Hotel Dusk: Room 215 videogioco | |
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Titolo originale | ウィッシュルーム 天使の記憶 Wisshu Rūmu Tenshi no Kioku |
Piattaforma | Nintendo DS |
Data di pubblicazione | 25 gennaio 2007 22 gennaio 2007 13 aprile 2007 22 febbraio 2007 12 febbraio 2009 |
Genere | Avventura grafica, Visual novel |
Tema | Noir |
Origine | Giappone |
Sviluppo | Cing |
Pubblicazione | Nintendo |
Modalità di gioco | Giocatore singolo |
Supporto | Scheda di gioco |
Fascia di età | CERO: B · ESRB: T · PEGI: 12+ |
Seguito da | Last Window: Il segreto di Cape West |
Hotel Dusk: Room 215 (ウィッシュルーム 天使の記憶?, Wisshu Rūmu Tenshi no Kioku, lett. "La stanza dei desideri: La memoria dell'angelo") è un'avventura grafica/visual novel noir sviluppata da Cing e pubblicata da Nintendo per Nintendo DS.
Annunciato nell'ottobre 2005 con il titolo Wish Room[1], il videogioco è stato presentato all'Electronic Entertainment Expo 2006[2]. Distribuito inizialmente in Nord America nel gennaio 2007, il gioco è stato nuovamente pubblicato nel 2008 come parte della serie Touch! Generations.
Nel 2010, in Giappone ed Europa è stato distribuito il sequel Last Window: Il segreto di Cape West.
Venerdì 28 dicembre 1979. Dopo aver lasciato Manhattan tre anni prima, l'ex-detective del NYPD Kyle Hyde inizia a lavorare come venditore per la Red Crown, un'azienda che ufficialmente si occupa di vendite a domicilio ma che in segreto si occupa di ritrovare oggetti scomparsi in circostanze misteriose, e che viene diretta da Ed Vincent, ex poliziotto e amico del suo defunto padre, Chris (che in passato ha fatto lo scassinatore ed è morto durante quello che doveva essere l'ultimo colpo). La prossima tappa di Kyle è l'Hotel Dusk, un piccolo e solitario motel a nord del Nevada.
Durante il check-in a Dunning Smith, il proprietario del motel, viene in mente che sei mesi prima, il 30 giugno, è passato un uomo col suo stesso nome e la sua stessa età. La descrizione fisica che ne fa porta Kyle a credere che si tratti di Brian Bradley, un suo ex collega e amico del quale si sono perse le tracce da tre anni: insieme indagavano sotto copertura sulla Nile, un'organizzazione criminale specializzata in furti di opere d'arte rivendute al mercato nero, ma quando Bradley fu accusato di aver tradito la polizia, Kyle lo inseguì fino a un molo sul fiume Hudson e gli sparò, facendolo cadere in acqua. Kyle prende alloggio nella stanza 215, chiamata Desiderio perché si dice che faccia avverare i desideri di chi vi dorme. Nel corso di poche ore, Kyle (grazie anche all'aiuto telefonico di Ed e della segretaria Rachel) porterà a galla molti segreti relativi sia agli ospiti dell'Hotel Dusk sia al motel stesso, in parte legati anche al proprio passato.
Kyle chiama Ed e scopre che la Galleria May è stata chiusa sette anni prima. L'aveva aperta il nonno di Robert Evans, con quest'ultimo che ha cominciato a gestirla ventitré anni prima, quando aveva ventisette anni. Evans aveva buon occhio per le opere di valore, scoprendo opere dimenticate e proponendole ai collezionisti. Non si sa perché la galleria ha chiuso, ma da allora Evans non si è più visto in giro e la sua famiglia non ha mai sporto denuncia per la scomparsa. Mary, la moglie di Evans, è morta in un incidente aereo del 1960. Avevano una figlia di nome Mila.
