Carlo Calenda | |
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Segretario di Azione | |
In carica | |
Inizio mandato | 20 febbraio 2022[1] |
Presidente | Matteo Richetti Mara Carfagna |
Predecessore | Carica istituita |
Ministro dello sviluppo economico | |
Durata mandato | 10 maggio 2016 – 1º giugno 2018 |
Capo del governo | Matteo Renzi Paolo Gentiloni |
Predecessore | Federica Guidi |
Successore | Luigi Di Maio |
Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea | |
Durata mandato | 21 marzo 2016 – 10 maggio 2016 |
Predecessore | Stefano Sannino |
Successore | Maurizio Massari |
Viceministro dello sviluppo economico con delega al commercio estero | |
Durata mandato | 3 maggio 2013 – 20 marzo 2016 |
Vice di | Flavio Zanonato Federica Guidi |
Contitolare | Antonio Catricalà Claudio De Vincenti Teresa Bellanova |
Capo del governo | Enrico Letta Matteo Renzi |
Predecessore | Catia Polidori |
Successore | Dario Galli |
Vicepresidente di Scelta Civica | |
Durata mandato | 16 marzo 2013 – 23 maggio 2013 |
Vice di | Mario Monti |
Contitolare | Ilaria Capua |
Predecessore | Carica creata |
Successore | Maria Paola Merloni Luciano Cimmino Milena Santerini |
Senatore della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 13 ottobre 2022 |
Legislatura | XIX |
Gruppo parlamentare | Azione - Italia Viva - Renew Europe (dal 18/10/2022 al 8/11/2023) Misto - Az (dal 9/11/2023) |
Circoscrizione | Sicilia |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Europarlamentare | |
Durata mandato | 2 luglio 2019 – 12 ottobre 2022 |
Legislatura | IX |
Gruppo parlamentare | - S&D[2] (fino al 16/11/2021) - Renew Europe[3] (dal 17/11/2021) |
Circoscrizione | Italia nord-orientale |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Azione (dal 2019) In precedenza: SC (2013-2015) Ind. (2015-2018) PD (2018-2019) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Roma "La Sapienza" |
Professione | Dirigente d'azienda |
Firma |
Carlo Calenda (Roma, 9 aprile 1973) è un dirigente d'azienda e politico italiano, dal 13 ottobre 2022 senatore della Repubblica e dal 20 febbraio 2022 segretario di Azione, partito di cui è il principale fondatore nel 2019 e, fino alla sua elezione a segretario, il leader.
È stato ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni, e rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unione europea nel 2016.
Nato a Roma il 9 aprile 1973, è figlio di Fabio Calenda, economista, giornalista e scrittore, e della regista Cristina Comencini[4], fratello della sceneggiatrice Giulia e nipote di Paola, Eleonora e Francesca Comencini e del diplomatico Carlo Calenda, ambasciatore d'Italia in Libia, India e Nepal, e consigliere del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Suo prozio paterno era Felice Ippolito, uno dei promotori dello sviluppo dell'industria nucleare italiana, mentre suo nonno materno era il celebre regista Luigi Comencini, la cui moglie era la principessa Giulia Grifeo di Partanna, appartenente a una nobile famiglia siciliana.
Nel 1984, all'età di 11 anni, recita insieme alla madre nello sceneggiato televisivo Cuore, diretto dal nonno materno[4], dove interpreta lo scolaro protagonista Enrico Bottini, nell'unico suo ruolo come attore bambino. In tale occasione Carlo Calenda è stato doppiato da Giorgio Borghetti.[5]
Cresciuto nel rione di Roma Prati, Calenda frequenta il liceo classico Mamiani.[6] Secondo quanto riportato dallo stesso Calenda in un'intervista, a 18 anni, durante gli studi, iniziò a lavorare, vendendo fondi di investimento e polizze porta a porta, come consulente finanziario di Sanpaolo Invest[7], in seguito lavora per Prudential Sim e Southern Star.
