Gaio Asinio Pollione | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Gaius Asinius Pollio |
Nascita | 10 a.C. |
Morte | dopo il 39 |
Figli | Asinia? |
Gens | Asinia |
Padre | Gaio Asinio Gallo |
Madre | Vipsania Agrippina |
Pretura | 20 (praetor peregrinus) |
Consolato | 23 (ordinario) |
Proconsolato | 38/39 in Asia |
Gaio Asinio Pollione (in latino: Gaius Asinius Pollio; 10 a.C. – dopo il 39) è stato un magistrato romano, console dell'Impero romano.
Pollione apparteneva alla gens Asinia, una famiglia di recente nobiltà proveniente da Teate Marrucinorum e assurta ai massimi onori in età triumvirale[1][2]. Il nonno di Pollione era stato il grande generale, oratore e storico omonimo, Gaio Asinio Pollione, fiero sostenitore di Marco Antonio e console nel 40 a.C.[1][2] Figlio di questi e di Quinzia, figlia del proscritto suicida Lucio Quinzio, fu Gaio Asinio Gallo, intimo di Augusto, console ordinario nell'8 a.C. e avversario di Tiberio, morto di inedia nel 33 dopo tre anni di insostenibili arresti dovuti alla sua vicinanza con Agrippina maggiore[2][3][4]. Pollione, nato probabilmente nel 10 a.C.[5], era il figlio maggiore di Gallo e di Vipsania Agrippina, figlia del grande generale e collaboratore di Augusto Marco Vipsanio Agrippa e prima adorata moglie di Tiberio[3][4][5][6]; suoi fratelli[3][4][5] erano Marco Asinio Agrippa, console ordinario nel 25 e morto nel successivo 26[7]; Asinio Salonino, promesso sposo di una delle nipoti di Tiberio figlie di Germanico, ma morto prematuramente nel 22[8]; Asinio Gallo, esiliato da Claudio in seguito ad una congiura ai suoi danni nel 46[9]; e Servio Asinio Celere, console suffetto nel 38 e ucciso nella prima metà del 47[10]. Inoltre, non di secondaria importanza è che fratellastro uterino di questi, nato da Vipsania Agrippina e Tiberio, era Druso minore, secondo erede del padre al principato, morto nel 23[4][5].
I primi passi della carriera di Pollione, senza dubbio favorita dall'importante ascendenza degli Asinii e dei Vipsanii, non sono noti: se un'importante iscrizione funeraria relativa ad un Asinio che fu Xvir stlitibus iudicandis e quaestor Tiberi Caesaris Augusti non sembra riferibile a lui, ma piuttosto al fratello Asinio Gallo o Servio Asinio Celere[11][5], allo stesso modo non è certo che un'iscrizione eretta dal popolo di Atene che onora un Gaio Asinio, figlio di Gaio, pretore designato si riferisca a lui o al padre Gaio Asinio Gallo[12][6].
È invece certo che Pollione sia stato pretore peregrino nel 20[13], come anche che sia stato console ordinario dopo brevissimo tempo, nel 23, ricoprendo la carica per l'intero anno insieme a Gaio Antistio Vetere, che già era stato con lui pretore urbano, e, per la seconda metà dell'anno, a Gaio Stertinio Massimo[14]. Con Stertinio Pollione assisté alla morte del fratello uterino Druso minore[15] - per il cui dolore i due consoli si erano seduti in seggi comuni per poi essere riportati alla loro dignità da Tiberio[15], e per cui fu emanato un senatusconsultum che configurava una lunga serie di onori [16]-, di Germanico Gemello[17] e Lucilio Longo[17], rispettivamente figlio, nipote e caro amico di Tiberio, come anche alla rifioritura della casa di Germanico nella figura di Nerone Cesare[15][17], e dovette senza dubbio rinnovare l'atavica concessione del diritto d'asilo al Tempio di Hera di Samo, i cui abitanti onorarono i consoli e il princeps con epigrafi nella zona templare[18], come anche al santuario di Asclepio a Cos[19].
Alla fine degli anni 20, i rapporti, già non pacifici in passato, tra Tiberio e il padre di Pollione, Gaio Asinio Gallo, peggiorarono drasticamente: la carriera di Pollione, così come dei suoi fratelli ancora in vita, dovette perciò subire una battuta d'arresto, che in tutta probabilità durò fino alla morte di Tiberio[6][20].
Con l'ascesa al potere di Caligola, cugino di Pollione (le rispettive madri, Agrippina maggiore e Vipsania Agrippina, erano sorelle) e devoto alla memoria dei genitori Germanico e Agrippina, di cui il padre di Pollione, Gaio Asinio Gallo, era stato un sostenitore, la carriera di Pollione e dei suoi fratelli poté riprendere[6][20]. Pollione fu così estratto a sorte per l'importante incarico di proconsole d'Asia, con ogni probabilità nell'anno 38/39[6][20][21]: numerose monete ri-coniate nel koinon della provincia attestano il suo incarico, e lo vedono rispettoso della memoria dell'amicizia tra il fratellastro Druso minore e il padre di Caligola, Germanico[22][6][20].
Probabilmente proprietario di figlinae le cui tegole sono state ritrovate a Tusculum e a Roma[23][6], Pollione, di cui è incerto se abbia avuto una figlia[24][6], scompare dalla storia dopo il suo proconsolato in Asia.