Kyle esamina i cinque dipinti presenti nell'hotel, tutti raffiguranti nature morte e ciascuno recante, in piccolo, una lettera, che messe insieme formano un nome, Jenny (lo stesso letto da Kyle su un biglietto di auguri di compleanno nell'ufficio di Dunning). Giunto insieme a Rosa e Mila nella stanza 111 (dove si trova l'ultimo dipinto), Kyle rianima la ragazza, svenuta: Mila, che fino a quel momento non aveva proferito parola, ancora stordita dice «Non portate via Jenny». Ripresa conoscenza, Mila ricorda che anni prima stava giocando con Jenny proprio nella stanza 111, mentre aspettava suo padre; all'improvviso un uomo spalancò la porta e portò via Jenny, che iniziò a piangere e gridare. Questo accadeva dieci anni prima. Mila venne colpita e svenne, cadendo in un coma lungo dieci anni, risvegliandosi all'Ospedale Robbins; per lo shock perse l'uso della parola e, non riuscendo a contattare suo padre e non sapendo dove altro andare, decise di tornare all'Hotel Dusk. Kevin conferma a Kyle che Mila è stata ricoverata per dieci anni all'ospedale dove lavora, e che si è risvegliata sei mesi fa, di colpo. Il medico che l'aveva in cura ha provato a contattare la sua famiglia, ma non ha trovato nessuno. Kevin sa che il padre di Mila la visitava regolarmente, ma che ha smesso di farlo dopo che la figlia si è risvegliata. Poco prima del risveglio di Mila, la ragazza venne visitata da un uomo presentatosi come Kyle Hyde. Dopo aver cercato inutilmente Evans, la direzione dell'ospedale ha provato a contattare anche quest'uomo, senza risultati. Kyle viene a sapere che Evans ha chiuso l'Hotel Dusk non appena l'ha comprato, nel 1969. Dunning lo ha acquistato cinque anni dopo.
Rosa avverte Kyle che Dunning se n'è andato con Mila e non sono ancora tornati. Esaminando la camera di Dunning, Kyle trova un vecchio dépliant del motel, un articolo di giornale su Osterzone e altri biglietti di auguri per Jenny. Kyle si dirige alla cantina, l'unico posto di cui non esiste una copia, trova Louis svenuto e subito dopo viene tramortito con un colpo alla nuca. Ripresa conoscenza, Kyle scopre un passaggio segreto nascosto dietro uno scaffale dei vini e prosegue da solo, lasciando indietro Rosa e Louis per andare a cercarlo se non dovesse tornare.
Sceso nel seminterrato, Kyle entra in una stanza e vi viene chiuso dentro. Mentre cerca un modo per uscire, trova un libro sulla vita di Osterzone scritto da Evans, tra le cui pagine c'è una foto di Dunning e Jenny. In un cassetto trova una lettera di Evans, che aveva appena chiuso la Galleria May, in cui chiede a Dunning un ultimo favore, e in cambio potrà riabbracciare Jenny; decifrando col monitor il codice trovato nella lettera, Kyle scopre che la vera identità di Osterzone è Dunning. Louis salva Kyle riaprendo la porta, poi, grazie a un martello recuperato nella stanza, Kyle abbatte dei mattoni e scoprono uno studio di pittura dove è nascosto il dipinto dell'angelo, quello preso da Bradley (che quindi era a conoscenza dell'attività di Dunning e del fatto che lavorasse per Evans) nel magazzino della Nile tre anni prima e restituito all'autore. Percorrendo ancora il seminterrato, i due scoprono una porta segreta oltre la quale trovano Dunning e Mila. Incalzato da Kyle, Louis e Mila, Dunning racconta la sua storia.
Dunning ed Evans s'incontrarono per caso in aeroporto nel 1960, dopo l'incidente aereo a Las Vegas. In quello schianto morirono le rispettive mogli, che lasciarono due figlie ancora piccole. Si erano conosciuti all'università e poi persi di vista, ma dopo questa tragedia avvenuta cinque anni dopo ripresero a frequentarsi. Evans aveva ereditato la Galleria May, mentre Dunning continuava a credere nel suo sogno di diventare pittore, anche se purtroppo nessuno confidava nel suo talento, e tirava avanti come poteva. Evans rimase colpito dallo stile di Dunning, gli confessò di aver smesso di dipingere perché sentiva di non poter competere con lui; tuttavia, voleva che il talento dell'amico venisse riconosciuto, perciò un anno dopo gli propose di creare il personaggio di Osterzone, per mettere alla prova il suo occhio critico per le opere di valore, dicendogli che doveva credere nelle sue capacità. Evans forniva a Dunning dei colori particolari che davano l'impressione di essere antichi. Mentre Dunning dipingeva a lungo in preda a un'estasi creativa, Evans ampliava il suo giro di affari, e il libro su Osterzone fu solo la ciliegina sulla torta che fece balzare la figura del misterioso pittore all'attenzione del pubblico. I suoi dipinti iniziarono subito a circolare tra i collezionisti come grandi capolavori, vendute a cifre