Xantone | |
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Nome IUPAC | |
9H-9-xantenone | |
Nomi alternativi | |
dibenzo-γ-pirone 9-oxoxantene | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C13H8O2 |
Massa molecolare (u) | 196,19 |
Aspetto | solido cristallino incolore |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 201-997-7 |
PubChem | 7020 |
SMILES | C1=CC=C2C(=C1)C(=O)C3=CC=CC=C3O2 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Solubilità in acqua | poco solubile |
Coefficiente di ripartizione 1-ottanolo/acqua | 3,39 |
Temperatura di fusione | 176,4 °C (449,5 K) |
Temperatura di ebollizione | 351 °C (624 K) |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Frasi R | 36/37/38 |
Lo xantone (nome sistematico: 9H-9-xantenone) è un composto organico eterociclico aromatico, la cui formula molecolare è C13H8O2.[1]
In condizioni ambiente è un solido cristallino incolore, solubile in alcool, etere, benzene e cloroformio, ma molto poco in etere di petrolio.[2]
Lo xantone è il capostipite di una famiglia di polifenoli eterociclici naturali, ma anche semisintetici o sintetici, noti come xantoni e che sono ampiamente diffusi nel regno vegetale.[3] Diversi studi hanno dimostrato la loro attività come antiossidanti, antimicrobici, antinfiammatori, antiaggreganti piastrinici e antimalarici.[4] Lo xantone è stato introdotto nel 1939 come insetticida e larvicida.[5]
Il nome xantóne deriva dall'unione di «xant(ene)-» con il suffisso «-one»;[6] «xant-» viene dal greco ξανθός (xanthós), di color giallo;[7] «-one» è il suffisso generale usato per designare la presenza di un gruppo carbonilico (>C=O) nei chetoni.
Lo xantone è un composto termodinamicamente stabile, che si forma esotermicamente: ΔHƒ° = -196,8 ± 3,6 kJ/mol.[8]
Lo xantone è una molecola planare, la sua simmetria appartiene al gruppo puntuale C2v.[9]
Si forma dallo xantene, un etere diarilico, per ossidazione del metilene a ponte[10]
>CH2 + [O] → >C=O + H2O)
ma può essere preparato per riscaldamento del salicilato di fenile.[11]
Nella sua molecola sono presenti una funzione chetonica (chetone diarilico) e una eterea (etere diarilico), entrambe contenute nell'anello centrale non aromatico. Quest'ultimo ha la struttura del γ-pirone, dal quale lo xantone deriva per condensazione di due anelli benzenici, e da questo fatto viene l'altro suo nome di dibenzo-γ-pirone.[12]
Tuttavia, il carbonile e l'ossigeno etereo, essendo connessi da un doppio legame C=C, formano nel loro insieme un lattone vinilogo,[13] che è anche sede di una seconda forma di risonanza con separazione di carica; questa concorre ad accentuare la polarizzazione della densità elettronica verso l'ossigeno carbonilico, che è già presente in un carbonile non coniugato:
O−C=C−C=O ↔ +O=C−C=C−O−
Infatti, lo xantone è un composto alquanto polare, il suo momento dipolare è μ = 2,99 D (1,86 D per l'acqua).[14] Tuttavia, questa risonanza funziona al meglio nel γ-pirone tal quale, dove non c'è interferenza con gli anelli aromatici, presenti invece nello xantone. Il γ-pirone (p. fus. 33 °C) è infatti significativamente più polare (3,79 D).[15]
Inoltre, la presenza dei due anelli benzenici, oltre a far aumentare di molto il punto di fusione dello xantone (176,4 °C), lo rende più idrofobico: la sua solubilità in acqua è molto bassa: 2,6 mg/L (1,3×10−5 M).[4]