Giovanni Ansani, o Anzani (Roma, 11 febbraio 1744 – Firenze, 15 luglio 1826), è stato un tenore italiano.
Fu uno dei maggiori tenori lirici del XVIII secolo, le cronache del periodo riportano: "una sicurezza d'intonazione, una grande precisione nella perfetta espressione d'ogni più variato sentimento, un metodo di canto in somma il più bello e il più eccellente"[1]. Nulla si sa dei suoi studi musicali. Il probabile debutto avvenne al Teatro Comunale di Ravenna nel 1768, nella parte di Massimo nell'opera Ezio di Niccolò Jommelli [2]. Nello stesso anno cantò al Teatro San Benedetto di Venezia nell'opera Demetrio, nella parte di Fenicio. Raggiunse rapidamente il successo, come dimostrano le sue esibizioni nelle stagioni 1768-1770 in alcuni teatri del Nord Europa: Copenaghen, Stoccolma, Amburgo. Tra il 1773 e il 1790 cantò nei principali teatri italiani di Milano, Napoli, Roma, Venezia, Firenze, Pisa, Livorno, Parma, Modena, Udine. Nel 1772 e 1783 si esibì a Londra e Parigi. Fu interprete di numerose opere prime assolute di compositori come Giovanni Paisiello, Pasquale Anfossi, Domenico Cimarosa, e Josef Mysliveček. Dopo l'abbandono dalle scene, avvenuto nel 1793, si ritirò a Napoli, dove si dedicò all'insegnamento del canto, "ricercato da tutti gli allievi che volevano apprendere presto e bene"[3].Tra i suoi principali allievi vanno ricordati il tenore Manuel García e il basso Luigi Lablache. Il Pirro, La disfatta di Dario e il Cajo Mario furono le opere in cui Ansani conobbe i maggiori successi di critica e di pubblico. Fu conosciuto anche come compositore di musica, scrisse un'opera e lasciò una serie di arie, duetti e terzetti vocali.
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