L'Università degli Studi di Brescia venne istituita con la legge n. 590 del 1982. Nel gennaio del 1983 il presidente dell'Eulo Bruno Boni sottoscriveva l'atto formale di intesa con la nuova Università degli studi di Brescia, impegnandosi ad anticipare le spese di gestione e di investimento necessarie. L'Ateneo era nell'occasione rappresentato da Attilio Gastaldi, presidente del comitato tecnico amministrativo che resse l'ente fino al dicembre 1983,[3] prima di essere sostituito dal consiglio di amministrazione, la cui prima seduta si tenne nel febbraio 1984.[4]
Nel novembre 1983 fu nominato il primo rettore, Augusto Preti, che mantenne l'incarico per ventisette anni. L'opzione per la sede bresciana di alcuni docenti ordinari provenienti da Parma e da Milano aveva permesso subito l'avvio autonomo delle facoltà di medicina e ingegneria; diversamente la facoltà di economia venne retta per circa due anni da un comitato ordinatore presieduto da Innocenzo Gasparini. Nel 1996 fu istituita la facoltà di giurisprudenza.
Il sigillo di ateneo, ad opera di Fabrizio Senici, è stato creato nel 1985 prendendo spunto da una xilografia[5][6] del XV secolo di Bartolomeo Miniatore.[7][8][9][10] L'immagine in forma circolare commemora la città mediante alcuni dei monumenti storici che la caratterizzano: il castello sulla sommità del colle Cidneo, il palazzo della Loggia, la torre dell'Orologio, il Duomo nuovo, la torre del Broletto, il Duomo vecchio e le antiche mura con due porte.[11][12] Nella parte superiore del sigillo, seguendo la forma circolare, è riportata la denominazione ufficiale in lingua latina dell'università: Universitas·Studiorum·Brixiæ.
Il logo, depositato il 4 settembre 2009 e registrato il 30 novembre 2010, riprende i tratti del sigillo precedente con l'apposizione della scritta "Università degli Studi di Brescia", realizzata con il carattereAvenir.
In accordo con il comune di Brescia si scelse di posizionare le sedi di medicina e ingegneria a nord della città, presso gli Spedali Civili, in nuovi edifici costruiti appositamente. La sede della macro area di medicina e chirurgia trova posto in viale Europa, mentre la sede della macro area di ingegneria è situata in via Branze; a queste due macro aree afferiscono due biblioteche condivise.
Economia e giurisprudenza sorgono invece nel centro della città, nell'area dell'ex convento di San Faustino, sede degli uffici generali di segreteria. L'area del dipartimento di economia è collocata, dal 2001, negli edifici del complesso dell'ex monastero di Santa Chiara, siti nell'omonima contrada; nel 2006 vi si aggiunsero i laboratori informatici, ospitati nell'ex cinema Brixia di via San Faustino. Il dipartimento di giurisprudenza si trova, dal 1999, presso palazzo Calini ai Fiumi in via San Faustino. Nel palazzo delle Mercanzie in corso Mameli si trovano ulteriori aule (fra le quali quella intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) e studi dei docenti di giurisprudenza. Nel 2007 è stata inaugurata la nuova biblioteca interfacoltà di economia e giurisprudenza in vicolo dell'Anguilla, presso l'ex convento di Santa Maria del Carmine. Il rettorato ha sede presso il prestigioso palazzo Martinengo Palatini situato in piazza del Mercato, mentre altri uffici dell'ateneo sono collocati presso palazzo Bettoni in via Gramsci. Nello stesso anno, all'interno di tutte le sedi dell'ateneo, è stata attivata la rete wireless per gli studenti.[13]
Centro universitario interdipartimentale di ricerca sull'adattamento e rigenerazione tissutale e d'organo (ARTO)
Centro di studio per la diagnosi e la cura delle neoplasie endocrine e delle malattie della tiroide (NET)
Centro universitario interdipartimentale di ricerca di modelli integrati di studio per la tutela della salute e la prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro (MISTRAL)
Centro di studio e ricerca di sismologia applicata e dinamica strutturale (CeSiA)
Brixia University Press nacque nel 2012 come marchio grazie alla collaborazione dell'università con Editrice La Scuola;[15][16][17] il passo successivo fu l'istituzione, tra il 2016 e il 2017, di una propria casa editrice in seno all'ateneo.[18][19]
^L'identità di Bartolomeo Miniatore è discussa. Talvolta individuato come personaggio a sé, per altri sarebbe da identificarsi in Bartolomeo di Benincà da Ferrara, o ancora da ritenersi uno pseudonimo di Cristoforo Landino.
^ Alessia Vezzoni, Epistolografia, in Umberto Eco (a cura di), Storia della civiltà europea, Il Cinquecento. Letteratura e teatro, EncycloMedia Publishers, 2014, ISBN9788897514763. URL consultato il 20 aprile 2022. Ospitato su treccani.it.
^Manuale d'identità visiva (PDF), Università degli Studi di Brescia, maggio 2017. URL consultato il 20 aprile 2022.
^Identità visiva, su unibs.it. URL consultato il 20 aprile 2022.
Valentino Volta (a cura di), La Cittadella degli Studi. Chiostri e palazzi storici dell'Università di Brescia, Milano, Jaca Book, settembre 2006, ISBN9788816603585.