Domenico Gagliardi (Marino, 1º gennaio 1660 – Roma, 1745) è stato un medico, scrittore e filosofo italiano.
È stato archiatra di quattro papi: papa Alessandro VIII (1610-1691), papa Clemente XI (1649-1721), papa Benedetto XIII (1649-1730) e papa Benedetto XIV (1675-1758).[1]
Il Gagliardi nacque a Marino, feudo della famiglia Colonna posto nell'attuale provincia di Roma, nell'area dei Colli Albani, come riferisce l'erudito ottocentesco Gaetano Moroni nel suo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica,[1] e come riferito dallo stesso Gagliardi nel proprio libro "L'idea del vero medico fisico e morale formato secondo li documenti ed operazioni di Ippocrate"[2] In effetti, il cognome Gagliardi esisteva all'epoca a Marino ed è tuttora tramandato.
Fu impegnato in ricerche morfologiche, microscopiche ed anatomopatologiche a proposito delle ossa, compiendo importanti scoperte in questo campo:[3] nell'Anatome ossium novis inventis illustrata ("Anatomia delle ossa illustrata con le nuove scoperte", Roma 1689) descrisse per primo la struttura lamellare delle ossa.[4] Inoltre effettuò alcuni esami e ricerche comparative tra le ossa umane e quelle del vitello.[5] Descrisse probabilmente per primo un caso di tubercolosi ossea.[5] La sua opera fu piuttosto lodata, e l'Anatome fu ristampato nel 1723 a Leida, nei Paesi Bassi.[6] Fece importanti studi sul "mal di petto".[7]
Si interessò anche di filosofia, poiché nel 1722 scrisse e dedicò a papa Innocenzo XII un saggio in due parti sull'educazione morale e medica delle giovani generazioni.[8] Diede anche ammonimenti contro i guaritori ciarlatani e fornì alcuni suggerimenti deontologici per i medici.[5]
Probabilmente il medico abitava nel rione Sant'Angelo, presso via delle Botteghe Oscure, perché in questa strada nel 1730 un suo servo fu ucciso misteriosamente nottetempo.[7] Durante le villeggiature dei papi presso la Villa Pontificia di Castel Gandolfo la famiglia del Gagliardi aveva il privilegio di offrire la frutta al papa.[7] Papa Alessandro VIII gli conferì un titolo nobiliare,[1] ma non sappiamo quale.
I suoi lavori, conservati nelle maggiori biblioteche di Roma, rivestono un particolare interesse se anche duecento anni dopo la loro scrittura, nel 1901, il vice-direttore dell'Ospedale San Martino di Genova, dottor Jacopo Arata, diede alle stampe una lettera inedita del Gagliardi datata 1732 sull'itterizia.[7] La studiosa romana di origini marinesi Antonia Lucarelli ha svolto negli anni novanta un proficuo lavoro di ricerca sulla figura del Gagliardi,[7] scoprendo anche una firma del medico in margine ad una tesi di laurea discussa all'Università La Sapienza nel 1742.[7]
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