Afropithecus turkanensis | |
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Cranio dell’Afropithecus turkanensis | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Mammalia |
Sottoclasse | Theria |
Infraclasse | Eutheria |
Superordine | Euarchontoglires |
Ordine | Primates |
Sottordine | Haplorrhini |
Infraordine | Simiiformes |
Superfamiglia | Hominoidea |
Famiglia | † Proconsulidae |
Sottofamiglia | † Afropithecinae |
Genere | † Afropithecus Leakey and Leakey, 1986 |
Specie | † A. turkanensis |
Nomenclatura binomiale | |
Afropithecus turkanensis Leakey and Leakey, 1986 |
Afropithecus turkanensis Leakey and Leakey, 1986 è un ominide del Miocene ritrovato nel sito di Kalodirr presso il Lago Turkana nel nord del Kenya.[1] L'età dell'Afropithecus è stata stimata tra 16 e 18 milioni di anni in base a tecniche di datazione radiometrica e studi geologici condotti da Broschetto e Brown dell'Università dell'Utah[1]. Nel sito di Kalodirr sono stati ritrovati complessivamente 46 reperti comprendenti cranio, mandibola, dentatura e reperti postcraniali.
Lo specimen di riferimento dell'Afropithecus turkanensis è indicato come KNM-WK 16999.[1]
I Leakey descrissero l'Afropithecus turkanensis come un grande ominoide, con smalto dentale piuttosto spesso,[2] con caratteristiche postcraniali simili al Proconsul nyanzae, che è la specie del Miocene più conosciuta in seguito al ritrovamento di centinaia di reperti fossili che hanno permesso di ricostruire quasi interamente lo scheletro; aveva caratteristiche craniali simili all'Aegyptopithecus zeuxis e dentatura come l'Heliopithecus leakeyi, i cui molari indicavano una diversificazione rispetto alle prime grandi scimmie catarrine. Su queste basi l'A. turkenensis viene a essere identificato come un primitivo quadrupede arboricolo simile al P. nyanzae, con morfologia facciale e caratteristiche dentali che suggeriscono una dieta a base di frutta dura.[3]
Il reperto KNM-WT 16999 comprende un lungo muso, lo scheletro facciale e frontale, buona parte della regione temporale, dello sfenoide e una dentatura adulta poco consunta con incisivi sporgenti; inoltre l'orbita destra pressoché completa, lo zigomo destro, il pterigoideo, la mascellare e premascellare. La superficie della parte mascellare destra, come pure lo smalto dei molari destri, sono andati perduti nel corso del tempo e rimpiazzati da cristalli di calcite che permettono di cogliere l'aspetto generale, ma non i singoli dettagli.[1]
Dalla dentatura sappiamo che il palato, che è quasi completamente calcificato, era poco profondo, lungo e stretto, con file di denti che convergono posteriormente anche se è probabile che in origine fossero quasi parallele. L'Afropithecus turkanensis aveva un diastema (separazione) di 6,5 mm tra il secondo incisivo e il canino.[4]
Lo spessore dello smalto dentale viene registrato per permettere il confronto tra i vari taxa e viene normale indicato come "sottile" o "spesso" in base a misure effettuate su denti usurati o fratturati in modo naturale. Dalle analisi dello smalto si ritiene che l'A. turkanensis sia il più antico ominoide caratterizzato da smalto "spesso", il che lo distingue dal Kenyapithecus.[4]
I reperti postcraniali come KNM-WK 16901 comprendono il perone destro (privo della prima porzione) e con dimensioni (184 mm) simili a quelle dei Pan troglodytes, il terzo metatarso destro, il quarto metatarso destro privo della testa, e la testa incompleta del primo metatarso.[1]
Altri reperti includono:[1]