Gilberto Benetton (Treviso, 19 giugno 1941 – Treviso, 22 ottobre 2018[1]) è stato un imprenditore italiano.
Considerato l'"anima finanziaria" dei Benetton, a lui si deve la creazione dell'impero finanziario di famiglia. Secondo la classifica di Forbes del 2018, con un patrimonio di 2,7 miliardi di dollari era il 12° uomo più ricco d'Italia e il 652º del mondo[2].
Terzogenito dei quattro figli di Leone Benetton e Rosa Carniato[3], pur avendo abbandonato la scuola a quattordici anni a causa delle ristrettezze economiche, è il fratello che ha studiato più a lungo[4]. «Nato con il portafoglio in mano», come diceva lui stesso[4], lavorò inizialmente alla Confartigianato, per poi dedicarsi completamente alla contabilità familiare[5].
Rispetto a Luciano, volto dell'azienda, Gilberto era più appartato, ma ha svolto un ruolo decisivo nell'investire i profitti accumulati da United Colors of Benetton nel periodo d'oro dei maglioncini, diversificando le attività del gruppo[6]. Ha voluto essere sempre affiancato da manager esterni, infatti dichiarò: «Mi danno del finanziere. Ma io non sono un esperto di finanza, anche se fin da ragazzo i miei fratelli mi hanno incaricato di gestire i risparmi»[7].
Nel 1999 acquisisce la società Autostrade per l'Italia, nel 2001 è a fianco di Marco Tronchetti Provera nella scalata a Telecom Italia, nel 2007 rileva Aeroporti di Roma.[6] Con la sola eccezione di Telecom («l'investimento peggiore», come ebbe a definirlo[4]), tutti grandi affari che lo hanno portato a tenere stretti rapporti con i salotti della finanza (come Mediobanca) e con il potere politico, ad effettuare partecipazioni importanti (come nelle Generali) e acquisizioni all'estero.
È stato vicepresidente di Edizione Srl, la holding finanziaria della famiglia Benetton, di Autogrill, è stato consigliere del Gruppo Benetton, di Autostrade, Atlantia, Mediobanca, Pirelli & C. e Allianz.
Dal 2012 ha fatto parte dell'Italia Basket Hall of Fame in qualità di benemerito, in virtù della sua esperienza nel mondo cestistico con la Benetton Pallacanestro Treviso[8].
È morto il 22 ottobre 2018 all'età di 77 anni, a causa di una grave forma di leucemia di cui era malato da tempo.[9] Solo nel luglio precedente era morto suo fratello minore Carlo e, in agosto, si era consumata la tragedia del crollo del viadotto Polcevera a Genova. È stato lui a cercare di spiegare il silenzio della famiglia dopo il disastro genovese con un'intervista al Corriere della Sera.[10]
Dal matrimonio con Maria Laura Pasquotti, detta Lalla, sono nate due figlie, Barbara (1969) e Sabrina (1973).
Quest'ultima è laureata in comunicazione ed ha conseguito un master in legge e diplomazia all'estero; è sposata con Ermanno Boffa, noto commercialista di Treviso.[11]
Totila d'oro - Benemerenza civica conferita dalla città di Treviso nel 2007.[15]
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