Angraecum sesquipedale | |
---|---|
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
Ordine | Asparagales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Epidendroideae |
Tribù | VandeaeVandeae |
Sottotribù | Angraecinae |
Genere | Angraecum |
Specie | A. sesquipedale |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Ordine | Orchidales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Epidendroideae |
Tribù | Vandeae |
Sottotribù | Angraecinae |
Genere | Angraecum |
Specie | A. sesquipedale |
Nomenclatura binomiale | |
Angraecum sesquipedale Thouars, 1822 | |
Sinonimi | |
Aeranthes sesquipedalis |
Angraecum sesquipedale Thouars, 1822, nota come orchidea cometa, è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidacee, nativa del Madagascar.[1]
È chiamata anche orchidea di Darwin, perché colpì la fantasia del celebre naturalista il quale, analizzando il lungo sperone nettarifero del fiore di questa orchidea, ipotizzò l'esistenza di un lepidottero con una spirotromba lunga a sufficienza per raccoglierne il nettare. Questa ipotesi fu confermata soltanto 40 anni dopo (Darwin era nel frattempo deceduto): l'impollinatore di questa specie è la falena sfingide di Morgan, (Xanthopan morganii ).
È una pianta erbacea alta 30–40 cm, con foglie carnose che crescono appaiate lungo il fusto.
Usualmente cresce come epifita sulla corteccia dei rami e dei tronchi degli alberi[2], ma talora può anche svilupparsi come pianta litofita o anche come semi-terrestre[3][4].
Possiede lunghe radici aeree, di colore verde-argento. È priva di pseudobulbi.
I suoi fiori sono di colore bianco-verdastro, molto profumati, soprattutto durante le ore serali. I sepali e i petali formano una grande stella a sei braccia; dalla base del labello parte un grande sperone verdastro, lungo da 25 a 30 cm, la cui estremità è ripiena di nettare.
Fiorisce da giugno a novembre.
La morfologia del suo fiore colpì l'attenzione di Charles Darwin, che nel 1862 scriveva[5]:
«Questa specie, i cui grandi fiori esameri, simili a stelle formate di candida cera, hanno destato nel Madagascar l'ammirazione dei viaggiatori, non può non essere notata. Sotto il labello pende al basso un nettario verde di straordinaria lunghezza e simile ad una frusta. In parecchi fiori, che mi furono spediti dal signor Bateman, ho trovato nettarii lunghi undici pollici e mezzo, e solo la porzione inferiore fino alla lunghezza di un pollice e mezzo ripiena di nettare. Si può domandare, a quale scopo possa servire un nettario di una lunghezza tanto sproporzionata. Io penso che noi arriveremo a persuaderci, che la fecondazione della pianta è condizionata ad una tale lunghezza e alla presenza del nettare solo nella porzione inferiore. Restiamo stupiti che un insetto qualsiasi possa essere capace di raggiungere questo nettare. Le nostre specie inglesi di Sphingidae hanno proboscidi lunghe quanto il loro corpo; ma nel Madagascar devono esistere farfalle notturne la cui proboscide può essere allungata sino a dieci o undici pollici!»
L'ipotesi di Darwin, sulle prime accolta con sufficienza dagli entomologi, ricevette conferma nel 1873 in seguito alla scoperta in Brasile di alcune specie di sfingidi con spirotromba di dimensioni compatibili[6]. Nel 1871 Alfred Russel Wallace arrivò a proporre che l'insetto impollinatore potesse essere la falena africana Xanthopan morganii[7], ma solo nel 1903 gli entomologi Rothschild e Jordan individuarono il lepidottero sfingide impollinatore di questa orchidea, descritto come una sottospecie di X. morganii[8]. La falena fu da loro battezzata Xanthopan morganii praedicta, dove l'epiteto praedicta costituiva un riconoscimento alla "predizione" di Darwin. Successivamente la validità della sottospecie malgascia è stata messa in discussione, in quanto assimilabile alla specie continentale.
È una specie endemica del Madagascar[1], diffuso nelle foreste pluviali della costa orientale dell'isola, in aree con clima caldo ed abbondanti precipitazioni, dal livello del mare sino a circa 100 m di altitudine.