Difluoruro di diossigeno | |
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Nome IUPAC | |
Difluoruro di diossigeno | |
Nomi alternativi | |
Perossido di fluoro | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | O2F2 |
Massa molecolare (u) | 69,996 g/mol |
Aspetto | gas bruno, liquido rosso, solido giallo-arancio |
Numero CAS | |
PubChem | 123257 |
SMILES | O(OF)F |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 1,45 al punto di ebollizione |
Solubilità in acqua | decomposizione |
Temperatura di fusione | −163 °C (110 K) |
Temperatura di ebollizione | −57 °C (216 K) estrapolata |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | [1] |
Il difluoruro di diossigeno è il composto chimico di formula O2F2. È un solido arancione che fonde a −163 °C formando un liquido rosso.[2][3] O2F2 è molto meno stabile dell'altro principale fluoruro di ossigeno, OF2, ma relativamente più stabile rispetto a specie poco più che fugaci come O3F2 e O4F2.[4][5] Ha fortissime proprietà ossidanti e in parte si decompone a OF2 e ossigeno già a −160 °C (circa il 4% al giorno).
Il difluoruro di diossigeno è un composto molecolare binario di fluoro e ossigeno, lievemente endotermico (ΔHƒ° = +19,2 kJ/mol) e moderatamente endoergonico (ΔGƒ° = +58,1 kJ/mol).[6] Tuttavia, pur essendo sufficientemente stabile al di sotto del suo punto di fusione, a mano a mano che ci si avvicina al suo punto di ebollizione (-57 °C) inizia a decomporsi in fluoro e ossigeno e via via più rapidamente all'aumentare della temperatura.[7]
La connettività della molecola O2F2 è la stessa dei perossidi e per questo a volte viene anche detto perossido di fluoro[8] (o di difluoro).[9] Come per il perossido di idrogeno, questa molecola non planare ha simmetria C2. In essa l'ossigeno assume l'inusuale stato di ossidazione +1, mentre nella maggior parte dei suoi composti l'ossigeno ha stato di ossidazione −2.
La struttura della molecola è stata indagata nel 1962 nella regione delle microonde (spettro rotazionale)[10] e successivamente (1988) anche tramite diffrazione elettronica,[11] giungendo a risultati essenzialmente molto simili. Tale struttura assomiglia, almeno in quanto ad angoli, a quella del perossido di idrogeno, H2O2: i due atomi di fluoro assumono una posizione reciproca che è intermedia tra quella eclissata e quella sfalsata, andando a determinare un angolo diedro FOOF di poco inferiore a 90°. Questo fa sì che le polarità dei legami O-F non si cancellino: il momento dipolare risultante è di 1,44 D.[10] La distanza F-O (157,5 pm) è insolitamente grande rispetto a quella presente nel difluoruro di ossigeno OF2 (141,2 pm[12]) o anche nell'acido ipofluoroso HOF (143,45 pm[13]). La distanza O−O di 121,7 pm è invece molto più piccola di quella in H2O2, ed è, piuttosto sorprendentemente, molto simile a quella che si riscontra per il legame O=O nell'ossigeno gassoso (120,7 pm) e questo ha portato a difficoltà interpretative per la razionalizzazione della struttura di questa molecola e difficoltà nell'impostazione dei calcoli teorici su di essa, che richiedono di essere metodi ab initio di alto livello affinché si raggiunga soddisfacente accordo con i dati sperimentali.[9][11]
Nel corso degli anni ci sono state molte speculazioni per razionalizzare i motivi di una distanza O−O molto corta e di una distanza O−F molto lunga per dei legami supposti singoli. Nel 1999 è stato proposto uno schema che prevede un legame O−O di molteplicità intermedia tra 1 e 2 (stimato ≈1,6) e un legame O−F singolo ma destabilizzato e allungato a causa delle repulsioni tra i doppietti elettronici non condivisi sugli atomi di fluoro e gli orbitali molecolari π del legame O−O. Per questa molecola è stato quindi proposto che sia un ibrido di risonanza tra le seguenti principali forme limite:[14][15]
Nello spettro vibrazionale la frequenza di stiramento del legame O-F cade a 630±3 cm–1, mentre in quella di O-F in OF2 cade a 928 cm–1.[16] Questo implica per il legame O-F un ordine di legame inferiore a 1.
La frequenza di stiramento di O-O si colloca a 1210 ± 3 cm–1,[17] mentre il corrispondente assorbimento in H2O2 (ordine di legame 1) consiste di una banda larga e intensa tra 845 e 875 cm–1[18] e quella in O2 (ordine di legame 2) si osserva (spettro Raman) a 2061 cm–1.[19] Questo implica per il legame O-O un ordine di legame compreso tra 1 e 2, in accordo qualitativo con i risultati dei calcoli quantomeccanici citati sopra.
Il difluoruro di diossigeno si può ottenere facendo passare una scarica elettrica di 25−30 mA a 2,1−2,4 kV attraverso una miscela di ossigeno e fluoro gassosi a bassa pressione (7−17 mmHg). Questa è sostanzialmente la procedura seguita nel 1933 da Otto Ruff, che fu il primo a sintetizzare O2F2.[2] Un'altra procedura è quella di irradiare per alcune ore con una bremsstrahlung di 3 MeV una miscela di ossigeno e fluoro liquidi a −196 °C in un recipiente di acciaio inossidabile.
La proprietà principale di questo composto instabile è la sua fortissima capacità ossidante, che si manifesta in modo violento e spesso esplosivo anche alle temperature molto basse a cui è necessario operare (sotto −100 °C). Ad esempio esplode a contatto di acqua, alcol etilico, cloro e zolfo a temperature vicino al suo punto di fusione.[20] O2F2 converte ClF in ClF3, BrF3 in BrF5 e SF4 in SF6. Con acidi di Lewis come BF3 e PF5 cede loro uno ione fluoruro e si ottengono così i corrispondenti sali di diossigenile:[21][22]
Converte inoltre gli ossidi di uranio e plutonio nei corrispondenti esafluoruri.[23]