Wetlugasaurus | |
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Ricostruzione di Wetlugasaurus angustifrons | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Amphibia |
Ordine | † Temnospondyli |
Sottordine | † Stereospondyli |
Superfamiglia | † Capitosauroidea |
Genere | † Wetlugasaurus |
Specie | |
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Il wetlugasauro (gen. Wetlugasaurus) è un anfibio estinto, appartenente ai temnospondili. Visse all'inizio del Triassico inferiore (Induano/Olenekiano, circa 251-250 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Russia e in Groenlandia.
Questo animale possedeva un cranio grande e appiattito, di forma quasi triangolare se visto dall'alto. Il cranio era lungo poco più di 20 centimetri e l'animale intero doveva raggiungere il metro di lunghezza; era quindi piuttosto piccolo se rapportato a forme simili ma leggermente successive, come Cyclotosaurus o Xenotosuchus. Wetlugasaurus possedeva numerosi caratteri primitivi nel cranio: il frontale era escluso dal bordo mediale dell'orbita, le corna tabulari erano appuntite e dirette posteriormente, l'incisura otica era molto aperta ma ristretta posteriormente, le coane erano ampie e ovali, l'occipite profondo, l'area postglenoide della mandibola era breve e ristretta posteriormente in vista dorsale e la staffa possedeva un forame stapediale. Wetlugasaurus possedeva tuttavia anche alcuni caratteri derivati, tipici dei capitosauri: la fila di denti transvomerini era a forma di V, e non era presente la fila di denti parasinfisali.
Il genere Wetlugasaurus venne istituito da Riabinin nel 1930, sulla base di alcuni fossili ritrovati lungo il fiume Vetluga nella provincia di Yaroslav, in Russia. La specie tipo, Wetlugasaurus angustifrons, era basata su un cranio quasi completo, ma negli anni seguenti vi vennero attribuiti altri fossili, precedentemente ascritti ai generi Benthosuchus e Melosaurus. Altre specie provenienti dalla Russia sono W. samarensis e W. malachovi; dalla Groenlandia proviene invece W. groenlandicus.
Wetlugasaurus è l'unico capitosauroide in cui il frontale è escluso dal margine orbitale, una condizione primitiva che si verifica anche in Benthosuchus e negli Heylerosauridae. Riabinin (1930) usò questo carattere per distinguere Wetlugasaurus da 'Parotosaurus', citando questa differenza come di primaria importanza. Wetlugasaurus è relativamente comune nel Triassico inferiore della Russia, e diverse specie sono state descritte dai sedimenti dell'Induano russo, dove si trovano spesso in associazione con Benthosuchus. Difatti una stretta relazione tra questi due generi è stata suggerita da Romer (1947), e Wetlugasaurus è stato talvolta posto nella famiglia Benthosuchidae sensu lato (Huene, 1956; Shishkin, 1964). Save-Soderbergh (1935) considerò invece Wetlugasaurus in una famiglia a sé stante (Wetlugasauridae), una situazione che è stata considerata un estremo esempio di 'splitting' da Welles & Cosgriff (1965). Hartmann-Weinburg & Kuzmin (1936) sono stati i primi a riconoscere Wetlugasaurus come un capitosauride primitivo. D'altra parte Welles & Cosgriff (1965) posero in sinonimia Wetlugasaurus con 'Parotosaurus', e considerarono le differenze tra i due generi di scarso valore tassonomico. Cosgriff & Defauw (1987) furono d'accordo con tale sinonimia. In particolare, l'inclusione o l'esclusione del frontale dal confine orbitale è stato citato da questi studiosi come di poco valore tassonomico. Tuttavia, la sinonimia di Wetlugasaurus con Parotosuchus ha ricevuto scarso sostegno. L'analisi filogenetica mostra che l'inclusione del frontale nel bordo orbitale avvenne una volta nell'ambito dei Capitosauroidea, in un clade non comprendente Wetlugasaurus; Wetlugasaurus è stato quindi considerato il capitosauroide più primitivo (Damiani, 2001; Schoch, 2013).
Qui sotto viene mostrato un cladogramma tratto dallo studio di Fortuny e colleghi (2011) che mostra le relazioni filogenetiche dei capitosauri:
Stereospondyli |
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