Laureatosi in giurisprudenza all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"[8][9] con 107/110[10] comincia a lavorare per società finanziarie prima di approdare, nel 1998 in seguito a uno stage non retribuito, alla casa automobilistica Ferrari. In cinque anni a Maranello, prima come impiegato e poi da funzionario, arriva ad assumere i ruoli di responsabile gestione relazioni con i clienti e responsabile relazioni con le istituzioni finanziarie[4] sotto Luca Cordero di Montezemolo con cui costruisce un buon rapporto nell'ultimo periodo da dirigente del "Cavallino".[11][12] Successivamente lavora per Sky Italia in veste di responsabile marketing di prodotto e programmazione.[13]
Dopo l'elezione di Luca Cordero di Montezemolo alla presidenza di Confindustria nel 2004, viene nominato assistente del presidente[14] e poi direttore dell'area strategica e affari internazionali fino al 2008[13][15], dov'è stato anche l'autore di molti dei suoi discorsi[16]. Successivamente è direttore generale di Interporto Campano e presidente di Interporto Servizi Cargo.[13][17]
Calenda ha dichiarato di essere stato iscritto da giovane alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, l'organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano.[18]
È diventato padre della sua prima figlia, Tay, a sedici anni, da una relazione con una donna che frequentava sin da quando aveva quattordici anni.[19]
In seguito ha sposato la manager Violante Guidotti Bentivoglio, da cui ha avuto altri tre figli. Nel 2018 ha rivelato che la moglie è affetta da leucemia.[20]
Nel 2009, poco dopo la fondazione dell'associazione politica think tank centrista Italia Futura da parte di Luca Cordero di Montezemolo, venne chiamato da quest'ultimo per dirigerne l'organizzazione territoriale.[16]
A ottobre 2012 è tra i firmatari del manifesto politico "Verso la Terza Repubblica" di Italia Futura[21], che gli affida l'incarico di coordinare la scelta dei candidati per le politiche. Alle elezioni politiche del 2013 viene candidato alla Camera dei deputati, tra le liste di Scelta Civica - Con Monti per l'Italia (dove Italia Futura confluì) nella circoscrizione Lazio 1 in terza posizione[22], i risultati di Scelta Civica furono però inferiori alle aspettative e Calenda risultò il primo dei non eletti.[16]
Pochi mesi dopo le elezioni politiche, in seguito alla nascita del governo di larghe intese guidato da Enrico Letta e sostenuto tra gli altri da Scelta Civica, Partito Democratico (PD), Il Popolo della Libertà e Unione di Centro, il 3 maggio 2013 entra a fare parte del governo Letta, venendo nominato il 2 maggio dal Consiglio dei Ministri (CdM) viceministro dello sviluppo economico, affiancando insieme ad Antonio Catricalà il ministro Flavio Zanonato[23]. Con la caduta e la fine del governo Letta per volere del neo-segretario del PD Matteo Renzi per diventare Presidente del Consiglio, e alla nascita del suo governo, il 28 febbraio 2014 viene confermato viceministro al MISE dal CdM, con delega al commercio estero, affiancando la neo-ministra Federica Guidi.[24]
Come viceministro con delega al commercio estero ha condotto numerose delegazioni di imprenditori italiani all'estero e varato il piano straordinario per il made in Italy (legge n. 164/ 2014) con cui il Governo ha adottato una serie di misure volte ad ampliare il numero delle imprese, in particolare piccole e medie, che operano nel mercato globale, espandere le quote italiane del commercio internazionale, valorizzare l'immagine del Made in Italy nel mondo, sostenere le iniziative di attrazione degli investimenti esteri in Italia[14]. Si è battuto contro il riconoscimento del market economy status (il riconoscimento come economia di mercato) alla Cina.[25]
Il 5 febbraio 2015 abbandona Scelta Civica, assieme a numerosi dirigenti e diversi parlamentari del partito, e annuncia la sua intenzione di iscriversi al PD, ma tale annuncio non ha però avuto seguito se non tre anni dopo nel 2018.[16][26][27]
Il 20 gennaio 2016 viene nominato dal governo Renzi come Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea, sostituendo l'ambasciatore Stefano Sannino precedentemente nominato dal governo Letta, incarico che ha assunto il 21 marzo[28][29]. Questa scelta inconsueta di nominare una figura politica ed esterna rispetto a un agente diplomatico in tale posizione normalmente riservata ai diplomatici, come ammesso dal Ministro degli esteri Paolo Gentiloni, che pure ne aveva sostenuto la nomina, suscita le notevoli proteste da parte dei membri del corpo diplomatico italiano[30], a cui il governo ha difeso la decisione come parte delle proprie prerogative, per quanto eccezionale e riservata a situazioni molto particolari.[16][28][31]
