Johnny Sax | |
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Nazionalità | Italia |
Genere | Jazz Pop Easy listening |
Periodo di attività musicale | 1963 – 2004 |
Strumento | sassofono, clarinetto, flauto |
Etichetta | Sun Records, PDU, Produttori Associati, Ariston Records, Wep |
Album pubblicati | 18 |
Studio | 18 |
Johnny Sax, pseudonimo di Gianni Bedori (Mantova, 25 novembre 1930 – Fizzonasco, 21 gennaio 2005), è stato un sassofonista e compositore italiano.
Diplomatosi in clarinetto al Conservatorio di Bologna, negli anni cinquanta sceglie Milano come città di adozione. Dopo aver suonato per alcuni anni in orchestre da ballo (come quella di Riccardo Rauchi, dal 1959 al 1961) inizia l'attività jazzistica nel 1963, collaborando con il contrabbassista Giorgio Buratti alla realizzazione dell'album Jazz Forms For Export. Dopo diverse collaborazioni live con Augusto Martelli e Pino Presti (con i quali si ritroverà negli anni seguenti in molte sedute di registrazione) e con il pianista Santi Latora, nel 1966 è chiamato da Giorgio Gaslini per la registrazione del Long playing Nuovi Sentimenti[1]. (Con Gaslini inciderà negli anni quindici LP). Nel 1969 inizia la sua attività da solista alla PDU, la casa discografica di Mina, pubblicando il Long playing dal titolo Johnny Sax incontro con Bob Mitchell. Per la PDU incide diversi Long playing e singoli sino al 1973, anno in cui passa alla Produttori Associati. Per questa casa discografica inciderà sette Long playing e molti singoli partecipando al Disco per l'estate 1975 con il brano Popsy e al Festivalbar 1976 con Piccolo cielo.
Nel 1978 passa alla Ariston per la quale pubblica il disco 7 - Soft Sound. Passa poi alla Wep, la casa discografica di Gino Paoli, che pubblica due suoi Long playing in cui sono contenute anche molte cover strumentali dei più grandi successi del cantautore. Il suo ultimo lavoro è un CD del 2004, dal titolo Controtempo.
Parallelamente alla discografia più commerciale, nel 1974 pubblica, come Gianni Bedori, l'album Dedicated To Picasso, e nel 1977 la suite The Man, due lavori accolti con grande favore dalla critica, che li definirà "Pietre miliari del nuovo jazz italiano"[2]. Sarà il grande pianista Bill Evans a porre il sigillo al lavoro del sassofonista, con l'incisione del brano Jesus' Last Ballad (da The Man), incluso nel suo album Affinity (Bill Evans featuring Toots Thielemans, 1979)[3]. Da ricordare anche le collaborazioni di Bedori con Enrico Intra, Julius Farmer, George Aghedo, Angel Pocho Gatti, Sonny Taylor, Jean Luc Ponty, Riccardo Dalli Cardillo, Don Cherry, Paul Rutherford, Mario Rusca, Bruno Tommaso, Marco Ratti, Peppe Taglieri, Steve Lacy, Celeste Johnson, Marco Vaggi. Tra i tanti dischi registrati come session man, va citata la sua partecipazione come flautista all'album Libertango di Astor Piazzolla.
Dopo una lunga malattia, muore nella sua casa di Fizzonasco di Pieve Emanuele il 21 gennaio 2005, all'età di 74 anni[4].
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