Il nome generico (Titanotrichum) deriva da due parole greche: "titanoj" (= calce, gesso) e "trixoj" (= capelli) il cui significato può essere "peli con secrezioni gessose".[2]; mentre L'epiteto specifico (oldhamii) è stato dato in ricordo del botanico Richard Oldham (1837-1864) che ha fatto ricerche in Cina e nell'Isola di Formosa per conto del "Royal Botanic Gardens" di Kew.[3]
Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dal botanico e professore universitario germanico Hans Solereder (1860-1920) nella pubblicazione "Berichte der Deutschen Botanischen Gesellschaft - xxvii. 400" del 1909[4], il nome scientifico del genere è stato definito dallo stesso botanico (Hans Solereder) nella pubblicazione "Berichte der Deutschen Botanischen Gesellschaft - xxvii. 393" sempre del 1909[5], mentre il nome della tribù è stato definito dal botanico contemporaneo W. T. Wang nella pubblicazione "Flora Reipublicae Popularis Sinicae. Beijing - 69: 577" del 1990.[6][7]
Il portamento di questa specie è erbaceo perenne con indumento pubescente. Gli steli sono da ascendenti a eretti, con forme affusolate e altezze da 20 a 50 cm. La parte ipogea è formata da rizomi squamosi e carnosi.[1][8][9]
Le fogliecauline lungo il fusto sono disposte in modo alterno, sono più o meno anisofille, sono picciolate ed hanno delle forme da lanceolate o ellittiche a ovoidi, acuminate all'apice e con bordi seghettati. Gli stomi sono anomocitici ossia sono circondati da un numero limitato di cellule annesse (in realtà quest cellule sono più simili alle restanti cellule epidermiche). Lunghezza del picciolo: 0,3 - 6,5 cm. Dimensione delle foglie medie: larghezza 4,5 - 12,5 cm; lunghezza 10–27 cm.
Le infiorescenze, racemose e ramificate, spesso sono formate da bulbilli ascellari asessuati e fiori distintamente pedicellati. Sono presenti delle brattee da lanceolate a lineari lunghe 5–10 mm.
Formula fiorale: per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
* K (5), [C (2 + 3), A (2 + 2)], G (2), supero/infero, capsula/bacca.[9]
Il calice, gamosepalo (i sepali sono connati), è composto da 5 lobi o segmenti divisi fin quasi alla base; la forma in generale è campanulata, mentre i lobi hanno forme da lanceolate a strettamente triangolari. Lunghezza dei segmenti: 0,7 - 1,3 cm.
La corolla, gamopetala (composta da 5 petaliconnati), ha una forma tubulare-cilindrica bilabiata. Il colore è giallo con punteggiature violaceo-marrone all'interno. Lunghezza della corolla: 3 - 4,5 cm. Lunghezza della parte tubulare: 2,6 - 3,7 cm. Dimensioni del labbro adassiale: 4,5 - 6 x 5 mm. Dimensioni del labbro abassiale: 6 - 8 x 8 mm.
L'androceo è formato da 4 stamididinami e adnati alla base della corolla. I filamenti sono glabri. Le antere sono coerenti ed hanno una deiscenza longitudinale; sono provviste di logge (o teche) confluenti verso l'apice. Gli stami sono inclusi nella corolla (non sporgenti). È presente uno staminoide. Lunghezza dei filamenti: 2,2 - 2,7 cm.
Il gineceo ha un ovario bicarpellare e uniloculare con placentazione parietale; la forma dell'ovario è ovoide; lo stilo è unico con stigma bilobo. Lunghezza dello stilo: 1,8 - 2,8 cm (lunghezza del pistillo completo 2 - 3 cm). Lunghezza adassiale dello stigma: 0,4 - 0,8 mm. Lunghezza abassiale dello stigma: 1,2 mm.
I frutti sono delle capsule con numerosi semi con delle testate striate-reticolate. Dimensione delle capsule: larghezza 3 - 5,5 mm; lunghezza 6–8 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Questa pianta è inoltre soggetta alla riproduzione asessuata da bulbilli. I bulbilli si generano soprattutto nel periodo di agosto e settembre, alla fine della stagione della fioritura; sono piccoli e numerosi (dimensione 1 - 2,5 mm) e si trovano all'interno dell'infiorescenza in posizione ascellare. Sono costituiti da una piccola porzione di gambo sormontato da alcune brattee e racchiudono un minuto meristema apicale.[10]
La distribuzione di questa specie è asiatico-orientale: Borneo, Sumatra, Taiwan, Cina e Giappone (meridionale). L'habitat è quello tipico delle aree ombreggiate nelle valli con quote tra i 100 e 1200 ms.l.m..
La famiglia di appartenenza di questa specie (Gesneriaceae) comprende da 140 a 150 generi con 3500 specie (147 generi e circa 3460 specie[1]) distribuite soprattutto nell'area tropicale e subtropicale tra il Vecchio e Nuovo Mondo[8]. Altre pubblicazioni indicano più precisamente in 126 generi e 2850 specie la consistenza della famiglia.[9][11] Secondo le ultime ricerche di tipo filogenetico[1] la famiglia è suddivisa in tre (o quattro) sottofamiglie. La specie Titanotrichum oldhamii appartiene alla sottofamiglia Gesnerioideae (tribù Titanotricheae).
Tradizionalmente questa specie viene descritta all'interno della famiglia delle Scrophulariaceae; ma recenti studi morfologici, molecolari e genetici di diversi campioni provenienti da Taiwan, Giappone e Cina continentale, condotti da Wang & Cronk[12], suggeriscono che Titanotrichum deve essere collocato all'interno delle Gesneriaceae, e non essendo collegato a nessun genere del Vecchio Mondo deve essere inserito in una propria tribù nella sottofamiglia Gesnerioideae. Tuttavia la specie Titanotrichum oldhamii con la sua infiorescenza racemosa, i rizomi squamosi, i semi appendiculati e la produzione di bulbilli, è anomala all'interno del Gesneriaceae; inoltre il suo rapporto con altri generi e la sua posizione sistematica all'interno della famiglia non è ancora stata chiarita definitivamente.[7]
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 2 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).