Il 10 maggio 2016, due mesi dopo la nomina di Rappresentante dell'Italia all'UE, torna al governo come Ministro dello sviluppo economico, subentrando all'interim che Renzi aveva assunto a seguito delle dimissioni di Federica Guidi, coinvolta nell'inchiesta Tempa Rossa (centro di estrazione petrolifera in Basilicata), per via dell'intercettazione del fidanzato Gianluca Gemelli, scoppiata due settimane dopo essersi insediato a Bruxelles come Rappresentante dell'Italia all'UE.[16][32][33]
Il 12 dicembre 2016, a seguito delle dimissioni di Matteo Renzi da Presidente del Consiglio, per la bocciatura della riforma costituzionale Renzi-Boschi al referendum costituzionale, è stato confermato nell'incarico di ministro dello sviluppo economico nel nuovo governo presieduto da Paolo Gentiloni.[16][34]
Nell'ambito del suo incarico di ministro ha promosso e attuato per la prima volta in Italia un piano strategico di sviluppo industriale chiamato "Impresa 4.0" basato sulle dinamiche della cosiddetta Industria 4.0.[35]
Con l'insediamento del primo governo Conte il 1º giugno 2018, Calenda cessa definitivamente dalla carica di ministro, nella quale gli succede il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.
Il 6 marzo 2018, due giorni dopo la pesante sconfitta del PD alle elezioni politiche del 2018, annuncia la sua adesione al Partito Democratico, affermando: "Non bisogna fare un altro partito ma risollevare quello che c'è. Domani mi vado a iscrivere".[27][36]
A gennaio 2019 lancia Siamo Europei, un manifesto politico che pone come obiettivo la costruzione di una lista europeista e riformista unitaria in alternativa al blocco sovranista composto da Lega e Fratelli d'Italia, e a quello populista del Movimento 5 Stelle.[37]
Il 19 marzo ufficializza la propria candidatura da capolista della circoscrizione nord-orientale e il 30 marzo "Siamo Europei" presenta il simbolo della lista in comune con il PD, guidato dal presidente del Lazio e segretario del PD Nicola Zingaretti[38]. All'appello lanciato con il manifesto di Siamo Europei per la formazione di una lista unitaria rispondono, tra gli altri, Campo Progressista di Giuliano Pisapia, Democrazia Solidale, oltreché altri soggetti civici e politici anche a supporto esterno come Centristi per l'Europa.[37] Successivamente pure Articolo Uno giunge a un accordo con il PD per presentare propri candidati all'interno della lista.[39]
Alle elezioni europe del 2019 viene eletto europarlamentare con 279 783 preferenze nella circoscrizione Italia nord-orientale nella lista PD - Siamo Europei, arrivando primo fra i candidati della lista per numero di preferenze nella suddetta circoscrizione e risultando il candidato del Partito Democratico più votato in Italia.[40][41]
Il 23 luglio 2019 Calenda presenta alla Direzione nazionale del PD una mozione unitaria, approvata con ampia maggioranza, dove si ribadisce che Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono e rimarranno incompatibili perché divisi da valori opposti, e inoltre individua tre priorità evidenti su cui costruire immediatamente un piano per l'Italia: scuola e formazione, sanità e investimenti.[42]
Tuttavia il 28 agosto 2019, in seguito alla caduta del governo Conte I sostenuto da M5S e Lega e dopo numerosi appelli alla dirigenza del partito, annuncia l'uscita dal PD a seguito dell'ormai raggiunta intesa fra i democratici e il M5S per formare un governo, comunicando quindi di volere costituire Siamo Europei in un nuovo partito progressista.[43]
Il 21 novembre seguente lancia ufficialmente Azione, la sua nuova formazione politica di centro-sinistra[44][45], progressista[46][47] e riformista[48][49], insieme al senatore Matteo Richetti e a un comitato promotore. I riferimenti ideali del nuovo partito sono nelle tesi di Carlo Rosselli sul socialismo liberale[50][51], da cui il nome richiamante il Partito d'Azione[52][53], nel liberalismo sociale di Piero Gobetti,[54] e nel popolarismo di Don Luigi Sturzo.[52][55]
Benché abbia abbandonato il PD Calenda decide di restare comunque nella delegazione PD-Siamo Europei nel gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici per rispetto del mandato elettorale.[56]
In occasione del referendum costituzionale per l'approvazione della riforma basata sulla riduzione del numero di parlamentari a quattrocento deputati e duecento senatori, avviata dal governo Conte I guidato dalla Lega assieme al Movimento 5 Stelle e concluso dal governo Conte II guidato dalla coalizione M5S e PD, Calenda e il suo partito si sono schierati per il "No".[57]
Il 21 gennaio 2021 Calenda annuncia che alle prossime elezioni Azione e +Europa faranno parte di una lista "liberal democratica e riformista". Conferma arriva dalle segreterie dei due partiti con nota congiunta[58][59].
