Baran | |
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una scena del film | |
Titolo originale | Baran / Hamsay-e khoda |
Lingua originale | Persiano/Dari |
Paese di produzione | Iran |
Anno | 2001 |
Durata | 94 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Majid Majidi |
Sceneggiatura | Majid Majidi |
Produttore | Majid Majidi, Fouad Nahas |
Casa di produzione | Fouad Nahas |
Distribuzione in italiano | Buena Vista International Italia |
Fotografia | Mohammad Davudi |
Montaggio | Hassan Hassandoost |
Effetti speciali | Mohsen Ruzbahani |
Musiche | Ahmad Pezhman |
Scenografia | Behzad Kazzazi |
Costumi | Behzad Kazzazi, Malek Jahan Khazai |
Trucco | Jahanjoo Jafary, Mohsen Mossavi, Affarine Sadeghi |
Interpreti e personaggi | |
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Baran è un film del 2001 diretto da Majid Majidi.
Lateef lavora come operaio in un cantiere edile a Teheran, insieme ad altri operai curdi e afgani.
Quando Najaf, un profugo afgano, lavoratore non in regola, ha un incidente di lavoro e deve smettere di lavorare, chiede di farsi sostituire dal figlio Rahmat, un ragazzo dall'apparenza molto fragile. A Lateef vengono dati incarichi molto più pesanti, e ciò fa sì che egli cominci a trattare male Rahmat, che però non risponde mai. Un giorno però Lateef scopre che Rahmat non è un ragazzo ma una ragazza, Baran. Egli decide di mantenere segreta la vera identità della ragazza, altrimenti il padre di lei perderebbe la sua sola fonte di sostentamento, e da quel momento fa di tutto per renderle più leggero il lavoro. Quando un ispettore del cantiere impone il licenziamento di tutti i lavoratori afgani irregolari, Baran è costretta a tornare in Afghanistan con la sua famiglia. L'ultima sequenza del film ci mostra per la prima e unica volta Baran vestita da donna. Mentre la famiglia si prepara a partire, i due ragazzi si danna l'addio senza dire una parola.
Baran, la protagonista femminile, non pronuncia una sola parola in tutto il film.