Yield (album)

Yield
album in studio
ArtistaPearl Jam
Pubblicazione3 febbraio 1998
Durata48:31
Dischi1
Tracce14
GenereHard rock
Rock alternativo
Grunge
EtichettaEpic Records
ProduttoreBrendan O'Brien
RegistrazioneStudio Litho and Studio X, Seattle, Southern tracks recording, Atlanta
FormatiLP, CD, MC
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[1]
(vendite: 50 000+)

Bandiera della Polonia Polonia[2]
(vendite: 50 000+)

Pearl Jam - cronologia
Album precedente
(1996)
Album successivo
(1998)
Singoli
  1. Given to Fly/U
  2. Wishlist/Leatherman

Yield è il quinto album in studio del gruppo statunitense Pearl Jam, pubblicato nel 1998.[3][4][5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Venne pubblicato il 3 febbraio 1998 da Epic con una custodia in digipack.

La prima versione pubblicata in Italia conteneva un inserto con la traduzione di alcune delle canzoni presenti sull'album voluto dal cantante Eddie Vedder il quale, durante un tour in Italia, si era fatto tradurre dall'italiano all'inglese i testi delle sue canzoni così come erano riportati in un libro in italiano; rimastone deluso decise di inserire nel nuovo album la traduzione in italiano corretta di quello che lui intendeva esprimere nei testi delle sue canzoni.[6]

«Tra ottobre e dicembre dello scorso anno, mentre ero in Italia, mi sono emozionato nello scoprire un libro con la traduzione completa, dall'inglese all'italiano, di tutte le canzoni che avevo scritto per i Pearl Jam. Più tardi quella stessa sera, l'ho fatto vedere a dei miei amici e mi sono fatto tradurre in inglese la versione italiana: ne sono rimasto orripilato, era un libro pieno di menzogne. Se ciò che avevo composto aveva un senso positivo, era interpretato negativamente. Non erano le mie canzoni, ma c'era il mio nome e sulla copertina c'era anche la mia faccia. Cosa deve fare un ragazzo ? Ora, ci sono circa 8 miliardi, 354 mila, 986 problemi in questo mondo che sono più importanti di questo… Comunque, per chiunque fosse interessato alla questione, o che ha cercato di capire le parole delle canzoni, ho tentato di avere e di inserire nel prossimo disco delle traduzioni adeguate… Così eccole qua. Se ci sono discordanze prendetevela con me e non con Francesca... Sono conosciuto per cambiare una riga o due all'ultimo minuto Grazie per l'ascolto... e per la lettura»

E' il primo in cui tutti i componenti hanno partecipato attivamente anche alla sua concezione e alla scrittura dei brani.[7]

Dopo il precedente album in cui si erano concessi numerose sperimentazioni, No Code, producono un disco che segna almeno in parte un ritorno alle origini, in cui si possono ritrovare parecchie delle caratteristiche di Vitalogy; un rock molto pulito, con pochi effetti sonori o saturazioni.

Do the Evolution è una canzone che esprime la rabbia verso la civiltà del consumismo, considerata anche come "fine dell'evoluzione". È la prima canzone dai tempi di Ten ad avere un video.

La canzone No Way, scritta per intero da Stone Gossard, si caratterizza per un sottofondo chitarristico ipnotico e ossessivo, che conferisce al brano un'atmosfera inquieta.

L'album è caratterizzato da un sound più vicino a quello degli esordi. Fu l'ultimo disco dei Pearl Jam con Jack Irons alla batteria.[8] Venne realizzato un videoclip per il singolo Do The Evolution con un cartone animato di Todd McFarlane dove però la band non compare.[6] Le foto a corredo dell'album furono realizzate da Vedder.[4]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

L'album entrò al secondo posto della classifica americana dove permase nelle settimane seguenti fino a diventare disco di platino con oltre 2 milioni di copie vendute.[5][6]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Brain of J. (McCready, Vedder) - 2:59
  2. Faithful (McCready, Vedder) - 4:18
  3. No Way (Gossard) - 4:19
  4. Given to Fly (McCready, Vedder) - 4:01
  5. Wishlist (Vedder) - 3:26
  6. Pilate (Ament) - 3:00
  7. Do the Evolution (Gossard, Vedder) - 3:54
  8. Untitled (The Color Red) (Irons) - 1:06
  9. MFC (Vedder) - 2:27
  10. Low Light (Ament) - 3:46
  11. In Hiding (Gossard, Vedder) - 5:00
  12. Push Me, Pull Me (Ament, Vedder) - 2:28
  13. All Those Yesterdays (Gossard) - 4:05
  14. Hummus (ghost track dal minuto 5:05 al minuto 7:50).

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (NL) Goud/Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 15 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
  2. ^ (PL) bestsellery i wyróżnienia, su Związek Producentów Audio-Video. URL consultato il 14 dicembre 2022.
  3. ^ The History of Rock Music. Pearl Jam: biography, discography, reviews, best albums, ratings, su www.scaruffi.com. URL consultato il 26 maggio 2024.
  4. ^ a b Redazione, Pearl Jam - Yield, su Musicoff Community, 4 ottobre 2011. URL consultato il 26 maggio 2024.
  5. ^ a b RTL 102,500 HIT RADIO S.R.L, Pearl Jam, annunciata un'edizione di "Yield" per i 25 anni - Radiofreccia, su rtl.it. URL consultato il 26 maggio 2024.
  6. ^ a b c Rockol com s.r.l, √ Pearl Jam, 25 anni di “Yield”: 5 storie da conoscere, su Rockol. URL consultato il 26 maggio 2024.
  7. ^ Recensione Pearl Jam - Yield, su Metallized.it. URL consultato il 26 maggio 2024.
  8. ^ Rockol com s.r.l, √ Pearl Jam, 25 anni di “Yield”: 5 storie da conoscere, su Rockol. URL consultato il 26 maggio 2024.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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