Il 18 ottobre 2020, ospite della trasmissione televisiva Che tempo che fa di Fabio Fazio, Calenda annuncia di volersi candidare a sindaco di Roma in vista delle elezioni amministrative del 2021[60]. All'indomani +Europa e Partito Repubblicano Italiano annunciano il loro sostegno[61], mentre ad aprile 2021 arriva anche quello di Italia Viva in vista delle amministrative a Roma, che nel frattempo vengono slittate a ottobre[62]. Il 24 maggio, nel corso di una conferenza stampa, presenta ufficialmente la sua candidatura lanciando la lista "Calenda Sindaco".[63]
Alla tornata elettorale Calenda raccoglierà il 19,81% dei voti (pari a 219 878), eleggendo 5 consiglieri comunali all'Assemblea Capitolina (due di Italia Viva), arrivando terzo dietro a Enrico Michetti del centro-destra (30,14%) e Roberto Gualtieri del centro-sinistra (27,03%), ma staccando, seppur di pochi voti, la sindaca uscente Virginia Raggi (19,09%). In un primo momento il leader del partito annuncia di voler rinunciare al seggio per concentrarsi sul suo lavoro di europarlamentare e leader di Azione, permettendo così il subentro del coordinatore del programma per le elezioni romane risultato primo dei non eletti[64]; successivamente ritorna sulla sua decisione, ritenendo di poter provare a organizzare la sua agenda per partecipare sia alle sedute del consiglio comunale romano sia a quelle dell'Europarlamento[65]. Infine, però, il 21 dicembre 2021 decide di far subentrare al ruolo di consigliere Francesco Carpano, convinto che possa svolgere pienamente e al meglio l'incarico.[66]
Il 17 novembre 2021 Calenda, dopo le parole del segretario del PD Enrico Letta sulla possibile convergenza del Movimento 5 Stelle nell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici[67], fuoriesce dal gruppo parlamentare europeo per entrare in quello di Renew Europe.[68]
Il 20 febbraio 2022, durante il primo congresso di Azione "L'Italia sul serio" presso il palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi a Roma, viene eletto per acclamazione come nuovo segretario del partito, mentre Matteo Richetti viene eletto presidente.[69]
In vista dei referendum abrogativi sulla giustizia del 2022, promossi dalla Lega di Matteo Salvini e dal Partito Radicale, si schiera per il "Sì" a tutti e cinque i quesiti.[70][71]
Con la caduta del governo Draghi e lo scioglimento anticipato delle Camere, il 2 agosto Azione e +Europa annunciano che si presenteranno alle elezioni politiche anticipate del 2022 nella stessa coalizione del Partito Democratico. I tre partiti firmano un accordo nel quale si impegnano a non candidare personalità divisive nei collegi uninominali[72]. Tuttavia il 7 agosto, a seguito dell'inclusione dell'Alleanza Verdi e Sinistra nella coalizione di centro-sinistra, Azione si ritira da quest'ultima[73]. Ciò provoca la rottura con +Europa, favorevole invece a continuare l'accordo con il PD.[74]
L'11 agosto Azione e Italia Viva annunciano la decisione di presentarsi alle elezioni politiche del 2022 con una lista elettorale unica nota informalmente come "Terzo polo", con Calenda indicato come leader[75][76], il quale si candiderà al Senato della Repubblica nel collegio uninominale Lazio - 02 (Roma Municipio XIV) e come capolista nei collegi plurinominali Emilia-Romagna 2, Lazio 1, Sicilia 1 e Veneto 2.[77]
Durante la campagna elettorale Calenda ha ribadito ripetutamente, assieme al Terzo Polo, la volontà di formare un secondo governo presieduto da Mario Draghi dopo il voto[77][78][79], nonostante Draghi stesso il 16 settembre abbia detto che non è disponibile per un secondo mandato[78][80][81].
