Yakovlev Yak-5

Yakovlev Yak-5
Descrizione
Tipoaereo da addestramento
Equipaggio1
ProgettistaUnione Sovietica (bandiera) OKB 115
Data primo volo7 settembre 1944
Utilizzatore principaleUnione Sovietica (bandiera) V-VS
Esemplari1
Dimensioni e pesi
Lunghezza7,3 m
Apertura alare10,5 m
Superficie alare17,0
Peso a vuoto770 kg
Peso max al decollo940 kg
Propulsione
Motoreuno Shvetsov M-11D
radiale 5 cilindri raffreddato ad aria
Potenza115 hp (86 kW)
Prestazioni
Velocità max250 km/h (135 kt)
Autonomia450 km (243 nmi)
Armamento
Mitragliatriciuna ShKAS calibro 7,62 mm

dati sono estratti da "Yakovlev Aircraft since 1924"[1]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia

Lo Yakovlev Yak-5 (in russo Яковлев Як-5?)[N 1] fu un aereo da addestramento monoposto, monomotore e monoplano ad ala bassa, progettato dall'OKB 115 diretto da Aleksandr Sergeevič Jakovlev[N 2] e sviluppato in Unione Sovietica negli anni quaranta.

Derivato dal precedente Yakovlev UT-2 biposto e destinato ad equipaggiare i reparti di addestramento alla caccia della Voyenno-Vozdushnye Sily, l'aeronautica militare sovietica, durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, fu il primo modello Yakovlev ad introdurre l'elica a passo variabile. Benché durante le prove di volo si fosse rivelato idoneo, la sua produzione in serie non venne mai avviata per la diffidenza verso la sua struttura, ancora realizzata principalmente in legno, al quale fu preferito lo Yak-18 di costruzione metallica.

Storia del progetto

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1944 lo Yakovlev UT-2 era l'addestratore primario standard con cui erano equipaggiati i reparti da addestramento dell'aviazione sovietica, tuttavia per le sue caratteristiche di essenzialità, il modello si rivelò carente nel preparare efficacemente i piloti destinati a velivoli più sofisticati. Per ovviare al problema l'OKB 115 avviò la progettazione di una sua variante più sofisticata, l'UT-2L (УТ-2Л), dalla struttura rivista che integrava un'unica cabina di pilotaggio biposto in tandem chiusa da un lungo cupolino, adottava ipersostentatori nei profili alari e apparecchiature per il volo strumentale.[2][3]

Allo stesso tempo l'OKB sviluppò un modello monoposto basandosi sul progetto dell'UT-2L e destinato all'addestramento alla caccia. Il velivolo, indicato come Yak-5, era un monoplano ad ala bassa di costruzione interamente lignea che, a differenza dell'UT-2, aveva rimosso l'abitacolo anteriore e adottato un cupolino scorrevole sulla cabina di pilotaggio posteriore. Si intervenne anche sul carrello d'atterraggio, adottando una soluzione retraibile nel piano alare al posto del carrello fisso dell'UT-2. Per la propulsione venne adottato uno Shvetsov M-11D, motore aeronautico radiale a cinque cilindri raffreddato ad aria in grado di erogare una potenza pari a 115 hp (86 kW) abbinato ad un'elica bipala a passo variabile. Il modello, equipaggiato con un'apparecchiatura radio ricetrasmittente, poteva essere dotato di una mitragliatrice ShKAS calibro 7,62 mm, camerata per il munizionamento 7,62 × 54 mm R, sincronizzata e sparante attraverso il disco dell'elica.[4][5]

Impiego operativo

[modifica | modifica wikitesto]

Il prototipo dello Yak-5 si alzò in volo per la prima volta il 7 settembre 1944.[6] Durante le successive prove di volo i piloti collaudatori che si susseguirono ai suoi comandi sostennero la bontà del progetto apprezzandone le doti di manovrabilità e il velivolo superò con successo la valutazione ufficiale. Tuttavia né l'UT-2L né lo Yak-5 vennero avviati alla produzione in serie in quanto il comando dell'aeronautica sovietica riteneva che gli aerei in legno stessero diventando obsoleti, il che avrebbe comportato la produzione del pari ruolo Yak-18 interamente metallico nel tardo 1945.[5][6] L'unico esemplare di Yak-5 rimase distrutto in un incidente di volo quando, durante l'esecuzione di un frullino[N 3], si verificò un cedimento strutturale dell'ala in legno facendo precipitare il velivolo.[6][7]

Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica
  1. ^ Da non confondere con il prototipo I-28, anch'esso indicato dalla bibliografia di settore Yak-5, ma che fu una delle quattro varianti previste derivate dal modello Yak-1.
  2. ^ La denominazione del "costruttore" risulta scritta in modo diverso da quella del "progettista" poiché nel secondo caso la traslitterazione del cognome è effettuata secondo il sistema "ISO 9", impiegato come standard convenzionale nelle pagine di Wikipedia in lingua italiana.
  3. ^ Il frullino, in lingua inglese snap roll, è una manovra acrobatica simile alla vite, dove si applica al velivolo una rotazione senza l'uso degli alettoni, rimanendo tuttavia in volo orizzontale.
  • Yakovlev Yak-5, in L'Aviazione - Grande enciclopedia illustrata, vol. 12, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1988, p. 240, ISBN non esistente.
  • Christopher Chant, Aerei della Seconda Guerra Mondiale, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1977, ISBN non esistente.
  • (EN) Herbert Leonard, Encyclopaedia of Soviet Fighters 1939-1951, Parigi, Histoire & Collections, 2005, ISBN 2-915239-60-6.
  • (EN) Yefim Gordon, Dmitriy Komissarov e Sergey Komissarov, OKB Yakovlev - A History of the Design Bureau and its Aircraft, Hinckley - UK, Midland Publishing, 2005, ISBN 1-85780-203-9.
  • (EN) Bill Gunston, The Osprey Encyclopedia of Russian Aircraft 1875–1995, London, Osprey, 1995, ISBN 1-85532-405-9.
  • (EN) Bill Gunston e Yefim Gordon, Yakovlev Aircraft since 1924, London, Putnam, 1997, ISBN 0-85177-872-0.
  • (RU) Vadim Borisovič Šavrov, История конструкций самолетов в СССР до 1938г, Издание 3-е, исправленное (Izdanie 3-e, ispravlennoe (3ª Ed. riveduta)), Moskva, Mashinostroenie, 1994, ISBN 5-217-02528-X.

Pubblicazioni

[modifica | modifica wikitesto]
  • (RU) К. Г. Удалов e Ю. С. Дорошенко, Самолет Як-5, in Наши крылья, n. 06, Авико Пресс, 2005.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]