21 cm Mörser 18 | |
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Tipo | Obice pesante |
Origine | Germania |
Impiego | |
Utilizzatori | Heer Regio esercito |
Conflitti | Seconda guerra mondiale |
Produzione | |
Progettista | Krupp |
Data progettazione | 1933 |
Costruttore | Krupp |
Date di produzione | 1939-1945[1] |
Ritiro dal servizio | 1945 |
Numero prodotto | 711[1] |
Descrizione | |
Peso | 16 700 kg |
Lunghezza canna | 6 510 mm |
Calibro | 211 mm |
Peso proiettile | 113 kg |
Velocità alla volata | 550 m/s |
Gittata massima | 14 500 m |
Elevazione | -6°/+70° |
Angolo di tiro | 16° sull'affusto 360° sulla piattaforma |
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Il 21 cm Mörser M. 18, abbreviato in 21 Mrs 18[2], era un obice pesante tedesco da 210 mm sviluppato dalla Krupp ed impiegato nella seconda guerra mondiale.
Questo potente obice fu sviluppato dalla Krupp nel 1933 per sostituire gli obsoleti 21 cm Mörser 16 della Grande Guerra. Entrò in produzione a basso ritmo nel 1939. La produzione fu interrotta nel 1942 in favore del 17 cm Kanone 18 in Mörserlafette, più piccolo ma con gittata doppia; la produzione ripartì però nel 1943 fino alla fine della guerra[1].
Gli oltre 700 pezzi prodotti furono assegnati alle unità di artiglieria pesante da assedio e da costa. Queste armi furono utilizzate per esempio contro le difese costiere di Sebastopoli e furono tra le armi più utilizzate dall'artiglieria costiera tedesca, dalla quale fu schierato sul Vallo Atlantico ed in Norvegia[3].
L'innovativo affusto a doppio rinculo era impiegato per il 17 cm Kanone 18 in Mörserlafette e nel corso della guerra ad esso furono adattate alcune bocche da fuoco da 15 cm K 16 e da 15 cm SK C/28, ottenendo rispettivamente i 15 cm Kanone M. 16 in Mörserlafette ed i 15 cm Schiffskanone C/28 in Mörserlafette.
La bocca da fuoco, lunga 30 calibri, era del tutto tradizionale, con un otturatore a cuneo orizzontale. L'affusto invece era molto innovativo: l'obice era infatti una delle prime armi (la prima prodotta in grandi numeri) ad impiegare un sistema a doppio rinculo. La canna rinculava normalmente sulla sua culla, munita di un grosso freno di sparo superiore; l'affustino, sul quale era incavalcata la culla, rinculava a sua volta sulle lisce laterali del sottoaffusto, cui era collegato da altri due cilindri idraulici. Questo sistema dissipava le notevoli forze di rinculo in gioco e forniva una piattaforma di tiro molto stabile.
L'enorme obice per il traino meccanico veniva scomposto in due vetture: la canna veniva infatti smontata e trasportata su un apposito carrello mentre all'affusto ruotato veniva agganciato un avantreno. Alla messa in batteria del pezzo, una piattaforma, integrata con l'affusto, veniva abbassata al suolo e le due grandi ruote venivano sollevate. Tutto il pezzo poggiava così stabilmente sulla piattaforma e sul vomero della coda dell'affusto ed era pronto per il fuoco. La piattaforma era ancorata al suolo tramite due tiranti collegati a portavomeri con quattro picchetti ciascuno. Se settore orizzontale di 16° consentito dal solo affusto non era sufficiente, il vomero posteriore veniva sollevato ed un ruotino permetteva di brandeggiare tutto il pezzo, imperniato sulla piattaforma, su 360°.