Cenchrus setaceus

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Penniseto allungato
Cenchrus setaceus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPanicoideae
TribùPaniceae
SottotribùCenchrinae
GenereCenchrus
SpecieC. setaceus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
GenereCenchrus
SpecieC. setaceus
Nomenclatura binomiale
Cenchrus setaceus
(Forssk.) Morrone, 2010
Sinonimi

Pennisetum ruppelii
Steud., 1841
Pennisetum setaceum
(Forssk.) Chiov., 1923

Nomi comuni

Erba fontana

Il penniseto allungato (Cenchrus setaceus (Forssk.) Morrone, 2010) è una pianta della famiglia delle Poacee.[2]

È una pianta erbacea perenne, a portamento cespitoso, alta fino a 1,20 m.

Le spighe sono rosa scuro e gradatamente schiariscono con la maturazione, creando così una varietà di sfumature di colore sulla stessa pianta.

Distribuzione e habitat

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La specie è nativa del Nord Africa, del Medio oriente e della penisola arabica.[2]
Introdotta dall'uomo in molte altre aree geografiche come pianta ornamentale, si è rivelata una specie altamente invasiva. Attualmente ha una notevole diffusione in Sudafrica, in America settentrionale (Bermuda, Hawaii, Arizona, California, Colorado, Florida, Louisiana, Nuovo Messico, Oregon, Tennessee, Nevada), nei Caraibi (Guadalupa e Porto Rico), in Indonesia e in Oceania (Figi, Polinesia Francese, Guam, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Palau e Australia).[3]
In Europa è presente nella Spagna meridionale e nelle isole Baleari, nella Francia meridionale ed in Italia (Sicilia, Sardegna e Calabria). In Italia è stata introdotta nel 1938 dall'Orto botanico di Palermo per essere sperimentata come pianta da foraggio[4], diffondendosi ben presto negli ambienti litoranei del palermitano ove ha trovato condizioni di vita ideali: a distanza di alcuni decenni dal suo primo insediamento si è ormai naturalizzata, costituendo una minaccia per gli equilibri fitocenotici dell'area, colonizzando habitat di consueto occupati dall'Ampelodesmos mauritanicus, con cui condivide le esigenze climatiche e nutritive; in alcuni casi è divenuto l'elemento dominante della composizione floristica della biocenosi nota come Penniseto setacei-Hyparrhenietum hirtae.[3]

  1. ^ (EN) Allen, R. 2018, Cenchrus setaceus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 6 ottobre 2024.
  2. ^ a b (EN) Cenchrus setaceus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 ottobre 2024.
  3. ^ a b Pasta S., Badalamenti M, La Mantia T, Tempi e modi di un'invasione incontrastata: Pennisetum setaceum (Forssk.) Chiov. (Poaceae) in Sicilia (PDF), in Naturalista sicil., S. IV, XXXIV (3-4), 2010, 487-525.
  4. ^ Mancuso S., Bell'abissina, in L'incredibile viaggio delle piante, Laterza, 2018, ISBN 9788858135099.
  • Mancuso, S. "L'incredibile viaggio delle piante." Editori Laterza: Bari-Roma, 2018.
  • Cronk, Q.C.B. and Fuller, J. Plant Invaders: The Threat to Natural Ecosystems. Chapman & Hall: London. World Wide Fund for Nature, 1995.
  • Tunison, J.T. Fountain grass control in Hawaii Volcanoes National Park: Management considerations and strategies. In C.P. Stone, C.W. Smith, and J.T. Tunison (eds.), Alien Plant Invasions in Native Ecosystems of Hawaii: Management and Research. Univ. Hawaii Coop. Natl. Park Resour. Studies Unit. Univ. Hawaii Press, Honolulu, 1992.
  • Gianguzzi L., Ilardi V, Raimondo F.M. La vegetazione del promontorio di Monte Pellegrino (Palermo) Quad. Bot. Amb. Appl. 1996 4: 79-137

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