Matthay nacque a Clapham, nel Surrey, nel 1858 da genitori provenienti dalla Germania settentrionale e che diventarono cittadini naturalizzati britannici. Nel 1871 entrò alla Royal Academy of Music dove studiò pianoforte con William Dorrell e Walter Macfarren e composizione con Sterndale Bennett e Arthur Sullivan. Terminati gli studi, insegnò pianoforte nella stessa istituzione, dal 1876 al 1925. Con Frederick Corder e John Blackwood McEwen, fondò la Society of British Composers nel 1905.
Nel 1903, dopo oltre un decennio di osservazione, analisi e sperimentazione, pubblicò The Act of Touch, un volume enciclopedico che influenzò la pedagogia pianistica in tutto il mondo anglofono.[1] Dato che numerosi studenti si dimostrarono interessati alle sue intuizioni, due anni dopo aprì la Tobias Matthay Pianoforte School, prima a Oxford Street per poi trasferiral nel 1909 a Wimpole Street, dove rimase per i successivi 30 anni. Ben presto divenne noto per i suoi principi di insegnamento, che sottolineavano il giusto tocco del pianoforte e l'analisi dei movimenti del braccio. Scrisse diversi libri aggiuntivi sulla tecnica pianistica che gli portarono riconoscimenti internazionali; nel 1912 pubblicò Musical Interpretation, che analizzava i principi di un'efficace musicalità.
Molti dei suoi allievi portarono avanti l'opera di insegnamento del maestro, contribuendo a definire la didattica pianistica inglese moderna; tra questi York Bowen, Myra Hess, Clifford Curzon, Moura Lympany, Ernst Read, Arnold Bax. Nel 1920, Hilda Hester Collens, che aveva studiato con Matthay dal 1910 al 1914, fondò in suo onore una scuola di musica a Manchester denominata Matthay School of Music; successivamente venne ribattezzata Northern School of Music, un'istituzione predecessore del Royal Northern College of Music.
Sua moglie Jessie Kennedy, che sposò nel 1893, scrisse una biografia dedicata al marito, che pubblicò postuma nel 1945. Tobias Matthay morì nella sua casa di campagna a Haslemere nel 1945, all'età di 87 anni.
Durante la prima parte della sua carriera, nel periodo tra il 1870 e il 1890, Matthay compose le sue principali opere, incluse due sinfonie, alcune ouverture da concerto e diverse opere concertanti per pianoforte, per poi dedicarsi alla tecnica e alla didattica del pianoforte. Molte delle sue composizione smisero di essere suonate e rimasero dimenticate per molti anni, per essere poi riscoperte negli anni 2000.[2][3]
Solamente l'Ouverture sinfonica di maggio, scritto nel 1883, e il Concert Piece in la minore per pianoforte e orchestra, formato da un unico movimento scritto al 1883 e rivisto nel 1908, ottennero un buon successo all'epoca. Il Concert Piece divenne il suo lavoro più popolare, anche se la sua prima londinese ai Proms avvenne solamente nel 1909, 25 anni dopo la sua pubblicazione; il solista per quell'evento fu York Bowen, suo allievo.[4] Nel 1922 Myra Hess lo eseguì, sotto la direzione di Matthay, alla Queen's Hall alla presenza del re e della regina per la celebrazione del centenario della Royal Academy of Music.
Matthay scrisse anche composizioni per musica da camera, in particolare il Quartetto per pianoforte Op.20 del 1882. Si dedico inoltre al pianoforte, scrivendo un gran numero di opere;[5] le 31 variazioni e derivazioni su un tema originale, scritte nel 1891 e riviste nel 1918, furono una delle sue opere più importanti del primo periodo, mostrando l'influenza che Liszt e Wagner ebbero su di lui[6]
Durante e dopo la prima guerra mondiale, Matthay si concentrò sul pianoforte, abbandonando il suo stile complesso a favore di brani più brevi e di carattere più vicini alle opere di Schumann. Nel 1933 registrò alcuni di questi, tra cui Twilight Hills e Wind Sprites dalla Suite On Surrey Hills Op.30 del 1919, così come Prelude e Bravura da Studies in the Form of a Suite (1887) .[7][8]
Una raccolta quasi completa delle opere per pianoforte pubblicate è conservata presso l'International Piano Archives dell'Università del Maryland; fu donata da James Matthew Holloway, che deteneva documenti originariamente in possesso della pianista Denise Lassimonne, di cui Matthay si prese cura dopo la morte di suo padre, nominandola in seguito sua erede. Molte delle partiture contengono correzioni, marcature editoriali e commenti dello stesso Matthay.[9]