Štefan Uher (Prievidza, 4 giugno 1930 – Bratislava, 29 marzo 1993) è stato un regista slovacco, uno dei fondatori del movimento della Nová vlna.
Si laureò alla facoltà di cinema e televisione dell'Accademia di Arte delle Muse di Praga[1] nel 1955. Fra i suoi colleghi all'accademia c'erano i futuri registi Martin Hollý e Peter Solan che iniziò a lavorare presso gli studi cinematografici Koliba[2] di Bratislava dopo la laurea.
Uher incominciò dal cortometraggio. Il suo primo lungometraggio fu "Noi della 9A" (My z deviatej A, 1962) sulla vita di un gruppo di studenti quindicenni e sulla loro scuola. "Il sole nella rete" (Slnko v sieti) fu il suo secondo lungometraggio.
Uher fece seguire "Il sole nella rete" da altri due film con lo stesso autore-scenografo Alfonz Bednár e con il cineoperatore Stanislav Szomolányi, successivamente professore di cinematografia all'Università dello Spettacolo[3]: "L'organo" (Organ, 1964),[4] e "Le tre figlie" (Tri dcéry, 1967).
La colonna sonora originale de "Il sole nella rete" è di Ilja Zeljenka, un compositore di avanguardia di musica concreta, che aveva collaborato con Uher anche in "Noi della 9A" e che continuò la sua collaborazione per altre sei pellicole.[5]
L'ultimo film di Uher e di Szomolányi, "Allevava cavalli sul cemento" (Pásla kone na betóne, 1982) è rimasta una delle produzioni più popolari del cinema slovacco fino agli anni 2000.[6]
Nel 1989 lo Stato gli conferì il titolo di Artista nazionale.
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