Giuseppe Arcidiacono (Acireale, 1927 – 1998) è stato un fisico italiano, fratello del chimico e divulgatore scientifico Salvatore Arcidiacono.
Dopo la laurea in fisica nel 1951 all'Università di Catania, vinse una borsa di studio dell'Istituto Nazionale di Alta Matematica, iniziando a lavorare con il matematico Luigi Fantappié.
Nel 1958 vince una borsa di studio e si reca così a Parigi, presso l'Institut Henri Poincaré. Vince poi il premio per la matematica, istituito dall'Accademia Nazionale dei Lincei. Dal 1969 fino alla sua morte, per quasi trent'anni è docente di meccanica superiore presso l'università di Perugia.[1]
Il suo impegno come ricercatore si è principalmente rivolto alla realizzazione di un possibile modello unificato dei campi di forze nella fisica, sulla falsariga dell'opera di Maxwell e della sua teoria elettromagnetica che portò all'unificazione dei campi elettrico e magnetico. Arcidiacono ha così costruito una classe di teorie unificate tali che, nelle sue intenzioni, ogni teoria potesse inglobare o costituire la generalizzazione di quella precedente[senza fonte]. Partendo poi dalla relatività ristretta, sulla base dei lavori del suo maestro Luigi Fantappié, ha formulato la cosiddetta teoria della relatività proiettiva, che può essere studiata usando i metodi della teoria dei gruppi, nonché la cosidetta relatività conforme basata sul gruppo delle rotazioni R6 di uno spazio a 6 dimensioni e 15 parametri.[2][3]
Si è pure interessato di cosmologia e di matematica, approfondendo la teoria dei gruppi di rotazioni, nonché di alcune generalizzazioni delle operazioni aritmetiche.
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