Idarucizumab | |
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Nome IUPAC | |
Idarucizumab | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C2131H3299N555O671S11 |
Massa molecolare (u) | 47,8 kDa |
Numero CAS | |
DrugBank | DBDB09264 |
Dati farmacologici | |
Categoria farmacoterapeutica | Antidoto - inibitore dabigatran - mab |
Modalità di somministrazione | endovenosa |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi S | sperimentazione in fase III |
Idarucizumab è un anticorpo monoclonale disegnato come antidoto all'anticoagulante dabigatran etexilato, in situazioni di emergenza.[1]
Lega in maniera specifica solo le molecole di dabigatran bloccandone l'effetto farmacodinamico sulla coagulazione del sangue.
Il dabigatran è un cosiddetto nuovo anticoagulante orale, non antagonista della vitamina K, che agisce mediante inibizione diretta della trombina, commercializzato a partire dal 2010 con l'indicazione per la prevenzione dello stroke nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare. Al contrario degli anticoagulanti antagonisti della vitamina K, come il warfarin e l’acenocumarolo, i NAO (dabigatran, rivaroxaban e apixaban) non richiedono il monitoraggio di routine dell’effetto anticoagulante (INR) e l’aggiustamento della dose, non interagiscono con i cibi, hanno minori interazioni con gli altri farmaci.
La ricerca sull'Idarucizumab è iniziata nel 2009. Nel febbraio e nel marzo 2015 l'azienda produttrice ha presentato la richiesta di approvazione del farmaco presso la Food and Drug Administration e l'European Medicines Agency.
Gli studi preliminari sono stati condotti su volontari sani, su persone anziane e su pazienti con insufficienza renale: l'infusione endovena di almeno 2 grammi in 5 minuti di idarucizumab determina un'immediata, completa e prolungata inibizione dell'effetto del dabigatran senza rilevanti effetti collaterali né effetti procoagulanti.[2][3]
Un altro più recente studio di fase III, il RE-VERSE AD, sponsorizzato dalla azienda produttrice[4][5], ha dimostrato l'efficacia del farmaco in setting clinici di emergenza. I pazienti selezionati, tutti anticoagulati con dabigatran, presentavano in un gruppo severe patologie o traumi (sepsi, emorragia intracranica o importanti emorragie vascolari), in un altro gruppo avevano indicazione a chirurgia o procedure invasive entro 8 ore con necessità di riportare i parametri della coagulazione alla normalità. Lo schema di somministrazione prevedeva due boli endovenosi di 2,5 g di idarucizumab in 50 cc, a distanza di 15 minuti.
Il 24 settembre 2015 il Committee for Medicinal Products for Human Use dell'EMA ha comunicato alla Commissione Europea il parere positivo per la commercializzazione della specialità Praxbind (Idarucizumab) della Boehringer Ingelheim, per uso esclusivamente ospedaliero, con l'indicazione in pazienti adulti trattati con Pradaxa (Dabigatran etexilato), quando è richiesta la rapida interruzione dell'effetto anticoagulante in caso di procedure urgenti/chirurgia d'emergenza e nel sanguinamento non controllato o con rischio per la sopravvivenza.