John Laughland (6 settembre 1963) è un giornalista britannico.
Conservatore euroscettico, ha conseguito un dottorato in filosofia presso l'Università di Oxford e l'Università di Monaco. Ha insegnato alla Sorbona e presso l'Institut d'Etudes Politiques di Parigi. Ha conseguito anche una laurea francese post-dottorato, con una tesi "sulla sovranità nelle relazioni internazionali". Ha inoltre contribuito a scrivere diversi articoli per i quotidiani The Guardian, Mail on Sunday, The Sunday Telegraph, The Spectator, Brussels Journal, Wall Street Journal, National Review, The American Conservative e Antiwar.com. È anche regista della Fondazione europea, un think-tank euroscettico presieduto dal parlamentare Bill Cash. Nel 2007 fu guest editor per il The Monist, mentre dal 2008 fu direttore degli studi presso l'Istituto di Democrazia e Cooperazione in Parigi. È anche membro di ricerca del Centro per la Storia dell'Europa Centrale alla Sorbona.
Nel 1997 ha pubblicato il libro The Source Tainted (lett. "La fonte contaminata"), una critica nella quale si afferma che l'Unione europea condivide alcune affinità ideologiche con il fascismo, il nazismo e il comunismo, in particolare per il suo rifiuto dello stato-nazione. Sir Edward Heath, l'ex primo ministro inglese, firmatario per il Regno Unito al Trattato di Roma nel 1972, ha respinto il libro considerandolo come "un assurdo... una distorsione orribile di ieri e di oggi".
Laughland scrisse diversi articoli di giustizia penale internazionale, condannando il Tribunale penale internazionale dell'Aia per il fatto di essere stato creato ultra-vires, tramite una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Laughland era in disaccordo con le sue procedure, ad esempio per l'ammissibilità delle prove, anche nel caso di una "semplice voce". Considerava queste procedure solo degne di un tribunale politico, in quanto, in certi casi, tale tribunale ha adottato due pesi e due misure, dopo essersi rifiutato, per esempio, di aprire un'istruttoria per verificare se nel 1999 militari della NATO avessero commesso in Jugoslavia crimini di guerra.
Laughland era fortemente critico anche con la guerra in Kosovo del 1999, così come lo è stato sulla guerra in Iraq. Sempre in prima linea, Laughland ha adottato una serie di posizioni controverse, nel criticare, sia il sostegno occidentale all'opposizione anti-serba a Slobodan Milošević, che la sua condanna alla rivoluzione del novembre 2003 in Georgia, da lui considerata un mero "colpo di Stato". Nel 2004 scrisse un articolo per The Guardian nel 2004, secondo cui la coalizione del candidato presidenziale ucraino Viktor Juščenko era collegata a formazioni "neo-naziste", e che i suoi tentativi, alla fine riusciti, di prendere il potere è stata favorita dalla presenza nelle strade da bande di skinhead[1]. In un articolo scritto per il periodico The Spectator, riteneva che il numero di fosse comuni in Iraq venisse artificiosamente esagerato solo per fini politici, e che la preoccupazione per i massacri in Sudan fosse stata motivata esclusivamente dalla presenza nella nazione africana, di giacimenti di petrolio.
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