Ettore Casati

Ettore Casati

Ministro di grazia e giustizia
Durata mandato15 febbraio 1944 –
17 aprile 1944
Capo di StatoVittorio Emanuele III
PresidentePietro Badoglio
PredecessoreGaetano Azzariti
SuccessoreVincenzo Arangio-Ruiz

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Milano
ProfessioneMagistrato

Ettore Casati (Chiavenna, 24 marzo 1873Roma, 8 agosto 1945) è stato un giurista e magistrato italiano. Ministro di Grazia e Giustizia del Governo Badoglio I dal 15 febbraio 1944 al 17 aprile 1944.[1]

Laureato in giurisprudenza all'Università di Milano, era stato nominato consigliere di sezione della stessa Corte e dal 6 novembre 1941 primo presidente della Corte di Cassazione.

Nel 1943 invece di collaborare con la Repubblica Sociale Italiana fuggì nell'Italia liberata. Fu presidente della Commissione sugli illeciti arricchimenti dei governanti fascisti. Fu Ministro di Grazia e Giustizia del Governo Badoglio I dal 15 febbraio 1944 al 17 aprile 1944.[1]

Il 27 luglio 1944 fu nominato presidente dell'Alta corte di giustizia competente per i reati compiuti dai membri del governo fascista.

Scrisse un Manuale del diritto civile italiano, pubblicato postumo con Giacomo Russo a Torino da UTET nel 1947.[2]

Visse gli ultimi anni saltuariamente a Pizzoferrato presso l'antica Casa Melocchi poi Villa Casati, che ristrutturò chiamandola "Fileremo". Ebbe contatti anche con l'amico e giurista Alessandro Madonna della vicina Torricella Peligna, archeologo e studioso del sito romano di Iuvanum.

La notizia della sua morte, avvenuta a Roma l'8 agosto 1945, fu data in prima pagina da La Stampa.[3]

  1. ^ a b Governo Badoglio, su Governo Italiano. Presidenza del Consiglio dei Ministri.
  2. ^ Ettore Casati e Giacomo Russo, Manuale del diritto civile italiano, UTET, 1947.
  3. ^ La morte di Ettore Casati, in La Stampa, 15 agosto 1945.

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Predecessore Ministro di grazia e giustizia del Regno d'Italia Successore
Gaetano Azzariti 15 febbraio 1944 - 17 aprile 1944 Vincenzo Arangio-Ruiz
Controllo di autoritàVIAF (EN90290846 · ISNI (EN0000 0000 6220 4886 · SBN RAVV059049