Alla tornata elettorale Calenda viene sconfitto nel collegio uninominale di Roma Municipio XIV, superato dalla candidata del centro-destra, in quota Fratelli d'Italia, Lavinia Mennuni e del centro-sinistra, in quota +Europa, Emma Bonino, ma viene comunque eletto senatore nel collegio plurinominale Sicilia - 01[82], rassegnando le dimissioni dal Parlamento europeo il 12 ottobre 2022; mentre il risultato della lista è stato del 7,79% alla Camera e il 7,73% al Senato[83], superando di molto la soglia di sbarramento (del 3%) ma al di sotto dell'obiettivo di superare la doppia cifra.[84][85] Nella conferenza stampa post-elettorale Calenda ammette subito che l'obiettivo della doppia cifra non è stato raggiunto, e incolpa gli elettori che "Apprezzano Draghi ma poi votano chi urla di più" in riferimento sia all'alto consenso di cui gode Draghi sia all'exploit di Fratelli d'Italia.[86][87]
Dopo le elezioni politiche, il 3 ottobre 2022 Calenda annuncia che Azione e Italia Viva formeranno i gruppi parlamentari paritetici alla Camera e al Senato nella imminente legislatura, e che avvieranno una federazione tra i due partiti.[88]
L'8 dicembre 2022 Calenda firma con il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, l'accordo per la nascita ufficiale della federazione tra i partiti, in vista della confluenza in un nuovo partito unico, di cui Calenda diventa il presidente dell'ufficio di coordinamento, coerentemente con il ruolo di leader rivestito nella precedente tornata elettorale.[89][90][91][92]
Tuttavia ad aprile 2023, quattro mesi dopo la nascita della federazione tra Azione e Italia Viva, visti i risultati molto deludenti alle elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Friuli-Venezia Giulia, Calenda rinuncia all'idea del partito unico, motivando che non sono riusciti a trovare un accordo per fondersi.[93][94]
Nel maggio del 2024, dopo aver inizialmente dichiarato di non voler correre in prima persona alle elezioni europee del mese seguente, Calenda si candida infine capolista per Azione in tutte le circoscrizioni,[95][96] eccetto in quella nord-occidentale, dove si presenta all'ultimo posto.[96][97] Non riuscendo a superare la soglia di sbarramento del 4%, né Calenda né altri candidati di Azione vengono eletti al parlamento europeo.
Nonostante preferisca evitare etichette, ha dichiarato velatamente di appartenere all'area di centro-sinistra[98][99] e di essere liberalsocialista[100] e "socialdemocratico liberale",[101] ritenendo che libertà e progresso sociale debbano stare insieme.
Sostiene fortemente l'investimento e il miglioramento della sanità pubblica e dell'istruzione pubblica, con l'obbligo del tempo pieno in tutte le scuole.[102]
È favorevole alla diminuzione della pressione fiscale ritenendo che essa debba avvenire soprattutto attraverso il recupero dell'evasione fiscale mediante l'incrocio delle banche dati.[102]
Si dichiara favorevole al salario minimo[103] e a una fiscalità progressiva.[104] Inoltre sostiene fortemente il piano "Industria 4.0", ritenendo che quest'ultimo possa aiutare le imprese europee a rilanciare la capacità competitiva.[105]
Sostiene la parità di genere, proponendo a tale proposito: congedi parentali che equiparino uomo e donna per evitare così che le aziende preferiscano assumere uomini; trasparenza obbligatoria nelle retribuzioni e negli organici; percorsi di eliminazione e prevenzione degli stereotipi di genere nelle scuole, nelle università e nelle aziende; corsi di educazione sessuale in tutte le scuole pubbliche.[106] Propone inoltre quasi seimila nuovi centri antiviolenza, un nuovo sussidio per le vittime di violenza (per garantire loro autonomia e sicurezza per tre anni) e un «profondo sforzo educativo» per fermare e prevenire la violenza di genere.[107][108]
Sostiene la realizzazione di una transizione ecologica per portare a una diminuzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e del 100% entro il 2050 tagliando le emissioni nei settori che inquinano di più (come i trasporti), offrire un'alternativa alle auto e diverse forme di mobilità, comprese le alternative ai motori a combustibili fossili.[109]
