Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans

Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans
Facciata
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Indirizzopiazza dell'Immacolata - Roma
Coordinate41°53′49.14″N 12°30′53.4″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria Immacolata
OrdineCongregazione di San Giuseppe
Diocesi Roma
Consacrazione19 marzo 1909
ArchitettoCostantino Schneider
Stile architettoniconeoromanico
Inizio costruzione1906
Completamento1909
Sito weboperasanpiox.org

La chiesa di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans è un luogo di culto cattolico di Roma, situato nel quartiere Tiburtino, in piazza dell'Immacolata.

La chiesa fu costruita per volere di papa Pio X tra il 1906 ed il 1909 su progetto elaborato dall'architetto Costantino Schneider e diretto dagli architetti Francesco e Carlo Strocchi[1], e fu solennemente consacrata dall'arcivescovo di Malines, il cardinale Desiré Mercier, il 19 marzo 1909. Essa fu dedicata a Santa Maria Immacolata, dogma proclamato da papa Pio IX (1854) e a Giovanni Berchmans, gesuita belga particolarmente devono all'Immacolata, come segno di riconoscenza verso i cattolici belgi che avevano dato un sostanzioso contributo economico per l'edificazione della chiesa.

La chiesa è sede parrocchiale, eretta da papa Pio X il 12 marzo 1909 con la lettera apostolica In ordinandis, ed affidata ai Giuseppini del Murialdo. Dal 1969 è sede del titolo cardinalizio dell'Immacolata al Tiburtino.[2]

Interno
Il complesso con il campanile, ispirato a quello di San Marco

La chiesa è in stile neoromanico con elementi neogotici. L'esterno è rivestito di mattoni a vista; la facciata è a salienti e presenta, al centro, il portale con lunetta musiva e, in alto, il rosone circolare. Il campanile, ispirato a quello di San Marco a Venezia ma di dimensioni minori (altezza 50 metri, lato 9,20 metri[3]), fu aggiunto in seguito, nel 1929;[4] esso ospita un concerto di sei campane fuse da Pasqualini di Fermo.[5]

L'interno è a croce latina a tre navate, con volte a crociera e finestre a vetri policromi. La decorazione dell'interno risale al secondo dopoguerra (1946-1954) ad opera di Mario Prayer. La decorazione pittorica si sviluppa su un'area di oltre 650 m²; nell'abside è raffigurato il trionfo della Vergine tra santi e martiri mentre lungo la navata ogni lunetta comprende due episodi della vita della Madonna. Al centro delle lunette, sotto i finestroni, sono affrescate in bianco e nero a tempera, nicchie con statue in falso bassorilievo rappresentanti allegorie mariane con le virtù della Madonna e figure femminili bibliche; mentre, nella parete di fondo intorno al rosone centrale in vetro policromo, viene descritto il trionfo della fede e la glorificazione di S. Pio X, che accompagna le anime al cielo sotto la guida della Vergine. Molti personaggi raffigurati nelle decorazioni del transetto e della navata centrale sono tratti da fotografie di uomini e donne che caddero sotto i bombardamenti del 19 luglio 1943.

Sulla cantoria alle spalle dell'altare maggiore vi è l'organo a canne, costruito nel 1925 da Zeno Fedeli e successivamente elettrificato, che dispone di 17 registri su due manuali e pedale.[6]

  1. ^ Targa in memoria di Francesco e Carlo Strocchi, su www.rerumromanarum.com/. URL consultato il 28 febbraio 2023.
  2. ^ Parrocchia Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans, su vicariatusurbis.org. URL consultato il 27 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2017).
  3. ^ La Chiesa dell’Immacolata, su operasanpiox.org. URL consultato il 26 settembre 2019.
  4. ^ Filmato audio Chiesa dell'Immacolata a Roma, su YouTube. URL consultato il 27 settembre 2015. Modifica su Wikidata
  5. ^ Filmato audio Campane Basilica dell'Immacolata Roma, su YouTube. URL consultato il 27 settembre 2015. Modifica su Wikidata
  6. ^ D. Campeggiani, pp. 31-32.
  • Claudio Rendina, Le chiese di Roma, Milano, Newton & Compton Editori, 2000, ISBN 978-88-541-0931-5.
  • San Lorenzo, il Paese nella Città... e la sua Immacolata, NeP edizioni, 2017, ISBN 978-88-85494-02-2
  • Davide Campeggiani, L'organo a canne Zeno Fedeli del Pontificio Seminario Romano Minore. Con cenni su vita e opere del suo costruttore, Roma, Pontificio Seminario Romano Minore, 2015, ISBN non esistente.

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