17][18]
Sottotribù Clappiinae
Comprende 1 genere e 1 specie:[19]
Sottotribù Coulterellinae
Comprende 1 genere e 1 specie:[19]
Sottotribù Flaveriinae Comprende 3 generi e circa 30 specie:[19]
Sottotribù Jaumeinae
Comprende 1 genere e 2 specie:[19]
Sottotribù Pectidinae
Comprende 21 generi e circa 230 specie:[19]
Sottotribù Varillinae
Comprende 1 genere e 2 specie:[19]
Genere incertae sedis:[19]
Per meglio comprendere ed individuare le varie sottotribù della tribù l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche.[5]
L'areale della tribù abbraccia la zona temperata calda e la zona tropicale del Nuovo Mondo, dal sud degli Stati Uniti al Sud America, con un centro di biodiversità sugli altipiani del Messico; un'unica specie, Flaveria australasica, è presente in Australia.[1]
Sottotribù | Distribuzione |
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Clappiinae | USA (zone del sud-ovest) e Messico (zone del nord-est). |
Coulterellinae | Baja California (Messico) |
Flaveriinae | America e Australia |
Jaumeinae | America |
Pectidinae | America |
Varillinae | USA (sud - ovest) e Messico (settentrionale). |
I generi non assegnati alla tribù (incertae sedis) sono distribuiti tra gli USA meridionali e il Messico.[5]
I dati filogenetici suggeriscono che le Tageteae si siano sviluppate in Messico e che da lì si siano diffuse, per radiazione adattativa, con almeno tre eventi radiativi indipendenti in Sud America.[20]
Diverse specie di Tageteae sono note come piante nutrici delle larve di alcuni lepidotteri, tra cui Melanchra persicariae (Noctuidae), Nathalis iole (Pieridae), Leucaloa eugraphica, Rhodogastria amasis, Saenura flava, Spilosoma lineata, Spilosoma scita e Teracotona submacula (Erebidae).[21]