Teignmouth Melvill | |
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Teignmouth Melvill in abiti civili. | |
Nascita | Londra, 8 settembre 1842 |
Morte | Isandlwana, 22 gennaio 1879 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno Unito |
Forza armata | British Army |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1865-1879 |
Grado | Tenente |
Comandanti | Lord Chelmsford |
Guerre | Nona guerra di frontiera Guerra anglo-zulu |
Battaglie | Battaglia di Isandlwana |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Historical Dictionary of the Zulu Wars[1] | |
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Teignmouth Melvill (Londra, 8 settembre 1842 – Isandlwana, 22 gennaio 1879) è stato un militare britannico, che durante la guerra anglo-zulu del 1879 prese parte alla battaglia di Isandlwana dove fu decorato con la Victoria Cross alla memoria.
Nacque a Londra l'8 settembre 1842, figlio di Philip Melville, segretario del Dipartimento militare della Compagnia britannica delle Indie orientali.[2] Effettuò gli studi presso la Harrow School di Harrow, il Cheltenham College di Cheltenham, e poi presso il Trinity College di Cambridge.[3]. Arruolatosi nel British Army nel 1865, con il brevetto di sottotenente fu assegnato al 24º Reggimento fanteria "South Wales Borderers", e venne promosso tenente il 2 dicembre 1868.[2] Con il suo reggimento prestò servizio a Malta, Gibilterra, e dal 1875 nella Colonia del Capo.[2] Dopo aver passato l'esame di ufficiale di Stato maggiore, all'atto dello scoppio della nona guerra di frontiera (1877-1879) con gli Xhosa ricevette l'ordine di unirsi allo stato maggiore ivi operante.[2]
Dopo lo scoppio della guerra anglo-zulu seguì il suo reparto, il 1º Battaglione del 24º Reggimento fanteria, che faceva parte della colonna n.2 agli ordini diretti del colonnello Richard Thomas Glyn, forte di 4.709 uomini, comprendente anche il Quartiere generale del comandante in capo Lord Chelmsford.[4] Partecipò all'attacco al kraal nemico di Sirayo, sul Sobanthu River, il 12 gennaio 1879.[5]
Quando la mattina dal 22 gennaio il tenente colonnello Henry Burmester Pulleine assunse il comando del campo di Isandlwana, disponeva di sei compagnie del I Battaglione del 24º Reggimento, una sezione d'artiglieria con 70 uomini, e un reparto di nativi che comprendeva anche i 118 cavalleggeri dei "Natal Carabineers" e "Natal Police".[5] Alle 10:00 Pulleine venne raggiunto dal colonnello Anthony William Durnford con i cavalleggeri del "Natal Native Horse", le compagnie D e E del I battaglione del "Natal Native Contingent" e la batteria di lanciarazzi del maggiore Broadfoot Russell.[5] Una volta arrivato Durnford si consultò con il collega, che gli chiese di assumere il comando perché più anziano, cosa che rifiutò.[5] Inoltre i due ufficiali non vollero ascoltare i consigli di Paul Kruger, un boero, che suggeriva di adottare un cerchio di carri (laager)[6] difensivo, e Durnford, ritenendo che gli zulù volessero colpire alle spalle la colonna di Chelmsford, uscì poi in ricognizione con parte[N 1] delle forze.[7] Alle 11:30 il tenente Raw avvistò l'armata degli zulu diretta, secondo la strategia elaborata da Cetshwayo, contro le linee di comunicazioni inglesi al comando del settantenne inKosi Ntshingwayo kaMahole Khozab, coadiuvato dall'inKosi Mavumengwana kaNdlela.[8] Forte di 22.000 guerrieri, essa era composta dalle Izimpi uNODWENGU (3.500 uomini al comando del principe Mavumengwana kaNdlela) e uNDI (3.400 uomini al comando del principe Dabulamazi kaMpande), e dai sei Amabutho (reggimenti autonomi) KHANDEMPEMVU, uMBONAMBI, uDLOKO, iNGOBAMAKHOSI, uVE, uNOKHONKHE (15.000 guerrieri complessivi).[5] Ntshingwayo kaMahole Khozab distaccò la Izimpi uNDI, al comando dell'inKosi Dabulamazi kaMpande, con un reggimento di rinforzo, contro il deposito di Rorke's Drift, e con il corpo principale di diresse contro la posizione di Isandlwana.[7] Dopo aver attraversato velocemente la valle del Ngwebeni, l'armata di Ntshingwayo kaMahole Khozab dilagò nella piana di Nquthu dove fu avvistata dagli inglesi.[7] Il tenente Raw ritenne, erroneamente, che si trattasse di un reggimento nemico e ne informò immediatamente Durnford, che 15 minuti dopo si diresse contro di esso, scoprendo così di avere di fronte l'armata principale avversaria.[7] Invece di ritirarsi e raggiungere il campo base, schierò i suoi uomini in linea di fronte per impegnare combattimento, e inviò messaggi a Pulleine informandolo del fatto.[7] Trovandosi a due chilometri di distanza dal campo principale costrinse Pulleine ad allungare le già scarse linee dei fucilieri, rendendo anche difficoltoso l'approvvigionamento delle munizioni.[7] La batteria di razzi del maggiore Broadfoot fu subito travolta, e poco dopo Dumford perse il controllo della battaglia, ordinando ai suoi uomini oramai a corto di munizioni di ripiegare verso il campo principale, dove già gli zulu stavano dilagando dopo aver rotto le linee inglesi.[7] A quel punto il contingente di nativi si diede alla fuga, aprendo nuove falle nell'esiguo schieramento inglese.[7] Pulleine ordinò quindi al suo aiutante, il tenente Teignmouth Melvill,[9] coadiuvato dal parigrado Nevill Coghill, di "salvare i colori", portando in salvo la bandiera della Regina del 24º Reggimento.[10] Tuttavia l'impresa non riuscì, e i due ufficiali, inseguiti dagli zulu, vennero uccisi sulla riva sud del fiume Mzinyathi, dove poi vennero rinvenuti i loro corpi.[11] La bandiera sfuggì alla cattura e fu ritrovata dieci giorni dopo sulle rive del fiume.[12] Successivamente per onorarne il coraggio, nel 1907 la Regina Vittoria insignì entrambi gli ufficiali della Victoria Cross, massima onorificenza militare inglese.[13] La sua medaglia si trova esposta presso il Regimental Museum of The Royal Welsh in Brecon, Powys, Galles.
Nel film del 1979 Zulu Dawn diretto da Douglas Hickox il suo personaggio è stato portato sullo schermo dall'attore James Faulkner.[14] Suo figlio, Charles Melvill (1878–1925), servì anch'egli nel British Army, e promosso maggior generale fu comandante del New Zealand Army.[15]