Sulle politiche giovanili, sostiene la creazione di un nuovo sostegno al reddito che consenta ai giovani di «rendersi autonomi, spostarsi e formarsi»; la creazione di nuovi percorsi di formazione brevi e online «che li aiutino ad acquisire le competenze mancanti»; un supporto digitale per la ricerca del lavoro; una revisione del contratto di tirocinio; sgravi per le loro assunzioni.[106]
Riguardo alla prima infanzia, ha intenzione di rendere possibile una crescita e formazione adeguata per tutti i bambini, di permettere ai genitori la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare e di aumentare (di conseguenza) la natalità, mediante l'aumento delle strutture per la prima infanzia, l'aumento del numero di laureati che possono insegnare all'asilo nido, una revisione dei sistemi di controllo e monitoraggio della qualità dei servizi, asili nido gratuiti per la maggior parte degli italiani, ulteriori incentivi per famiglie che vivono in aree dove i servizi di prima infanzia sono sottoutilizzati.[106]
Riguardo alle politiche migratorie, oltre a essere favorevole allo ius soli, sostiene un «controllo severo delle frontiere, la regolarizzazione di chi ha un lavoro, rimpatri volontari incentivati per chi non lo ha, ampliamento del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, flussi di immigrazione legale controllata ed espulsione immediata di chi commette un reato». Ritiene che bisognerebbe «avere canali di immigrazione legali e collegati al lavoro, corridoi umanitari, gestione unitaria della politiche di integrazione e migration compact per gestire in Africa arrivi e respingimenti».[110]
In merito alla scuola, sostiene il rafforzamento della didattica nelle scuole secondarie di primo grado e la posticipazione della scelta professionalizzante di un anno «per dare competenze di base a tutti e contrastare la dispersione scolastica»; l'introduzione del tempo lungo e le mense in tutte le scuole; un nuovo servizio di orientamento, di supporto psicologico e di mediazione culturale; l'aumento delle retribuzioni degli insegnanti «incentivando un miglioramento qualitativo dell'insegnamento».[106]
In passato è stato definito un operaista per la sua forte attenzione verso i lavoratori piuttosto che verso le multinazionali straniere. Egli ha inoltre considerato questa definizione come un «grande complimento».[111]
Critico nei confronti della Terza via e sostenitore del bisogno di investimenti, di protezione e di difesa dell'occupazione, ritiene che la sinistra odierna debba basarsi su questi punti.[52][112][113] Pentendosi del suo passato da liberista ideologico, sostiene l'importanza per le democrazie liberali di recuperare il pragmatismo, e che il paradigma di riferimento debba essere il socialismo liberale.[114]
Sostiene la necessità di avere norme che vietino a rappresentanti politici con cariche di percepire compensi da governi stranieri.[115]
Si è detto favorevole a una legge elettorale maggioritaria a doppio turno o proporzionale con una soglia di sbarramento del 5%.
È favorevole ai matrimoni gay[117], alle unioni civili, ai diritti delle famiglie omogenitoriali[118][119], all'introduzione dello ius soli temperato[120] e alla legalizzazione dell'eutanasia, mentre è invece scettico sulla legalizzazione delle droghe leggere e contrario alla maternità surrogata.[121]
Calenda sostiene la reintroduzione dell'energia nucleare in Italia, affermando di voler costruire otto centrali nucleari nel paese con tre o quattro reattori ciascuna, per una potenza complessiva di 40 gigawatt, perché, a detta sua, offre energia «a basso costo», sicura, a bassa «dipendenza di approvvigionamento da fonti straniere» e che senza sarà «impossibile» per l'Italia rispettare gli accordi europei per l'ambiente, secondo cui entro il 2050 bisognerà raggiungere il traguardo di emissioni zero.[122][123]
Il 30 giugno 2022 presenta al Senato della Repubblica una mozione per chiedere al governo che il nucleare venga reintrodotto tra le fonti utilizzate dall'Italia per produrre energia, proponendo l'idea delle 8 centrali nucleari, da abbinare con l'uso di altre energie rinnovabili.[122][124] Durante la campagna elettorale delle elezioni politiche del 2022 ha ribadito tale posizione, che compare anche nel programma presentato dalla lista formata dal suo partito con Italia Viva.[124][125]
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