incredibili: il successo era inebriante. Evans non pensava ad altro, e col tempo cominciò a essere attratto dal mercato dei falsi e ampliò le sue conoscenze, mentre Dunning (che secondo il progetto doveva rimanere nell'ombra e lasciare che gli elogi del pubblico e dalla critica andassero sempre e solo al fittizio Osterzone) non poté più sopportare la situazione e smise di creare. Un giorno di dieci anni fa, Evans invitò Dunning all'Hotel Dusk. Lasciarono le proprie figlie a giocare nella stanza 111 e tornarono a parlare come ai vecchi tempi. Evans disse che aveva qualcosa da mostrargli e lo portò nel seminterrato, dove gli spiegò che aveva comprato il motel per creare il suo studio di pittura personale, dove poteva dipingere senza che nessuno lo vedesse, tornare nei panni di Osterzone e creare ancora fantastiche opere, così da avere molto denaro per far felice la figlia. In quel momento, Dunning capì che c'era qualcuno a tirare i fili di Evans, che era sempre alla ricerca di nuovi clienti ed era rimasto invischiato con la Nile; conosceva troppo bene Evans per pensare che un piano del genere fosse stato concepito da lui. Dunning rifiutò e la sua Jenny venne rapita dalla Nile, che aveva scoperto il segreto di Osterzone e voleva quei dipinti. Evans lo ricattò dichiarando che avrebbe rivisto la figlia solo se avesse ripreso a dipingere. Ma Jenny non tornò. Passarono così tre anni, e un giorno disse basta. Fu in quel periodo che ricevette la lettera di Evans con allegato l'atto di proprietà del motel. Provò a cercarlo, ma dopo quella lettera svanì nel nulla e non poté fare altro aspettare. Cinque anni fa acquistò l'Hotel Dusk, fece pubblicare sul giornale un articolo sulla stanza che fa avverare i desideri e ripartì da zero. Due anni fa passò una donna che disse di aver lavorato alla Galleria May, che sapeva che lui era Osterzone e che gli fece uno strano ricatto: se non voleva che lei rivelasse in giro la sua identità, doveva farle un dipinto di Osterzone; Dunning pensò che potesse sapere qualcosa di Evans, ma dopo averle consegnato il dipinto se ne andò senza dirgli nulla. Sei mesi fa comparve Bradley, il quale gli disse di essere braccato dalla Nile, di essere a conoscenza della sua identità segreta e che tre anni prima aveva avuto a che fare con un certo Norman, ossia con Evans: la Nile aveva rapito la sorella di Bradley, che si chiamava Mila (come la figlia di Evans), e se lui voleva salvarla doveva passare informazioni sulla polizia; Bradley fu quindi costretto a tradire i propri colleghi. Appena seppe dove stava sua sorella, vi si precipitò solo per scoprire che era stata appena uccisa da Norman. Mentre Bradley stringeva il corpo ancora caldo della sorella, Norman gli propose di diventare uno di loro: Bradley accettò, ma solo per vendicarsi. Le ultime parole che rivolse a Dunning furono «Robert Evans non tornerà». Quando il mattino seguente se ne andò e Dunning entrò per mettere in ordine la stanza 217, vide che aveva sostituito il quadro appeso sopra il letto con L'angelo che apre la porta, lasciando sul letto una vecchia foto ritraente lui e la sorella (già trovata da Kyle) e una chiave. Dunning non riusciva a capacitarsi che Evans fosse il Norman della Nile, non voleva crederlo. Prese il dipinto e lo mise nello studio segreto, ricoprendolo di bianco come se potesse cancellare anche ciò che gli aveva detto. Da quel giorno, non lascia entrare nessuno nella stanza 217. Quando è venuto il vero Kyle, Dunning ha avuto paura che potesse venire alla luce qualcosa, ma è determinato a proteggere il segreto sopra cui si erge l'Hotel Dusk.
Kyle telefona a Ed e gli racconta tutto ciò che gli ha detto Dunning, e del fatto che Bradley ha lasciato dietro di sé delle tracce affinché Kyle lo trovi; sembra che sapesse che Kyle sarebbe passato di lì. Poco fa Ed ha ricevuto una telefonata dal cliente che voleva gli oggetti che Kyle avrebbe dovuto vendere, dicendo che non li vuole più ritirare. Kyle apre con la chiave la scatola rossa che aveva trovato nell'ufficio di Dunning e trova una lettera di Bradley, in cui ammette di essere stato lui a farlo arrivare all'Hotel Dusk, si rammarica per la situazione nella quale si sono trovati e afferma che la sua vendetta è compiuta, dicendogli di smettere di cercarlo perché ormai è come un fantasma braccato sia dalla Nile che dalla polizia, chiedendogli infine perdono. Kyle pensa al fatto che, quando Bradley ha saputo che la figlia di Evans e sua sorella avevano lo stesso nome è andato nell'ospedale dove era ricoverata Mila solo per metterle al polso quel braccialetto, domandandosi se abbia ucciso veramente Evans o no.
La mattina seguente, Kyle decide di prendersi una vacanza. Jeff si scusa con lui per i problemi che gli ha causato e afferma di voler comunque costituirsi, consegnandogli una lettera di Martin in cui lo scrittore gli dice di aver parlato con Helen e averle rivelato la verità, promettendole di trovare Alan, annunciandogli inoltre di voler scrivere un vero best seller solo con le proprie forze, ispirandosi a lui per il protagonista. Helen ringrazia Kyle per il tempo trascorso insieme, affermando che tornerà un'altra volta all'Hotel Dusk per dormire nella stanza che fa avverare i desideri. Iris racconta a Kyle di aver rivelato a Kevin di essere la sorella di Grace, parlandogli di quando erano piccole, facendogli capire quanto amore Grace avesse per la propria famiglia e che tutto ciò che ha fatto era solo per proteggere i propri cari (anche se ha preferito non parlargli del nastro), poi afferma di essere sicura che la sorella tornerà dalla propria famiglia. Anche Kevin condivide il pensiero di Iris, e decide di portare Melissa al mare prima di tornare a casa, dicendole che sua madre le vuole tanto bene e perciò prima o poi tornerà. Infine Kyle saluta Louis, Rosa, Mila e Dunning, ed esce dall'Hotel Dusk.
Finali
I finali possibili sono tre:
Scena post-crediti
In una scena dopo i titoli di coda ambientata pochi giorni dopo, nella Vigilia di Capodanno, e solo se il giocatore conclude il gioco senza alcun game over, finalmente Jenny tornerà sana e salva da suo padre. Nell'epilogo normale la ragazza appare solo parzialmente, ma rigiocando un salvataggio contrassegnato da una stella sarà visibile anche il suo volto.
Hotel Dusk: Room 215 sfrutta il doppio schermo del Nintendo DS, che va impugnato come un libro, con un'opzione che consente al giocatore di cambiare il lato su cui si trova il touch screen a seconda della mano dominante.
Sul touch screen appariranno gli ambienti dell'hotel, in cui il protagonista si muove e interagisce con gli oggetti, sia le varie opzioni di gioco; il movimento viene effettuato guidando una rappresentazione iconica di Kyle attorno a una mappa dell'hotel sul touch screen o con la croce direzionale, mentre sull'altro schermo viene mostrata una visuale in prima persona. Sono presenti numerosi puzzle. È inoltre previsto un piccolo taccuino su cui sono annotati gli avvenimenti più importanti del gioco e su cui il giocatore può aggiungere ulteriori appunti. I personaggi (ritratti in maniera bidimensionale, in stile cut-out) sono animati con la tecnica rotoscope, mentre uno stile pennellato illustra gli ambienti con sfondi semilavorati in una grafica tridimensionale. La colonna sonora è di genere lounge e il parlato è assente.
Lo sviluppo del gioco ha richiesto circa un anno e mezzo di lavoro, con un gruppo di venti persone coinvolte. In un'intervista con Qj.net, il direttore Taisuke Kanasaki ha affermato che volevano conferire a Hotel Dusk: Room 215 «un'espressione visiva senza precedenti, mai vista prima in un videogioco»[3].
Testata | Giudizio |
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Metacritic (media al 15 novembre 2022) | 78/100[4] |
Adventure Gamers | [5] |
Edge | 6/10 |
EGM | 8,67/10 |
Eurogamer | 7/10[6] |
Everyeye.it | 8/10[7] |
Famitsū | 33/40[8] |
Game Informer | 7/10[9] |
Gamekult | 7/10[10] |
GamePro | 3,75/5[11] |
GameRevolution | 6/10[12] |
GameSpot | 8,2/10[13] |
GameSpy | [14] |
GameTrailers | 8,1/10[15] |
GameZone | 8,9/10[16] |
IGN | 7,9/10[17] |
Jeuxvideo.com | 15/20[18] |
Nintendo Power | 8/10 |
The Sydney Morning Herald | [19] |
Trusted Reviews | [20] |